Capitolo 8: Scelte razionali

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Caro diario {25 marzo 2016}
Tutto dentro di me è in subbuglio. Nella mia testa regna il caos. Rivivo la notte intesa e viva che ho passato insieme a Kol, in continuazione, come una pellicola di un film proiettato in un cinema, quando esso termina ricomincia, per torturami crudelmente. In cuor mio temo che Kol possa compiere un'azione dettata dalla follia e dalla delusione. Non era mia intenzione ferirlo, perché quella notte fra quelle lenzuola c'ero anche io. E per quanto cerchi disperatamente di negarlo, ai miei fratelli, alla mia amica Camille ed anche a me stessa. Io quella notte ho amato Kol, in ogni forma, con la mia anima e con il mio corpo. Avrei scelto lui quella mattina, sarai rimasta fra le sue braccia ancora un po'. Cami ha ragione, Kol ha bisogno di amore, e quella notte io, sono riuscita a sentire in lui quel bisogno, sofferto e tormentato, che lui stesso si nega, dell'amore. Perché la verità è che coloro che sono più difficili d'amare, sono coloro che in realtà ne hanno più bisogno. Ed è per questo che al momento non voglio far ritorno a New Orleans, non voglio illuderlo, non voglio ferirlo, e non voglio più ferire me stessa. Seguirò il consiglio di Elijha, non metterò ulteriormente in disordine la vita di Kol.

Il suono un po' fastidioso della suoneria del mio cellulare, mi deconcentra dal mio momento di meditazione interiore. Il numero sul display è anonimo, tentenno qualche secondo prima di rispondere, per timore che possa essere Kol. Infine però prendo il coraggio necessario per premere il tasto verde del cellulare. Non posso evitarlo per sempre. "Pronto"; rispondo con voce insicura e tremolante; "Charlotte, è un vero piacere ascoltare il suono della tua voce". Rimango qualche secondo in balia della sorpresa, non mi aspettavo una chiamata da parte sua. "Klaus, non mi aspettavo una tua chiamata. Scusa il mio stupore"; replico in imbarazzo; "È una settimana che non ho tue notizie quindi ho chiesto il tuo numero a Cami"; spiega con una voce calma e calda; "mi fa davvero piacere"; replico gentilmente, alzandomi dal letto. Davanti la porta della mia camera c'è Damon, ha riconosciuto la voce di Klaus, e sembra avere l'intenzione di ascoltare l'intera conversazione fra me e l'ibrido. "Ti avrei chiamata prima, purtroppo però ho avuto una fastidiosa questione da risolvere". Spalanco i miei occhi e guardo mio fratello, lui come me sembra aver rivolto il suo pensiero a Kol, potrebbe essere lui la questione fastidiosa di Klaus. "Niente di grave spero"; chiedo cercando di carpire qualche informazione in più, riguardo questa storia. "Io e i miei fratelli stiamo cercando di porre fine alla faida con le streghe, che si sono alleate con i licantropi e vorrebbero in qualche modo distruggermi. Ho provato ad essere pacifico, ma loro hanno preferito la mia versione sanguinaria e crudele"; mi racconta serenamente, come se ciò che al momento lo circonda, non lo preoccupi minimamente. "Charlotte vorrei che ritornassi"; Damon mi osserva, con un ghigno soddisfatto sul volto; "non saprei Klaus..."; la mia frase viene spezzata da mio fratello che continua a farmi vari gesti con le mani, che mi suggeriscono di accattare ciò che l'ibrido mi sta proponendo. Sospiro stanca, Damon continuerebbe a darmi il tormento, se non dovessi accettare la proposta di Klaus; "fra due giorni farò ritorno"; rassicuro Klaus, facendo gioire quello stolto di mio fratello. "Allora ti aspetto Charlotte". Saluto l'ibrido e chiudo la chiamata. Irrigidisco il mio corpo davanti la figura raggiante di mio fratello, incrocio le braccia al petto ed inizio a guardarlo con astio; "non volevo tornare, non adesso almeno"; cerco di fargli capire, mostrandomi debole ai suoi occhi; "ti avevo consigliato di stare lontana da Kol"; mi urla infuriato, rinfacciandomi i miei