Capitolo 23: Il risveglio

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Caro diario {18 novembre 2017}
È passato ormai più di un anno da quando sono ritornata a vivere insieme ai miei fratelli. Circa un anno e mezzo fa mi avevano contattato, dopo un secolo che non ricevevo notizie da parte loro, con il solo scopo di usarmi come arma per uccidere un ibrido millenario. Ma il loro piano era fin troppo pericoloso, e non appena Klaus ha scoperto del piano, i miei fratelli sono corsi a salvarmi. Almeno è questo che da sette mesi continuano a ripetermi. Poiché molti dei miei ricordi sono andati perduti. Sono davvero fortunata ad avere al mio fianco Damon e Stefan, mi fido ciecamente di entrambi, e so per certo che fra di noi non esistono segreti. La vita qui a Mystic Falls è abbastanza quiete. Ho finalmente compreso che è questo il mio posto nel mondo. Non voglio più fuggire, ormai non ce n'è più bisogno. Per secoli ho vagato per il mondo, adesso mi godrò la mia immortalità, come ho sempre desiderato, al fianco dei miei fratelli, e del mio Lorenzo. Com'è strana a volte la vita, mai avrei pensato che un giorno mi sarei innamorata di Lorenzo, per me lui non era altro che un buon amico, invece un giorno, all'improvviso ho iniziato a guardarlo con occhi diversi, ed ora la mia vita non sarebbe più la stessa senza di lui.

Chiudo il mio diario, richiudendolo a chiave dentro il cassetto del mio scrittoio. Guardo la mia stanza e sospiro del tutto serena, continuando a pensare alla mia vita insieme ai miei fratelli. La stessa vita che per un secolo ho tanto agoniato. Perché la verità è che i legami familiari, sono quelli indissolubili, quelli che alle volte vorresti spezzare. E cerchi di farlo, ma inutilmente, perché alla fine si ritorna sempre nell'unico luogo dove nessuno osa mai abbandonarti davvero, perché in fondo la famiglia è il luogo più sicuro dove nasconderti quando tutto intorno a te è troppo vacillante e poco sicuro. E la presenza dei miei fratelli in questo periodo della mia vita, è stata davvero essenziale. Sono gli unici che custodiscono i miei ricordi un po' confusi, e pian piano mi stanno aiutando a rimettere insieme i pezzi mancanti della mia lunga permanenza a New Orleans. Alzo ulteriormente il volume dello stereo della mia camera e, senza inibizione, inizio a ballare, con indosso solo un finissimo completino intimo, saltando sopra il mio letto. Sotto lo sguardo compiaciuto e divertito del mio ragazzo Lorenzo; "Dai balla insieme a me"; lo incito urlando piena di energie; "mi piacerebbe, ma ti ricordo che hai un impegno con Elena"; replica prendendomi fra le sue braccia; "mi stavo divertendo"; affermo guardandolo con un sopracciglio alzato. Con irruenza poggia le sue labbra sulle mie, ed io con passione ricambio il suo bacio; "con me potresti divertirti di più"; mi sussurra, sfiorando con la lingua il lobo del mio orecchio; "ho un impegno ricordi"; puntualizzo ghignando fastidiosamente, poggiando i piedi sul freddo pavimento della mia camera; "sei spietata"; mi dice mordendosi le sue carnose labbra. Con sensualità mi volto verso la porta della mia camera, e prima di varcare la soglia, mi soffermo a fissarlo con aria beffarda, facendogli l'occhiolino prima di uscire dalla camera. Lorenzo scoppia a ridere divertito, ormai dovrebbe essersi abituato alla mia leggera pazzia. Riempio la vasca da bagno, non ho molto tempo a mia disposizione per potermi preparare. Ho promesso ad Elena che saremmo andate a fare shopping in centro, oggi è il compleanno di Caroline la sua migliore amica, nonché la nuova fiamma di Stefan. Immergo il mio corpo nella vasca piena di schiuma, e sospiro godendomi le sensazioni rilassanti che stanno invadendo il mio corpo. Da quando io e Lorenzo stiamo insieme, la mia vita è davvero più stabile e serena. Ho ritrovato dentro di me il piacere di poter vivere insieme ai miei fratelli, e finalmente ho trovato qualcuno che mi ama, mi rispetta e che darebbe la sua vita per me. Ma in questi ultimi sette mesi, non ho mai smesso provare una strana