Capitolo 12: Avevi promesso

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Sono giorni che qui a Mystic Falls piove a dirotto. Ho sempre amato la pioggia e l'odore del terriccio bagnato. Sono seduta sul portico del giardino interno della mia villa, fra le mani tengo una tazza fumante di cioccolata calda. Fisso quasi incantata i chicchi di pioggia che cadono sull'erba. Il mio rapporto con  Damon si complica ogni giorno sempre di più, se continueremo a farci la guerra in questo modo, finiremo con il perderci per sempre, e non voglio che questo accada. Mentre il mio sguardo continua a perdersi nel movimento perpendicolare della pioggia che si frantuma sull'erba, una mano si poggia sulla mia spalla, istintivamente mi volto e mi risveglio dal mio perenne stato pensieroso. Sono giorni che non faccio altro che pensare a ciò che sta accadendo a New Orleans, lì la situazione degenera minuto per minuto, ed ogni secondo che scorre potrebbe essere l'ultimo che io e Kol trascorriamo qui nella mia città, insieme ai miei fratelli e senza pericoli imminenti. E non posso fare a meno di avere paura. Paura di perderlo, paura che tutta la nostra momentanea felicità, finisca da un momento all'altro. "E' arrivato il momento di smetterla di torturarti in questo modo"; mi suggerisce sedendosi sul portico di fianco a me, mio fratello Stefan; "non ci riesco perché ho la sensazione che tutto sta crollando"; gli confido, poggiando la testa sulla sua spalla; "tutto si risolverà vedrai. Damon si calmerà ed i Mikaelson troveranno la soluzione per quel problema"; cerca di rasserenarmi con premura mio fratello, mentre mi accarezza dolcemente i capelli; "io lo amo davvero Stefan, e non voglio perderlo"; gli dico alzando il mio sguardo quasi disperato verso di lui; "andrà tutto bene". Mi lascio avvolgere dal corpo di mio fratello, sento invadere il mio corpo dal suo amore fraterno ed affettuoso. Mi nascondo come una bambina fra le sue braccia, che per un attimo mi fanno sentire al sicuro dal mondo intero. Dopo quel piccolo momento familiare, io e Stefan siamo rientrati in casa. Kol è in soggiorno, sta leggendo un libro di incantesimi, mentre Damon è in camera sua con la sua ragazza Faith. Mi avvicino al divano dove Kol è seduto, avvolgo le mie braccia intorno al suo collo, e bacio la sua guancia; "stai cercando un incantesimo per aiutare tua sorella Freya?"; Gli domando cercando di capire per quale motivo è così concentrato su quel libro di magia nera; "si più o meno. Ma al momento non ho trovato niente che possa esserci d'aiuto"; mi spiega chiudendo il libro, riponendolo sul tavolo davanti a lui. Con una mossa inaspettata, Kol mi afferra i polsi e mi distende sopra di lui. Adesso i nostri visi si sfiorano e si sorridono; "però posso rimandare la mia ricerca, adesso voglio concentrarmi su di te"; mi sussurra con voce profonda, facendo scivolare le sue grandi mani sul mio busto; "ci sono entrambi i miei fratelli in casa"; gli ricordo abbozzando un lieve sorriso; "allora è più eccitante"; replica guardandomi con occhi pieni di malizia; "non adesso"; lo ammonisco in tono brioso, lui in risposta alla mia affermazione sbuffa roteando gli occhi; "va bene"; afferma un po' seccato; "ma rimani sul divano con me"; mi ordina molto dolcemente, stringendomi avidamente a sé. Senza obbiettare mi abbandono fra le sue braccia, respirando il profumo della sua pelle. Questo è un momento perfetto, sembra quasi surreale. Le sue mani mi accarezzando ed io mi lascio coccolare, beandomi di ogni sua carezza. "Perché non può essere sempre tutto così perfetto come adesso?"; Domando sospirando; "perché hai scelto un Mikaelson"; risponde con voce scura Kol; "si, e non mi pento un solo attimo di questo"; replico alzando il mio viso verso i suoi occhi che mi sorridono con amore. Rimaniamo l'intero pomeriggio l'uno fra le braccia dell'altro, senza dire nulla, a parlare erano solo i nostri corpi, che in silenzio si amavano. "Charlotte che bello vederti"; Urla con entusiasmo Faith, facendo sobbalzare dal divano sia me che Kol. Guardo la ragazza con aria davvero cupa e preoccupata, l'odore del sangue che le continua a scivolare lungo il suo collo, pervade le mie narici. Damon si sarà nutrito di lei, dimenticandosi di guarirla. Subito rivolgo il mio sguardo verso Kol, che sta cercando in tutti i modi di trattenersi e di resistere al suo istinto. "Faith non muoverti"; le consiglio spaventata. La ragazza notando gli occhi rossi di Kol, inizia tremare di paura; "va tutto bene";  la tranquillizzo, nonostante