errori; "sei solo bravo a criticarmi. Ma non accetto critiche da chi s'innamora della ragazza del fratello"; grido facendo gelare il suo corpo, e con esso il suo sguardo; "abbiamo un patto, e nel nostro patto non c'è posto per vivere un'idilliaca storia d'amore con Kol Mikaelson"; mi sussurra a denti stretti ad un centimetro dal mio viso. "Che succede qui?"; Chiede in tono severo Stefan, che udendo le nostre urla è corso verso di noi; "nulla fratello, ho solo ricordato a nostra sorella cos'è davvero importante"; replica rivolgendosi a Stefan, scendendo al piano di sotto, senza degnarsi di ascoltare quello che ho da dirgli. In preda alla rabbia, mi chiudo in camera mia, sbattendo violentemente la porta. Non sopporto essere trattata in questo modo da Damon, avevo dimenticato quanto fosse egoista. Crede che io sia la stessa bambina di centocinquanta anni fa, quella bambina che si rifugiava il lui perché aveva paura di ciò che la circondava, bisognosa di essere protetta. Ma io non sono più quella bambina piena di paure, che gli piaccia o meno, io non ho più bisogno di lui, so cavarmela da sola. E' ciò che faccio da più di un secolo, sopravvivere e lottare senza aver bisogno di nessuno. Mi distendo nuovamente sul mio letto, poggiando il diario, sul piccolo comò in legno pregiato. E' davvero estenuante dover affrontare tutto questo, in presenza di due fratelli che continuano a trattarmi come se fossi una tenera ed indifesa fanciulla d'altri tempi. Continuo a riflettere, sul comportamento inadeguato dei miei fratelli, nel frattempo qualcuno con molto garbo ed educazione ha iniziato a bussare dietro la mia porta. "Entra pure"; sbuffo un po' seccata, sicura che sia lei ad aver bussato, Elena. "Pensavo volessi parlare un po' con qualcuno"; dice entrando con insicurezza, dentro la mia stanza. Mi siedo sul bordo del letto, e inizio ad osservare la ragazza davanti a me. E' identica a Katherine, eppure più osservo i suoi movimenti impacciati e goffi, il suo modo di parlare con garbo e gentilezza, o mi soffermo a guardare con più attenzione i suoi occhi, più mi rendo conto che queste due ragazze non potrebbero essere più diverse tra di loro. "E' stato Stefan a parlarti di me"; affermo sicura di ciò che le sto dicendo; "si"; tentenna un po', sembra molto a disagio qui con me, come se la mia presenza la intimorisse; "non ti offendere, ma non voglio l'aiuto di colei che tormenta i miei fratelli"; replico con un tono abbastanza infastidito. E' solo sua la colpa di tutto questo folle e pericoloso piano, se lei non avesse rubato il cuore di entrambi i miei fratelli, io non avrei mai conosciuto Kol, e sopratutto la mia vita non si sarebbe aggrovigliata con quella dei Mikaelson. Elena abbassa il suo sguardo verso il pavimento, in fondo anche lei sa di aver sbagliato, anche se continua a vivere come se niente di tutto questo la turbasse; "non era nelle mie intenzioni fare del male a Damon"; ribatte senza aver il coraggio di guardarmi negli occhi; "più ti osservo, più continuo a pensare che tu non abbia mai scelto davvero". Ho notato gli sguardi che lei e Damon si scambiano quando Stefan non c'è, e lei non sembra affatto indifferente a lui, anzi sembra completamente catturata e soggiogata da Damon; "sono venuta da te per parlare di Kol, per aiutare te"; precisa iniziando ad alzare il tono della sua voce. "Tu lo ami"; ridacchio guardandola a braccia conserte, è così palese, lei è innamorata di Damon, non avrebbe mai reagito in questo modo se così non fosse. "Ti sbagli, non amo Damon"; ribatte spalancando i suoi occhioni da cerbiatta indifesa; "invece è proprio così. Io non ti ho mai menzionato Damon"; sottolineo soddisfatta; "e tu lo ami?"; Controbatte con decisione, quasi in segno di sfida la dolce ed ingenua Elena; "riesce a confondermi, a farmi provare emozioni che credevo spente da molto tempo ormai"; le confido abbassando