sensazione di vuoto e smarrimento, quando ogni volta cerco di rammentare l'anno precedente. A volte inizio a pensare che non abbia vissuto davvero quell'anno, ogni frammento di ricordi che mi rimane mi sembra quasi fittizio ed irreale. Ma non mi crogiolo mai su ciò che è stato, in fin dei conti non è accaduto nulla di così importante o devastante, è stato un anno noioso come molti altri. L'unica nota positiva è stato aver conosciuto Lorenzo, il vampiro con cui desidero passare il resto della mia vita. Avvolgo un asciugamano intorno al mio corpo e ritorno in camera mia. Apro il mio armadio, iniziando a cercare qualcosa di casual da poter indossare. All'improvviso mentre osservo minuziosamente il mio riflesso allo specchio, sistemando la piega della mia maglia rosa, il mio sguardo si sposta involontariamente su un abito rosso, che quasi avevo dimenticato di avere. Lo prendo fra le mani e l'osservo con curiosità. Una strana sensazione di dolore e malinconia, senza alcuna spiegazione, si prende possesso di me, e con paura riposo velocemente il vestito dentro l'armadio. "Tutto bene?"; Mi domanda Lorenzo, alle mie spalle; "si, credo di si"; rispondo un po' sconvolta da ciò che è appena accaduto."Sei bellissima"; mi sussurra dolcemente Enzo avvolgendo le sue braccia intorno alla mia vita. Sospiro senza rispondere, limitandomi a sorridere garbatamente. Lascio Lorenzo da solo in camera, e mi affretto a scendere al piano di sotto, ho davvero bisogno di uscire con Elena, mi piace parlare con lei, ha dei modi davvero dolci e soprattutto sinceri nei miei confronti. Il nostro rapporto è cambiato radicalmente da quando ha deciso di rimanere al fianco di Damon. Adesso siamo buone amiche, passiamo molto tempo insieme, e non posso negare il fatto che lei da quando è un vampiro è diventata molto più disinibita e divertente. Entro dentro la cucina, ed afferro da sopra il tavolo una sacca di sangue, iniziando a sorseggiarla davvero affamata. "Così ti affoghi sorellina"; mi richiama Damon, attirando la mia attenzione su di lui; "ho davvero molta fame"; ammetto continuando a bere il sangue dalla sacca, fino a quando non ho ingerito anche l'ultima goccia. "Dov'è Elena?"; Gli domando, pulendomi le labbra sporche, con la punta del mio indice; "È al piano di sopra, stava per scendere"; risponde cercando anche lui una sacca di sangue dentro il frigo; "dove sono le altre sacche?"; Chiede con aria infuriata; "le abbiamo finite, quella che ho bevuto, era l'ultima"; replico mordendomi il labbro inferiore. Damon mi fissa infuriato, spalancando i suoi enormi occhi blu; "avevamo deciso che avremmo fatto attenzione con le scorte di sangue"; mi rimprovera severamente; "in questa casa abitano cinque vampiri, e dobbiamo limitare il più possibile la nostra sete. Se dovessi uccidere qualcuno ricordati che la colpa sarà solo la tua"; continua puntandomi il dito contro. "Nessuno ucciderà nessuno"; esordisce Stefan entrando in cucina, tenendo fra le mani, un enorme contenitore cliogeno pieno di sacche di sangue; "buon appetito"; esclama poggiando le sacche di sangue sul tavolo della cucina. Damon senza indugiare si serve la sua quotidiana merenda, ed io mi soffermo ad osservarlo con tenerezza. Da quando ho deciso di stabilirmi definitivamente a Mystic Falls, ho compreso quanto poco conoscessi i miei fratelli. Damon nonostante sembri inscanfibile, arrogante e totalmente egoista, in realtà cela un dolore interiore che nel corso della sua vita non ha mai superato. Ha sempre tenuto per sé il dolore dell'abbandono da parte di nostra madre, non e ha mai fatto parola con nessuno, eppure dal giorno in cui io e la mia curiosità, abbiamo rievocato la memoria di nostra madre, questo suo dolore latente e nascosto dentro di lui, ha iniziato a tormentarlo di nuovo. Ragion per cui non ho più osato parlare di lei. Tanto sarebbe inutile farlo, ma so perfettamente che qualcosa in lui, dopo quella conversazione, è mutato. "Sei pronta?"; Chiedo ad Elena, che è appena apparsa in cucina, smagliante più che mai; "si non vedo l'ora