Fisso con aria un po' annoiata il fondo del mio bicchiere ormai vuoto. Lorenzo mi ha lasciata nuovamente da sola, da quando ha visto Elijha Mikaelson nei paraggi, non ha fatto altro che correre da una parte all'altra del locale, per controllare che tutto sia sicuro. Ovviamente al suo fianco c'è il suo inseparabile amico. Damon ha sempre odiato la famiglia Mikaelson, quindi è più che felice di aiutare Lorenzo a far si che tutto sia sotto controllo. Dal momento che l'atmosfera tranquilla della festa, è stata ormai rovinata dall'arrivo imprevisto di Elijha, non mi rimane che ordinare un altro drink. "Portami della tequila"; dico al cameriere, iniziando a tamburellare le mie unghia sul bancone, facendo guizzare il mio sguardo da una parte all'altra del locale, in cerca di Lorenzo, o di uno dei miei fratelli. Ma all'orizzonte non vedo nessuno, solo le mie amiche che ballano e si divertono serene. "Ti va' di ballare?"; Mi domanda alle mie spalle, il piccolo Gilbert, come continua a chiamarlo Damon; "Jeremy sparisci"; gli rispondo con aria seccata. Lui un po' deluso si allontana, ed io ritorno a guardarmi intorno, ancora più nervosa di prima. "Sei stata davvero scortese con quel ragazzo"; dice all'improvviso una voce alle mie spalle. Mi soffermo un attimo, prima di voltarmi verso quella voce, perché io l'ho già sentita quella voce, molte volte, nei miei sogni e nei miei incubi. "Ho già un fidanzato, ed è molto geloso"; replico voltandomi verso la figura alle mie spalle. Rimango qualche secondo inerme, senza alcuna spiegazione plausibile. Il ragazzo davanti a me, mi sorride un po' con arroganza, ed i suoi occhi mi scrutano profondamente. Ed inspiegabilmente la sua presenza mi inquieta. Continuo a fissarlo, studiando il suo volto; "prendi da bere?"; Mi domanda con garbo, indicandomi lo sgabello di fianco al mio. Senza proferire parola annuisco, ed il ragazzo dagli occhi vivaci, ed dal sorriso carismatico, si siede al mio fianco. "Quello che ha preso lei"; dice al cameriere, continuando a guardare me. I suoi occhi scrutano, senza dire una parola, ogni centimetro del mio corpo. Un po' in imbarazzo, scosto il ciuffo laterale dei miei capelli dal mio viso, e schiarisco la mia voce; "Ovunque tu andrai io sarò"; dice all'improvviso, mentre osserva la mia collana, da cui non riesco a separami. "Conosci il Latino?"; Domando esterrefatta, in pochi ormai conoscono questa lingua così antica; "si diciamo che ho approfondito degli studi al riguardo"; replica scrollando le sue spalle, senza dare tanta importanza alla cosa. Sorridendogli calorosamente gli porgo la mia mano; "mi chiamo Charlotte Salvatore"; mi presento con garbo. Lui afferra con vigore la mia mano e la stringe. In qualche modo però questo leggero contatto fra le nostre mani, mi fa rabbrividire. "Kol Mikaelson"; si presenta, lasciandomi senza fiato. Avevo davanti i miei occhi un vampiro Originale, e non me ne sono resa conto. "Sei anche tu un vampiro Originale?"; Domando retoricamente, sgranando i miei occhi; "si, sono il fratello minore"; risponde accarezzandosi il capo con la mano. "Ho conosciuto i tuoi fratelli, è davvero strano che non abbia conosciuto anche te"; gli rivelo un po' perplessa; "sono stato lontano per un bel po' "; replica con voce insicura, sospirando e guardando altrove; "problemi con la tua famiglia?"; Chiedo con curiosità. C'è qualcosa nei suoi occhi nocciola che rivela della sofferenza. "Più o meno"; risponde vago. Kol mi sorride debolmente e si espone verso di me, facendomi sussultare leggermente. Il mio cuore all'improvviso inizia a battere freneticamente, e quando i suoi occhi si soffermano quasi con violenza su di me, inizio a respirare debolmente; "prova a ricordare"; mi sussurra con voce tremante. Con lieve paura mi scosto da lui e nervosamente gli sorrido; "ricordare cosa?"; Domando corrugando la mia fronte. Kol distoglie il suo sguardo, sembrando in qualche modo deluso; "cos'è che devo ricordare?"; Chiedo nuovamente spinta dalla curiosità. Il vampiro mi osserva, ed inarca un debole sorriso forzato; "ero convinto che io e te c'eravamo già visti in passato"; risponde scuotendo il capo. Leggo della frustrazione nel suo viso e tanta rabbia contro se stesso. E più i miei occhi guardano i suoi, più la sua sofferenza la percepisco viva e dentro di me. "Piccola mia, con chi stai