l'ascia di guerra per pochi istanti. Lei si avvicina a me, cercando in qualche modo di creare un contatto; "siamo entrambe in lotta con noi stesse, e i nostri sentimenti. Il nostro cuore è diviso fra due fratelli"; le lancio un fugace occhiata severa. Credo che in qualche modo stia tentando di giustificarsi, cercando dei punti in comune con me; "Io non sono divisa fra due fratelli"; le urlo con impeto; "sono costretta a fingere di amare quell'ibrido. Se solo avessi il potere di scegliere, se fossi libera come lo sei tu, io sceglierei Kol"; continuo cercando di calmarmi. Non volevo reagire in questo modo, ho sicuramente esagerato, però detesto tutti questi intrighi, ho paura che Elena, nonostante sia diversa da Katherine, divida i miei fratelli proprio come è già accaduto in passato. "Giudicami pure, ma non ho scelto io di amarli entrambi"; urla lei a sua volta, facendomi rammentare una frase, che Katherine mi ripeteva assiduamente, è giusto amarli entrambi, sosteneva quella arpia. E adesso a distanza di un secolo nulla sembra essere cambiato. Sospiro guardando Elena dritta negli occhi, cercando di calmare il mio animo turbato; "sono i miei fratelli e odio vederli soffrire, scusa se ho alzato il tono della mia voce"; i nostri visi si rilassano, e finalmente entrambe mettiamo da parte ogni disaccordo o rancore; "è ammirevole il modo in cui sacrifichi i tuoi sentimenti verso Kol, solo per aiutarli"; sorrido ad Elena con un pizzico di amarezza; "sono la mia famiglia, e morirei per loro"; "ho un fratello, capisco quello che intendi dire"; replica sorridendomi con dolcezza. Conosco ogni punto debole di entrambi i miei fratelli, ogni pregio ogni piccola sfaccettatura dei loro caratteri, completamente differenti, per questo motivo credo di avere la giusta coscienza per affermare che Elena non è adatta a Stefan. Sono fermamente convinta che lei sia destinata a Damon, darebbe a mio fratello quella dolcezza, e quell'amore che non è mai riuscito ad avere, ma di cui ha maledettamente bisogno. "Elena sei una ragazza dal cuore nobile, ma devi scegliere chi dei due amare. Non pensare scioccamente, come Katherine, che amarli entrambi sia giusto"; le consiglio prima di uscire fuori dalla mia camera, lasciandola in balia dei suoi pensieri. Non appena metto piede in corridoio, mi rendo conto che vicino al bordo della rampa delle scale, c'è Stefan. Ha fra le mani una sacca di sangue, ed il suo sguardo mi sembra un po' perso e disorientato; "hai sentito?"; Gli chiedo addolorata per il suo stato d'animo; "ogni parola"; risponde un po' distaccatamente; "mi dispiace"; mi affretto a dire, avvicinandomi a lui; "una parte di me n'era consapevole". Perchè fa così male?, Vorrei poter traferire tutto il dolore che al momento sta provando, su di me. Stefan ha il medesimo sguardo di Damon quando Katherine mi ha confidato di amare Stefan. Ed anche quella volta nell'osservare il dolore di Damon, una parte di me soffriva in silenzio. "Sono pronta andiamo Stefan"; le Dice con un finto entusiasmo Elena, cercando di far finta che quello che ci siamo dette non sia mai accaduto; "si certo"; Stafan mi guarda abbozzando un lieve sorriso; "noi stiamo andando al grill, se ti va dopo raggiungici"; mi propone con premura; "va bene"; replico salutandolo con un piccolo cenno. Esploro quasi l'intera casa, in cerca di quelli che sono i miei ricordi perduti. Ho ritrovato per caso, il piccolo passaggio segreto che usavo ogni qual volta volevo nascondermi da Damon e Stefan, quando mi costringevano a fare qualcosa, come magiare le verdure, fare il bagno o andare in chiesa la domenica, solo per non destare sospetti sulla nostra particolare famiglia. E' non è affatto raro, che mi domandi come tutti questi bei momenti siano diventati solo dei sbiaditi e lontani ricordi. A volte nelle giornate più nere, chiudo gli occhi ed immagino, quei piccoli quadretti