sia preoccupata per la reazione che sta avendo Kol alla vista del sangue. Faith continua a tremare come una foglia e perdere sangue, non riesco a capire per quale motivo mio fratello Damon non l'abbia guarita. E mentre mi pongo questa domanda, quell'imbecille di mio fratello fa il suo ingresso nella stanza e sembra preoccupato quanto me; "Faith ti avevo detto di rimanere a letto"; le urla contro infuriato; "perché non l'hai soggiogata?"; Chiedo in preda alla rabbia; "dovevo andare a farmi una doccia, credevo non si muovesse da letto"; replica alzando il tono della voce contro di me. E mentre io e mio fratello discutiamo animatamente, Kol perde del tutto il suo scarso autocontrollo, e in un secondo si avventa su Faith; "no non farlo"; urlo supplichevole. Damon prova a spingerlo via dalla sua ragazza, che intanto grida terrorizzata, ma Kol essendo molto più forte lo respinge con molta agilità e facilità. Continuo a supplicarlo di lasciarla, di smetterla, ma è tutto inutile. Ha perso il controllo di se stesso. Solo quando il copro ormai senza vita di Faith è completamente dissanguato, lui la accascia delicatamente sul pavimento, rendendosi conto di quello che ha fatto. Io lo guardo con il viso rigato di lacrime, mi ha delusa un'altra volta. I suoi occhi mi scrutano pieni di rimorso; "avevi promesso Kol"; grido piangendo; "non guarirai mai"; continuo a voce sommessa. Lui è immobile difronte a me, i suoi vestiti sono sporchi di sangue innocente, e dai suoi occhi traspare del pentimento. Damon preso dall'ira, scaglia contro il camino Kol, che questa volta non si difende. "Damon"; urlo preoccupata per lui.Non voglio che Kol faccia del male anche a lui. I due iniziano a lottare furiosamente. Devastano l'intero soggiorno, e nonostante questo continuano a prendersi a pugni. "Basta"; grida Stefan dividendoli; "vattene da casa nostra"; gli suggerisce pieno di rabbia Stefan al mio ragazzo, che fissando il corpo della sua ultima vittima decide di non replicare, e di ascoltare l'ordine di mio fratello. L'osservo uscire dalla mia villa, in preda alle lacrime. "Hai visto cos'ha fatto?. Adesso sarai felice?"; Mi rimprovera Damon, rinfacciandomi quello che lui considera un mio errore; "non doveva mettere piede in questa casa"; continua infuriato; "mi dispiace"; singhiozzo piena di dolore; "era una ragazza innocente"; commenta Stefan cercando di sollevare il corpo di Faith dal pavimento. "Kol è solo un mostro"; sottolinea Damon, versandosi del bourbon; "voi invece siete degli eroi?. Vi ricordo che anche noi siamo vampiri, anche noi abbiamo ucciso persone innocenti". Sono stanca delle loro lezioni di morale. Siamo assassini spietati quanto Kol, quello che ha fatto oggi con Faith, io ed i miei fratelli l'abbiamo fatto per decenni con altri innocenti. Adesso solo perché loro hanno scelto di essere degli eroi, non da loro il diritto di giudicarlo con così tanto odio. "Smettila di difenderlo, guarda in faccia la realtà lui non cambierà mai. Noi abbiamo avuta la forza di combattere la nostra natura"; replica Damon gridandomi ad un centimetro di distanza dal viso; "lui è diverso, c'è qualcosa che lo tormenta e che lo rende debole difronte alla sua natura di vampiro", ribatto usando il suo stesso tono; "sei solo una visionaria. Ma se vuoi adesso corri da lui, tanto è questo che vuoi fare no?"; Abbasso il mio viso, rivolgendolo sulle mie scarpe; "va' da lui. Però ricordati che oggi hai appena perso un fratello". Mi volto nuovamente con aria turbata verso Damon, e lo fisso piangendo. Non può farmi questo, sono sua sorella; "Damon non puoi dire sul serio"; interviene Stefan, cercando di farlo ragionare; "invece si fratello. Non voglio avere niente a che vedere con i Mikaelson, creano solo problemi"; replica voltandosi dall'altra parte della stanza, ignorandomi del tutto; "Damon ti prego"; lo supplico quasi senza fiato. Ma lui non si degna neanche di guardarmi. E piena di dolore, esco come un fulmine da casa mia, in cerca di Kol. Fuori piove ancora, e la pioggia si mescola con le lacrime che continuano a scivolare sul mio viso. Seduto sul ciglio della strada c'è Kol, sembra disperato quanto me. Lo raggiungo e mi fermo dietro le sue spalle, tanto so che si è già accorto della mia presenza; "non dovresti essere qui insieme a me"; commenta senza neanche voltarsi; "il mio posto è qui con te"; replico con aria decisa; "dovresti odiarmi, esattamente come fanno i tuoi fratelli, ho appena ucciso una ragazza innocente"; ribatte alzandosi in piedi, voltandosi verso di me. Tremo davanti il suo sguardo spento ed interrotto; "si dovrei odiarti, dovrei aiutare i miei fratelli a chiuderti in una bara per l'eternità"; ribatto con aria infuriata, anche io sono arrabbiata per ciò che ha fatto a Faith, ma non riesco ad odiarlo; "allora fallo pugnalami con la daga, liberati di me"; urla impetuoso contro di me; "non posso, non riesci proprio a capirlo?"; Domando in modo retorico, avvicinandomi a lui con la sua stessa rabbia. Lo guardo e vorrei davvero odiarlo, detestarlo fino a trovare il coraggio necessario per pugnalarlo. Ma nonostante la rabbia e il rancore, la paura di perderlo è molto più forte; "ti guardo Kol e vedo il mostro che sei, e nonostante io sia come te, le tue azioni mi spaventano. Perdi il controllo e ci sono attimi in cui spegni ogni sentimento"; gli dico abbassando il tono della mia voce, ormai stanca. La pioggia continua a bagnarci e lui sembra ancora pieno di ira; "vattene adesso, tanto non cambierò mai. Sono una bestia giusto?"; Chiede con frustrazione. Scuoto il capo, trattenendo le lacrime, perché non riesce a capire quello che provo per lui?. "Sono qui pur sapendo che i miei fratelli mi odieranno, e non si fideranno più di me. Perché non lo capisci Kol?"; Urlo piena di disperazione; "si sei un mostro, ma non riesco a smettere di amarti"; gli confesso avvicinandomi a lui, mentre mi osserva spalancando i suoi occhi nocciola; "la tua vita sarebbe più facile se io ti lasciassi per sempre"; mi sussurra poggiando la sua fronte contro la mia; "è vero Kol. Ma non ci sarebbe più una vita per me, senza di te"; replico perdendomi nei suoi occhi; "ti cercherei pure all'inferno, e ci resterei in eterno solo con te al mio fianco"; continuo in un leggero sussurro, mentre la pioggia ricade sui nostri visi. Rimaniamo qualche secondo in silenzio fermi in quella posizione, senza preoccuparci della fredda pioggia. Non possiamo decidere chi amare, non possiamo controllare questo sentimento, anche quando esso è un errore. Sono consapevole che rimanere al fianco di Kol, non sarà affatto semplice, ma sarebbe solo un'inutile sofferenza separasi l'uno dall'altro. Combatteremo insieme i suoi demoni. "Ti amo"; mi sussurra prendendo il mio viso fra le sue mani. Le mie labbra socchiuse si aprono mostrando un sorriso di pura felicità; "ti amo anch'io"; replico avvolgendo le mie braccia intorno al suo collo, lui mi bacia dolcemente sulle labbra. Sento il suo profumo, così confortevole che sospiro di piacere tra le sue labbra . Siamo sul ciglio della strada, la luce del sole è scomparsa del tutto, e noi non abbiamo un posto dove dormire, dato che non posso tornare a casa dai miei fratelli. Propongo a Kol di andare in un piccolo albergo nelle vicinanze, almeno per questa notte. Ci sistemiamo in una piccola stanza d'albergo un po' angusta e poco ospitale, ma non abbiamo molte scelte, questa essendo una piccola cittadina non offre alberghi a cinque stelle, solamente dei piccoli bed and breakfast. Le pareti della nostra stanza sono ingiallite a causa dell'umidità, e un odore alquanto sgradevole pervade le nostre narici; "accogliente questo albergo"; commenta Kol, mentre si spoglia per asciugarsi e far asciugare i suoi vesti bagnati a causa della pioggia; "ho visitato posti migliori"; sospiro sedendomi sul letto polveroso di quella stanza, inizio a provare del reale ribrezzo. "Se ci facessimo una doccia insieme?"; Mi suggerisce Kol, avvicinandosi a torso nudo verso di me; "sempre se qui esiste una doccia"; scherzo io, facendolo sorridere; "in ogni caso un passatempo riusciremo a trovarlo". Con desiderio faccio scorrere le mie mani sul suo corpo tonico e marmoreo; "mostrami cosa potremmo fare"; gli sussurro all'orecchio, mordendolo delicatamente; "iniziamo con il toglierci questi vestiti"; mi suggerisce iniziando a sbottonare la mia camicetta bianca completamente zuppa di acqua piovana. Chiudo i miei occhi e cerco di abbondarmi a lui, lasciando ogni problema e ogni pensiero lontani dalla mia mente, almeno per qualche ora. Adesso voglio solo essere completamente sua. Lui sarà sempre un problema, e sarà sempre la cura. Continuerà a sbagliare, ma chi non commette degli errori?. Litigheremo ancora e ancora, ma che ben vengano questi momenti. Non faranno altro che farci crescere, e forse ad ogni litigio ci ameremo di più. Perché chi trova il coraggio di rimanere dopo aver visto il peggio di te, merita di essere amato. Io per lui ci sarò sempre, e i suoi dolori e i suoi demoni saranno anche i miei.

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