parlando?"; Alle mie spalle compare Lorenzo, che con gelosia poggia le sue mani sulla mia vita. "Kol Mikaelson, mi stava dicendo che forse ci siamo incontranti in passato"; dico a Lorenzo rendendolo partecipe della conversazione; "Davvero?"; Domanda fingendo di essere sbalordito, come un vero ineducato; "ho solo detto a Charlotte di ricordarsi se prima di questa sera ci fossimo già incontrati"; replica Kol, continuando a guardare Lorenzo con evidente e percepibile astio; "io non credo proprio"; si affretta a dire Lorenzo, prendendo la mia mano con avidità; "andiamo principessa"; mi ordina quasi in modo categorico, cercando di allontanarmi da Kol. Con rammarico e mortificazione, saluto con un semplice cenno della mano Kol, e seguo senza ribattere Lorenzo, che mi dovrà molte spiegazioni una volta tornati alla villa. "Damon"; Urla Lorenzo camminando a passi felpati verso l'uscita del locale. Mio fratello in un lampo compare davanti a noi; "dobbiamo andarcene"; gli dice con affanno. Io ormai stufa del loro comportamento del tutto inappropriato, intervengo; "non verrò con voi finché non mi raccontate cosa sta succedendo"; dico adirata, incrociando le braccia al petto. Sia Damon che Lorenzo si guardano con complicità fra loro, ma nessuno dei due osa parlare. "Non succede nulla sorellina"; interviene Stefan, raggiungendoci; "dobbiamo solo ospitare per qualche giorno due vecchi amici"; continua mentre Eijha e Kol compaiono di fianco a lui, sorridendo con arroganza sia al mio ragazzo che a mio fratello. "Non pensarci neanche Stefan. E' una follia"; esclama urlando infuriato, Damon; "non facciamo scenate qui fratello, ne parleremo a casa. Solo io e te"; specifica guardando sottecchi Lorenzo. L'aria intorno a noi è davvero tagliente e spigolosa, non mi piace affatto essere in mezzo ai loro disaccordi. Torno in auto insieme a Lorenzo, nessuno dei due parla. Io sono troppo arrabbiata e confusa, e lui sembra frustrato e nervoso per via dei due Mikaelson. Entro in casa, sbattendo violentemente la porta e con impeto raggiungo la mia camera. Lorenzo mi segue ed entra dopo di me nella stanza. Chiude la porta e si passa una mano sul viso, cercando in qualche modo di calmarsi; "conoscevi già Kol?"; Domando quasi con rabbia; "no"; risponde, fin troppo velocemente; "invece sembrava di si. Lo fissavi in un modo molto ambiguo"; affermo gesticolando nervosamente; "faceva il don Giovanni con la mia ragazza, forse è per questo che non ero lieto della sua presenza"; si giustifica tentennate. Conosco bene Lorenzo, e decifrando i movimenti del suo corpo, deduco che mi sta mentendo. "Dimmi la verità Lorenzo"; esclamo senza più tanti giri di parole; "è un Mikaelson, e loro non mi sono mai piaciuti. Sono spietati e crudeli"; replica con occhi pieni d'odio nei loro confronti; "non parlare così di loro"; dico istintivamente senza neanche pensare. "Adesso li difendi?"; Mi chiede turbato; "no. Non lo so. Credo che non dobbiamo giudicarli per il loro passato"; affermo del tutto confusa. La mia testa è in confusione, una valanga di ricordi interrotti, attraversano la mia mente. Ho tanti ricordi dei Mikaelson, ricordi perlopiù positivi. Come ad esempio quello di Elijha che mi abbraccia con affetto, prima di partire. Odio non riuscire a ricordare, odio dover vivere senza sapere la verità. "Sapevo che l'arrivo di quel Kol avrebbe rovinato ogni cosa"; borbotta Lorenzo sottovoce. Il mio sguardo guizza senza indugio su di lui, e con un'espressione abbastanza infuriata mi soffermo a guardarlo; "cosa?"; Chiedo fingendo di non aver sentito; "niente"; dice scuotendo il capo, facendo finta di essersi calmato, con l'intento di far calmare anche me; "tu mi nascondi qualcosa. Chi è davvero Kol?. E perché tu ed i miei fratelli lo conoscete?"; Lo accuso severamente, puntandogli il dito contro. Lorenzo con rabbia, senza darmi una risposta, colpisce il muro della mia stanza e fugge via. Rimango immobile a fissare la porta, respirando a fatica. Niente mi è chiaro, anzi, è tutto buio. Vorrei che qualcuno mi desse delle risposte sincere, e che nessuno mi mentisse più su ciò che è accaduto a New Orleans. Quando esco dal mio stato catatonico, decido di cambiarmi d'abiti, e velocemente indosso una vecchia felpa e dei Jeans. Scendo al piano di sotto, e quando sento le voci dei miei fratelli discutere animatamente in cucina, senza far rumore mi nascondo dietro la porta, iniziando ad ascoltare la loro conversazione. "Speravo che non si svegliasse più"; sento lamentarsi Damon; "sapevi che sarebbe potuto accadere"; replica Stefan; "non voglio lui ed Elijha a casa mia"; urla infuriato Damon; "dobbiamo molto alla famiglia Mikaelson e tu lo sai bene"; sembra volerlo fare ragionare Stefan; "non deve rovinare la sua vita. Adesso è felice"; insiste Damon, sembrando dal tono di voce afflitto; "sai anche tu che è tutta una recita"; ribatte infine Stefan uscendo dalla stanza. Mi nascondo dietro le scale, e quando Stefan è abbastanza lontano esco, raggiungendo Damon, che è uscito fuori nel portico. Sta osservando pensieroso il vuoto, ed io in silenzio mi avvicino a lui; "c'è un tassello della mia vita che sembra essere completamente vuoto. I miei ricordi di un anno fa sono confusi e sempre più sbiaditi. E vorrei davvero con tutta me stessa non sentire più questo vuoto opprimente"; gli confido con voce tremante e debole. Damon rivolge il suo viso verso di me, i suoi occhi sono scuri e malinconici; "Lottie devo..."; Damon viene bruscamente interrotto da Lorenzo, che è appena comparso alle nostre spalle; "possiamo parlare"; dice rivolgendosi a me con aria dispiaciuta; "non adesso"; lo ammonisco ancora infuriata nei suoi confronti. Non ho voglia di ascoltare le sue scuse, non adesso che Damon sembra volermi dire qualcosa di molto importate; "Charlotte ascoltami"; urla funesto. Con aria sconvolta mi volto verso di lui. Non mi aveva mai urlato con così tanta rabbia prima d'ora. Mio fratello notando il comportamento di Lorenzo si avvicina a lui assottigliando lo sguardo, e serrando i suoi pugni; "voglio solo proteggerti"; sussurra quasi con un filo di voce, placando sia la sua rabbia che quella di mio fratello. Scuoto il capo un po' stanca di tutte le loro giustificazioni inutili; "da cosa?"; Domando palesemente frustrata; "da quell'essere"; replica Lorenzo alzando nuovamente il tono della voce; "Kol è un mostro, devi stare alla larga da lui"; sembra quasi ordinarmi con autorità; "non mi sembra affatto un mostro"; ribatto con assoluta convinzione. Ho guardato Kol negli occhi questa sera, ed ho visto tanto dolore, sofferenza, tormento ed anche tanto amore. Ma non ho visto nessun mostro, solo un animo in cerca di qualcosa ormai perduto. "Invece lo è"; afferma con ira Lorenzo; "anche la sua stessa famiglia l'ha allontanato, pur di non avere contatti con lui"; continua prendendo la mia mano. Mi scosto leggermente da lui e poggio il mio sguardo su mio fratello che sembra voler dire qualcosa, senza avere il coraggio però di contraddire l'amico. "Ho bisogno di riposare"; dico ad entrambi entrando in casa. Damon voleva dirmi qualcosa, e questo Lorenzo lo sapeva bene, per questo gli ha impedito di parlare. Quei due covano qualcosa, ed io scoprirò quale segreto continuano a celarmi. "Charlotte, sono davvero lieto di vederti"; dice Elijha, non appena varco la porta del soggiorno. L'Originale mi sorride debolmente, ed è visibilmente sincero nei miei confronti; "Elijha, è passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo visiti"; mi avvicino a lui un po' insicura. Non so se fidarmi pienamente di lui, però il mio istinto continua a rassicurami, ripetendomi che sono al sicuro. "Come stai?"; Mi domanda sedendosi sul mio divano; "non lo so"; rispondo sospirando, sedendomi al suo fianco; "ho ascoltato per caso la lite fra te ed il tuo fidanzato"; mi rivela con un tono quasi dispiaciuto; "Lorenzo è solo molto geloso, vede fantasmi laddove non esistono"; ammetto, sfogandomi senza inibizione; "tu sei speciale Charlotte, è comprendo bene la paura che ha Lorenzo di perderti". La voce calma di Elijha rievoca in me alcuni ricordi, che riguardano entrambi. Questa non è la prima volta che lui mi rassicura in questo modo, quando ero a New Orleans molte volte le sue parole ed i suoi nobili consigli mi sono stati d'aiuto. E solo adesso riesco a ricordarmene. "Elijha vieni devo parlarti"; lo richiama mio fratello Stefan. Elijha con gentilezza mi saluta e raggiunge Stefan, e lo segue fino alla sua camera da letto. Rimango seduta sul divano a fissare il fuoco del camino. "E' così interessante il tuo camino?"; Mi chiede Kol, sedendosi al mio fianco. Lo guardo di sfuggita, sorridendo; "molto più interessante di tutti i miei problemi"; replico ridendo cercando di alleggerire tutti i miei cattivi pensieri. Kol alle mie parole inizia a ridere, ed io non posso fare a meno di pensare alle parole di Lorenzo sul suo conto. Perché non riesco a credere che possa essere un mostro, esattamente come lo descrive Lorenzo?. Perché al contrario io sento una strana sensazione di protezione e sicurezza in sua presenza?. "E quali problemi affliggono una così dolce ragazza?"; Mi domanda con vero interesse. Sospiro poggiando la testa sul morbido schienale del divano; "credo che le persone intorno a me continuano a mentire sul mio passato"; gli confido, giocando distrattamente con la punta del cuscino, soffermando di sfuggita il mio sguardo su i suoi occhi vivaci e nocciola; "a volte le persone che ami mentono, ma lo fanno per il tuo bene"; dice senza distogliere gli occhi dal mio viso. E' strano l'effetto che il suo sguardo ha ogni volta su di me, inspiegabilmente mi sento debole, fragile ed il mio corpo è come soggiogato. "Lorenzo dice che sei un mostro"; gli rivelo a bruciapelo, facendo nascere sul suo viso un'espressione malinconica. Kol per un attimo distoglie i suoi occhi da me, e sospira iniziando a fissare il vuoto davanti a sé. "si è vero. Una volta ero crudele, dissennato e privo di ragione. Distruggevo tutto, prima che tutto distruggesse me"; replica continuando a fissare il vuoto, però con occhi più lucidi, sul punto di piangere; "ero un mostro, fino a quando una luce non ha iniziato a schiarire le buie tenebre che si celavano nella mia anima"; continua voltandosi verso di me. Ci guardiamo a vicenda senza dire nulla, persi nei nostri sguardi. Quasi tremo, davanti alla sua presenza. Mai prima d'ora avevo visto tanta malinconia, celarsi negli occhi di qualcuno. "Kol la tua stanza è pronta"; senza volerlo mio fratello Damon, interrompe quell'intenso scambio di sguardi, ed io per un attimo mi sono sentita in colpa verso Lorenzo, perché mai guardando un paio di occhi mi sono sentita così al sicuro. Mi alzo dal divano, sistemandomi un po' distrattamente i miei capelli; "buonanotte Kol"; gli dico abbozzando un sorriso, che lui ricambia; "buonanotte Charlotte". Salgo con uno strano nodo al petto, le scale che portano al piano di sopra, non riesco proprio a spiegarmi perché la presenza di Kol Mikaelson riesce a destabilizzarmi. Quel suo sorriso carismatico, e quei suoi occhi così pieni di vita, che celano in realtà ogni cosa, mi incuriosiscono a tal punto da voler conoscere tutto su di lui. Tolgo i miei vestiti ed indosso un completo intimo. Oggi è stata una lunga giornata ed ho proprio bisogno di dormire; "mi dispiace averti urlato contro"; esordisce Lorenzo entrando in camera; "ed a me dispiace che dormirai insieme a Stefan questa notte"; ribatto prendendo il suo cuscino dal letto, con il chiaro intento di lanciarglielo sul viso; "non fare la bambina capricciosa adesso"; mi rimprovera esasperato; "ho sbagliato lo ammetto. Però adesso basta continuare questa discussione"; continua cercando di farmi ragionare; "non ho voglia di dormire insieme a te, non ci riesco sono troppo arrabbiata. Domani quando sarò più lucida potremmo parlare civilmente"; gli dico spingendolo verso la porta, mentre tiene fra le mani il suo cuscino per la notte. Chiudo la porta, lasciando Lorenzo fuori la camera. Ho solo bisogno di dormire, sono stanca di pensare, perché ogni volta che lo faccio è una vera tortura, perché c'è sempre qualcosa che non riesco a ricordare, ed è davvero frustrante ed opprimente. Adesso non ho più alcun dubbio, tutto ciò che non ricordo, riguarda qualcosa di molto importante. L'ho compreso quando i miei fratelli discutevano fra loro. Non ho idea cosa vogliono celarmi, però sono sicura che riuscirò a scoprirlo. Mi addormento pensando a quali strane emozioni mi hanno investito quando i miei occhi hanno incontrato il viso di Kol. Vorrei non provare quello che provo, perché credo che sia sbagliato, ma non posso farne almeno.
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Un piano quasi perfetto {The Originals}
FanfictionCharlotte Salvatore é la sorella minore sconosciuta a tutti di Damon e Stefan. Non si parla ormai con i propri fratelli da quasi un secolo a causa di una lite scoppiata per colpa di Kathtrine Pierce. Stufa dei loro litigi per quel pericoloso triang...