di vita quotidiana, dove tutto era più semplice e felice. Approfitto della assenza dei miei fratelli, per poter parlare liberamente e senza censure con Cami. Prendo il cellulare dalla tasca dei miei jeans e digito il numero della mia amica. "Ciao Cami"; le dico usando un tono dolce; "Charlotte"; esclama lei con entusiasmo, sono tre giorni che non la chiamo, per via dei perenni controlli da parte di Damon, non voglio che lui senta quello che ho da dire a Camille. "Come stai?"; Mi domanda preoccupata; "non lo so"; replico sospirando; "l'hai sentito?"; Mi chiede senza specificare il soggetto, tanto fra di noi è superfluo, sappiamo a chi ci riferiamo; "no, non ho il coraggio di chiamarlo"; ammetto sedendomi sul divano di velluto; "dovrai affrontare il problema prima o poi"; sorrido fra me e me, mi mancavano i suoi consigli del tutto professionali; "si lo so bene"; le rispondo sbuffando, non ho ancora il coraggio necessario per parlare con Kol, temo che possa scoppiare nuovamente quel fuoco vivo e passionale fra noi due; "io capisco che Kol non è di certo il ragazzo ideale"; afferma Cami, facendo nascere sul mio viso un leggero sorrisino divertito; "l'hai detto tu stessa è pieno di difetti, però nonostante questo lui ti piace. Quindi dimmi cos'è che ti trattiene?"; mi domanda con il tipico tono che usano gli psicanalisti. Cosa dovrei dirle?, Che devo fingere di amare Klaus, perché devo ucciderlo?. Sospiro leggermente; "non voglio rovinare la nostra amicizia". Dopo questa mia affermazione da film romantico scadente, posso consegnarmi il premio per la ragazza più inetta dell'anno. "Non vorrei farti pesare tutta la vicenda, ma hai rovinato tutto nel momento in cui siete andati a letto insieme"; mi fa notare con un po' di durezza, in fondo però usa questo tono perché vuole aiutarmi; "lo so, per questo è tutto così..."; vengo improvvisamente interrotta dal suono persistente del campanello di casa. Forse sarà quello smemorato di mio fratello Damon, dimentica sempre le chiavi di casa. Mi soffermo un secondo a pensare più lucidamente, di solito quando dimentica le chiavi Damon entra dalla finestra. O questo è un suo modo per infastidirmi, o non è lui che suona alla porta. Cami continua a rimproverarmi amichevolmente per telefono, ma al momento sono abbastanza occupata ad aprire la porta, per ascoltare con attenzione cos'ha da dirmi la mia amica. Quando spalanco la porta, il mio cuore cessa di battere; "Kol"; sussurro senza fiato. L'Originale è proprio difronte a me, con i suoi occhi vivaci e il suo sorriso sfrontato; "Cami ci sentiamo dopo"; Le dico con un filo di voce, chiudendo la chiamata, senza mai distogliere lo sguardo da lui. Più i suoi occhi mi scrutato con indiscrezione, più il mio corpo è invaso da scariche elettriche da mille volt; "ciao dolcezza"; mi saluta con la sua voce calda e roca; "devi spiegarmi tante cose"; continua, facendosi spazio verso la mia dimora, senza alcun permesso; "Kol vattene via da qui"; gli intimo con durezza. Lui con assoluta scioltezza, si siede sul divano di casa mia continuando a guardarmi con aria di sfida; "costringimi tesorino"; mi provoca sorridendomi beffardamente. "Kol per favore"; lo supplico con la voce tremante. Lui si alza dal divano, avvicinandosi a me con lo sguardo serio e profondo; "per quanto ci provi a capirti, non ci riesco"; mi scosto da lui ad ogni passo che fa verso di me, quasi come se lo temessi. E forse lo temo, non la sua figura, ma l'effetto che i suoi occhi hanno su di me. "Mi confondi, riesci a mettere in subbuglio la mia mente. Detesto l'effetto che hai su di me. Odio non sapere cosa cosa c'è davvero dentro la tua testa"; le sue parole calme e decise, mi agitano mi provocano un terremoto dentro; "allora non farlo, non provarmi a capire"; tentenno nervosamente. La sua presenza mi intimorisce, al punto da far tremare ogni cellula del mio corpo; "no