di provare tutti gli abiti da sera del negozio vicino il grill"; replica piena d'entusiasmo. Damon si avvicina ad entrambe, sul suo volto c'è stampata un'espressione divertita; "grazie al cielo non mi sottoporrai ad una simile tortura"; dice, rivolgendosi ad Elena, che lo fissa con un sopracciglio alzato; "preferisco di gran lunga passare il mio tempo con Charlotte che insieme a te"; ribatte lei con aria orgorgliosa ed al contempo divertita; "fate le brave, e sopratutto non mangiate anime innocenti strada facendo". Al solito Damon ci annoia con le sue inutili ed opprimenti raccomandazioni. Ed io ed Elena come al solito, sospriamo esasperate fingendo di ascoltarlo. Non nego che io ed Elena insieme ci divertiamo forse fin troppo, ma credo che siamo abbastanza grandi per saper badare a noi stesse. "Ciao Damon"; lo salutiamo in coro, prima di uscire velocemente e raggiungere la mia nuova e stupenda auto sportiva. "Come vanno le cose con Lorenzo?"; Mi domanda la mia amica, mentre continuo a guidare verso il centro della città; "bene, alla grande oserei dire. Lorenzo è davvero premuroso e dolce, oltre ad essere molto sexy"; ridacchio divertita insieme ad Elena; "sono davvero felice per te. Ti meriti davvero un po' di serenità"; afferma con uno strano tono di voce. La guardo un attimo di sfuggita, senza riuscire a comprendere le sue parole. Prima di Lorenzo non ricordo che io sia stata infelice o altro. Sicuramente lui mi rende una persona più solare, però anche prima di lui se ben ricordo ero felice e sopratutto serena. Lascio cadere il discorso, focalizzando l'attenzione di Elena, sulla serata che ci aspetta; "che tipo di vestito vuoi indossare?"; Le domando mentre parcheggio la mia auto proprio davanti il negozio d'abiti da sera; "un'elegante abito blu. Caroline ci ha proibito di indossare il rosso"; mi ricorda divertita, imitando l'atteggiamento della sua migliore amica un po' pazza ed eccentrica. Entriamo nell'atelier, e senza indugiare, io ed Elena iniziamo a provare quasi tutti i vestiti esposti. Ci divertiamo a sfilare sul corridoio dell'atelier indossando abiti stupendi e molto costosi. Tra tutti gli abiti che vi sono lì, e che ho provato, rimango folgorata in particolar modo da un bellissimo abito nero a sirena, tutto in pizzo pregiato, sicuramente fatto a mano. Mi avvicino con cautela a quell'abito e l'osservo con aria sognante; "è un pezzo unico"; afferma la commessa dell'atelier, che notando la mia curiosità, si è avvicinata; "è stato fatto a mano, e viene da New Orleans"; mi spiega con gentilezza la ragazza. Alle sue parole qualcosa dentro di me inizia a turbarmi, ho ancora tante domande senza risposta sul mio periodo a New Orleans, è come se avessi una questione lasciata in sospeso lì. "New Orleans?"; Domando confusa; "si, c'è stato gentilmente regalato da un uomo molto distinto ed elegante. Ci ha detto chiaramente che questo è un abito pregiato"; annuisco alla commessa, continuando a fissare con aria quasi sognate l'abito davanti a me, sfiorando con le dita il busto. "Lo prendo"; affermo senza pensarci una seconda volta; "n'è sicura?"; Esclama con evidente sorpresa la commessa, continuando a guardarmi come se avessi appena detto una follia; "l'abito costa più di diecimila dollari"; continua iniziando ad irritarmi; "bene allora non sarà un problema per lei prenderlo e sistemarlo in una busta per me, adesso"; le dico infastidita, soggiogandola. La commessa fa immediatamente ciò che le ho ordinato, intanto mi precipito da Elena che sta provando dentro uno dei camerini dell'atelier, un abito blu, esattamente come lo desiderava lei. "Sei davvero bella"; commento guardando la mia amica dalla testa ai piedi; "Damon avrà la bava alla bocca non appena ti vedrà"; le dico, facendo nascere sul suo volto un bellissimo sorriso smagliante e solare. Elena più cortesemente paga il suo vestito, mentre io esco dal negozio senza neanche salutare. Mi accomodo sul sedile della mia auto, poggiando le mani sul volante, aspettando con pazienza che Elena esca dal negozio. Il vestito che ho appena preso è meraviglioso, e sopratutto dietro di sé cela uno strano mistero, rievoca in me delle strane emozioni, tutte diverse fra loro. "È davvero tardi, abbiamo passato l'intero pomeriggio chiuse dentro il negozio"; esclama con un velo di ansia Elena entrando in auto; "tra meno di due ore inizierà il compleanno di Caroline"; continua guardando con disperazione il suo orologio; "siamo vampiri, la velocità è il nostro punto di forza"; replico sorridendo con arroganza, premendo il piede sull'acceleratore. In pochi minuti arriviamo a casa, dove i nostri cavalieri ci aspettano con impazienza. "Alla buon ora"; esclama con molto sarcasmo Damon non appena io e la sua ragazza varchiamo la soglia della porta. Al suo fianco c'è Lorenzo anche lui un po' arrabbiato per il nostro ritardo; "non fate i fidanzati brontoloni, il compleanno è tra un'ora e mezza"; dico rimanendo calma, cercando con il mio smagliante sorriso di placare la loro rabbia; "andate a prepararvi"; sospira Lorenzo, indicandoci le scale. Io ed Elena corriamo al piano di sopra, entusiaste di poter indossare i nostri nuovi abiti. Le feste di Caroline sono sempre le più divertenti ed eleganti, è una ragazza particolare e un po' sopra le righe, ma rende molto felice mio fratello Stefan, che dopo la sua rottura definitiva con Elena, ha combattuto fortemente contro il suo lato oscuro. Per fortuna la sua amicizia con Caroline l'ha aiutato, ed ora finalmente ha trovato la quiete. Io ed Elena ci sistemiamo i capelli. Io li raccolgo e li lego, facendo una semplice coda laterale, arriciandoli sulle punte. Apro la cerniera della busta dov'è custodito il mio nuovo abito. Mi soffermo a guardarlo un attimo prima d'indossarlo, ho come la sensazione di averlo già visto. Quando chiudo la cerniera laterale dell'abito, Elena si immobilizza a guardarmi esterrefatta; "Lorenzo morirà non appena ti vedrà"; commenta sorridendo. Mi volto lentamente verso lo specchio della mia stanza, aggiustando le piccole pieghe alla fine dell'abito. Improvvisamente mentre osservo il mio riflesso allo specchio, una strana sensazione attraversa il mio corpo e, senza alcuna spiegazione plausibile, inizio a sentire una voce roca dentro la mia testa, mentre dei piccoli frammenti di vecchi ricordi, iniziano ad apparire, un po' sfuocati e distorti, nella mia mente. Sento della musica, una melodia che risuona solo dentro la mia testa, e attorno a me ci sono molte persone. Credo di essere alla festa annuale dei Mikaelson. Ma perché riesco a ricordare solo adesso questi dettagli; "posso ballare con te?". All'improvviso il ricordo s'interrompe. Ma quella voce, che continua a ronzarmi in testa e che a volte sogno la notte, è così familiare e confortante. Però non riesco a ricordare di chi sia. "Stai bene?"; Mi domanda Elena, poggiando la sua mano sulla mia spalla. Senza essermene resa conto, sono rimasta immobile davanti allo specchio, con aria spenta e leggermente turbata. "Si sto bene, adesso però andiamo"; Le rispondo scuotendo il capo. Scendiamo le scale sotto gli occhi pieni di amore e desiderio, dei nostri cavalieri. Lorenzo mi porge con molta galanteria la sua mano; "sei una visone celestiale"; dice quasi senza fiato, baciando delicatamente il dorso della mia mano. Sorrido debolmente al mio cavaliere; "grazie, anche tu sei davvero bello". Rimanendo in silenzio, raggiungiamo in auto il Mystic grill. Non riesco a spiegarmi il motivo di tutta questa mia malinconia, ero eccitata da questo evento, non vedevo l'ora di divertirmi insieme a tutti i miei amici. Invece adesso ho solo voglia di tornare a casa. Varco la soglia del Mystic grill, e rimango stupita di come Caroline sia riuscita a trasformare l'intero locale. Sembra di essere in un elegante ristorante a cinque stelle. "Finalmente siete arrivate"; esclama quasi urlando per la gioia Caroline, correndo verso di noi; "sei bellissima"; le dice Elena, ammirando il suo costosissimo abito rosso fuoco. "Voi due siete stupende"; replica lei senza smettere di sorridere. "Ciao biondina"; la saluta mio fratello Damon; "ciao essere fastidioso"; ricambia lei infastidita. Quei due non riescono proprio a sopportarsi. Lorenzo si allontana da me, per andare a giocare insieme a Damon a biliardo, e come al solito noi ragazze rimaniamo da sole a parlare fra di noi. "Sono dei veri bambini"; commenta Elena destandomi dai miei pensieri; "si non cresceranno mai"; replico fingendo di sorridere; "sicura di stare bene?"; Mi chiede con evidente e sincera preoccupazione la mia amica; "Si, ho solo bisogno di bere qualcosa di forte"; rispondo dirigendomi verso il bancone delle bevande. Ordino al cameriere un bicchiere di whisky, e senza esitare, non appena mi porge la mia bevanda, la bevo tutta d'un sorso. Mi soffermo a guardare tutte le persone a me più care. I miei fratelli, Lorenzo, Elena e Caroline. E nonostante la mia vita sia circondata da persone che mi amano, sento lo stesso una spiacevole sensazione di vuoto perenne. Come se all'appello delle persone che amo di più al mondo mancasse qualcuno di molto importante. Scrollo questo tipo di pensieri dalla mia testa, bevendo un altro bicchiere di quell'ottimo whisky. Credo di essere un po' troppo nevrotica, devo smetterla di pensare troppo, tanto è inutile rimuginare su cose che probabilmente neanche esistono. "Charlotte"; mi richiama sembrando molto turbato, Lorenzo; "che succede?"; Replico voltandomi verso di lui. Il suo viso è palesemente accigliato, e continua a guardare attorno a sé con frenesia. "Bevi questo"; mi ordina porgendomi un bicchiere con del bourbon. Afferro il bicchiere e lo accompagno fino alle mie labbra, ma non appena il mio sviluppato olfatto percepisce l'odore nauseante della verbena, istintivamente allontano dalla mia bocca il bicchiere. Guardo con adirazione Lorenzo, che invece sembra molto preoccupato. Sul suo viso vi é stampata la tipica espressione di chi ha appena visto uno spettro vagante. "Sei impazzito per caso?"; Urlo indispettita; "c'è della verbena lì dentro"; gli faccio notare con molta rabbia. "Lo so, ma devi berla". Il mio sguardo si incupisce; "Lorenzo ora basta, non sei affatto divertente"; lo Ammomisco con aria seria e distaccata. Lorenzo si passa con leggera frustrazione una mano sul viso e sospira stanco; "non volevo farti preoccupare, ma visto che sei cocciuta, devo per forza dirtelo"; ribatte a denti stretti; "c'è Elijha Mikaelson qui fuori. Non so perché sia qui, ma quando nelle vicinanze c'è un Mikaelson, è sempre meglio giocare d'anticipo"; mi informa il mio ragazzo, porgendomi nuovamente il bicchiere pieno di verbena. "Elijha Mikaelson"; sussurro incredula. Cosa è venuto a fare qui a Mistyc Falls?. "È una follia, non mi farebbe del male"; replico scostando la mano di Lorenzo; "volevi uccidere il fratello, non credi che sia un po' azzardato da parte tua essere convinta del contrario?"; Mi domanda continuando a porgermi con instistenza il bicchiere; "tu credi che voglia uccidermi?"; Chiedo con voce tremante; "non lo so, ma è meglio bere la verbena, almeno siamo sicuri che non potrà soggiogarci". Senza ribattere ancora, afferro il bicchiere con dentro la verbena e con decisione bevo tutto d'un sorso il contento. La mia gola si infuoca, e per colpa dell'intenso bruciore tossisco rumorosamente. Spero che tutto questo almeno mi terrà al sicuro dall'Originale. Lorenzo mi sorride, accarezzando il mio viso; "io desiderio solo il tuo bene principessa"; mi sussurra sulle labbra, prima di depositarvi un bacio. Mi abbandono alle calde ed affettuose carezze di Lorenzo, senza però mai smettere di domandarmi cosa ci faccia qui Elijha Mikaelson. Temo che sia venuto per una resa dei conti, ma dentro di me una voce continua ad urlarmi che sono al sicuro, forse è Lorenzo ad essersi sbagliato. Perché l'Elijha che io ricordo di aver conosciuto era gentile nei miei confronti. Ma dal momento che i miei ricordi sono vaghi e confusi, non posso fare a meno di affidarmi quasi completamente alle parole di Lorenzo. In fondo l'istinto non ha sempre ragione.

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