Charlotte, io non mi tirerò indietro, non permetterò che sia Niklaus ad averti per sé"; ribatte avvicinandosi sempre di più a me. Io cerco di scappare da lui, ma il mio corpo aderisce senza volerlo contro la parete, e adesso lui mi ha in pungo. "E se io avessi scelto lui?"; Domando alzando il tono della mia voce contro di lui; "tu non puoi pretendere il mio amore"; continuo cercando di non farmi tradire dai miei veri sentimenti; "hai usato il periodo ipotetico, il che significa che non hai ancora preso una decisione"; ribatte lui con un ghigno alquanto soddisfatto; "Kol sei così immaturo"; sospiro con aria seccata; "si lo sono, e tu sei pazza di me, ma non vuoi ammetterlo"; mi sussurra avvicinando le sue labbra al mio orecchio; "cosa ti fa pensare che io possa solo provare qualcosa per te?"; Chiedo a denti stretti, abbastanza indignata per il suo comportamento; "Perchè se in questo preciso istante ti baciassi, tu non muoveresti un muscolo"; mi sussurra sfiorando il mio collo, depositandoci un leggero ma dolce bacio. Le sue labbra si spostano lentamente dal mio collo, alle mie labbra, e senza apporre alcuna resistenza, mi lascio baciare. Perché devo perdermi in questa maniera così irrefrenabile in lui?. Le sue forti braccia mi circondano la vita, avvolgendomi completamente. Le mie mani stringono i suoi capelli, e con irruenza continuo a baciarlo. "Visto?"; Mi sussurra vicino alla labbra, guardandomi negli occhi; "ti odio"; sibilo senza fiato; "no, non è vero"; ribatte, riprendendo a baciarmi con maggiore furia. Il mio corpo si stringe al suo, abbandonando ogni forma di razionalità, lo spingo verso il divano senza smettere di assaporare le sue morbidi e fameliche labbra. Lo faccio distendere sul divano, i nostri occhi occhi si guardano intensamente, e le nostre mani vagano sui nostri corpi ormai frementi dalla voglia di unirsi in un unica sostanza. "Ma che bel quadretto romantico"; sobbalzo terrorizzata verso il camino, intanto Kol si alza tranquillamente dal divano, sistemandosi la sua giacca di pelle; "che ci fa quell'essere qui?"; Mi urla mio fratello Damon, che entrato in un momento davvero sbagliato, insieme la sua presunta ragazza che osserva Kol da capo a piedi; "mi offendi se mi chiami così, ho un cuore"; commenta Kol sarcasticamente; "sarà meglio..."; corro verso mio fratello, fermandolo da un'azione che potrebbe costargli la vita; "Damon ascoltami, è colpa mia, lascialo stare"; lo supplico con gli occhi pieni di paura; "difenditi pure l'Originale sorellina"; il suo tono pungente e freddo, mi trafigge il cuore. Non era mia intenzione difendere Kol, dovrebbe comprendere da solo che attaccando in quel modo L'Originale, di certo non ne sarebbe uscito vivo. Damon si rifugia al piano di sopra insieme a Faith, lasciandomi nuovamente da sola con Kol. Il mio sguardo imbarazzato, guizza da una parte all'altra della stanza, senza mai posarsi su Kol. "Io devo andare al Mystic grill"; lo informo tentennante; "vuoi che venga con te?"; Chiede con voce del tutto limpida e serena. Poggio i miei occhi su di lui, e mi rendo conto che sul suo volto vi è un sorriso smagliante, che in qualche modo riesce a coinvolgermi, trascinandomi con lui nella sua stessa allegria; "dai andiamo Originale"; esclamo ridendo, voltandomi verso la porta. Non posso farmi sempre trasportare, quasi perdendo il lume della ragione. Devo imparare a controllare quei sentimenti che pian piano stanno prendendo il sopravvento su di me, che mi ricordano quanto sia intenso e travolgente, amare qualcosa senza nessun limite. Devo parlare con Kol, spiegargli una volta e per tutte che fra di noi, oltre una profonda amicizia, non potrà mai esserci nulla. Spero di essere credibile ai suoi occhi, mentre le mie labbra, pronunceranno una simile menzogna.

Un piano quasi perfetto {The Originals}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora