Capitolo 22

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Il cellulare squilla e mi riporta alla realtà, come al solito ero assorta nei miei pensieri.
È Marco.
Dopo qualche secondo di indecisione decido di non rispondere.
Non ho voglia di parlare con lui, anche se non ha fatto nulla, anzi, ha fatto tantissimo ieri sera.
Però continuo a chiedermi se ieri sia stato solo un momento di debolezza, se io l'abbia baciato solo perché è il mio cantante preferito.
Sono cose stupide, infondo so che Marco mi piace, ma c'è qualcosa che mi frena.
Il cellulare riprende a suonare, è sempre lui.
Metto giù.
Spengo il cellulare.
Non mi sono mai sentita così confusa in tutta la mia vita.
Dopo qualche minuto suona anche il citofono.
"Sì?"
"Ehm, sono Marco."
silenzio.
Non so cosa dire n'è fare.
"Ehi, volevo chiederti se va tutto bene..."
Sento dalla sua voce che è tremendamente dispiaciuto.
Per cosa poi?
Lui non ha fatto assolutamente niente di sbagliato.
"Potrebbe andare meglio, comunque sto bene."
"Perché non mi rispondi al cellulare?"
Dice, sempre con poca voce.
"Penso di non avere sentito..."
"Cazzate."
Non so cosa dirgli un'altra volta.
"Senti, non avevo voglia di parlare, ecco."
Stiamo continuando a parlare al citofono come se fossimo con il cellulare.
"Puoi scendere un secondo?"
Rifletto per un istante.
"Arrivo."
Penso che almeno poi se ne sarebbe andato.
Scendo in tenuta da casa con le pantofole.
Lui è lì immobile che fissa il pavimento.
Appena nota la mia presenza alza la testa.
Mi guarda fisso negli occhi, il suo sguardo quasi mi fa paura.
"Mi puoi dire la verità? cos'hai?"
"Sono solo molto confusa."
"Ma su che cosa?!"
Alza la voce.
"Su tutto."
"Non so cosa dirti...pensavo di averti fatta stare un po' meglio ieri sera..."
"Ma infatti l'hai fatto, non è questo il punto, Marco."
"La verità è che dovevo stare zitto. Non dovevo dirti nulla e non dovevamo baciarci...non sarebbe successo questo."
"Forse, ma penso che prima o poi ci saremmo ritrovati comunque in questa situazione."
"Cosa vuoi fare adesso? non vuoi vedermi più? vuoi che ritorni tutto come prima?"
"No, vorrei solo che tu mi dessi il tempo di pensare, tutto qui."
"Ok, allora ciao."
Si gira e si incammina verso l'uscita del palazzo.
"Marco io..."
Mi fermo.
"Fa niente..."
Lui è uscito a passo veloce.
Appena entro in casa, risuona il citofono.
Per un momento ho sperato fosse Marco, invece è Laura.
Ho sperato fosse marco quando un attimo fa gli ho detto che mi serve tempo.
Non so cosa voglio, mi sento persa.
"Ciao Chiara!"
Mi saluta Laura.
"Ciao"
"Va tutto bene?"
"Diciamo..."
Dico senza ascoltarla troppo.
"Come mai?"
Ma è davvero Laura? non si è mai interessata a me.
"Sono successe un po' di cose non proprio bellissime..."
"Ti va di raccontarmi?"
Ci pensò un po', ma infondo ho proprio bisogno di parlare con qualcuno.
Le racconto tutto per filo e per segno, senza tralasciare nessun particolare.
"Tu dici che sei confusa, ma secondo me è tutto chiaro...tu hai solo paura."
"Forse."
Forse è così, io ho solo paura.
"Dai vai da Marco adesso."
Mi propone lei.
"No, adesso non mi sembra il caso e sicuramente conoscendolo sarà super arrabbiato."
"Comunque se Marco ti fa stare bene fregatene di tutto, stai con lui, tienitelo ben stretto."
Sorrido.
È vero, con lui mi sento bene, su questo non ci piove.
"Grazie Laura per avermi ascoltato."
Lei si limita a sorridermi.
È ora di pranzo e decido di uscire.
Forse è meglio che vada a parlare con Elena.
Vado sotto casa sua e le suono il citofono.
"Si?"
"Elena, sono Chiara, sei da sola?"
"Ehi, sì sì sono da sola vieni pure di sopra!"
Arrivata al suo pianerottolo, vedendomi, mi corre incontro e mi abbraccia.
"Chiara, temevo che non mi rivolgessi più la parola!"
Non dico nulla.
"Sai, forse in un certo senso è stato un bene che succedesse quel che è successo...almeno ho capito che Edoardo è solo uno stronzo."
"Già..."
Abbiamo iniziato a parlare come se non fosse successo niente.
Le ho parlato di quello che è successo con Marco.
"Magari, se non ti senti subito di iniziare una storia con lui, vedetevi da amici...è giusto che ti dia anche un po' di tempo, certo neanche secoli, però qualche mese sì, ci può stare..."
"Non so come reagirebbe...già quando gli ho detto che mi serve tempo l'ha presa malissimo..."
"Ecco forse baciandolo ieri sera l'hai un po' illuso e forse c'è rimasto male per quello, forse è stato solo un momento di debolezza..."
"Sinceramente non lo so, perché io a lui voglio davvero bene, però non lo so c'è qualcosa che mi frena e guarda non chiedermi cosa perché non lo so."
"Io penso che tu ti faccia solo troppi problemi...basta Chiara, segui il cuore."
"Lo chiamo?"
"Si chiamalo dai! Mettilo in viva voce."
Cerco in rubrica il numero di Marco.
Lo faccio squillare per molto ma non risponde.
Dovevo aspettarmelo.
"Dai non fare quella faccia, riproverai più tardi."
Mi dice Elena.
"Sì sì ma comunque ha ragione..."
"Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?"
"No, non ti preoccupare, la fame mi è proprio andata via sinceramente...vado dai."
Dico alzandomi dal divano.
"Per qualunque cosa io ci sono."
"Grazie."
L'abbraccio.
Esco dal palazzo di Elena.
Decido di andare a vedere se marco è a casa.
Non so come ma ci sono arrivata senza troppi problemi.
Sui campanelli ci sono i numeri e io quello di marco non lo so.
Bene.
Benissimo.
Lo richiamo un'altra volta, ma niente, non risponde.
Sono arrivata fino a qui, non ho intenzione di ritornare a casa.
Mi siedo davanti al portone, uscirà qualcuno primo o poi, no?
Io in tutto questo non so ancora se sia la cosa giusta.
Che due scatole, non ho nemmeno gli auricolari per ascoltare un po' di musica.
Oggi è proprio una giornata no.
Dopo un'ora, sentendo il portone aprirsi, mi alzo.
Esce una signora e io mi intrufolo dentro al palazzo prima che si chiuda.
Raggiungo il pianerottolo di marco e sento una dolce melodia provenire proprio dalla sua porta.
Dopo qualche secondo inizia anche a cantare: "mi chiedi cos'è la neve un po' prima che cada, non è come noi che siamo due piume nel l'aria...mi chiedi cos'è l'amore un po' prima che muoia, ma l'unica certezza che io ho è che all'imbrunire l'alba troverò."
Rimango qualche secondo lì incantata.
Quanto sono belle queste parole?
Ad un tratto la musica si spegne.
Suono il campanello senza pensarci troppo.
"Chi è?"
"Marco sono io, Chiara."
"Ho da fare..."
"Dai aprimi solo due secondi!"
"Non mi va."
"Solo un attimo!"
"Prima non avevi voglia di parlare tu, adesso non ne ho voglia io! Smettila di stressarmi, vai via!"
Mi urla.
Io non dico nulla, mi siedo sulle scale vicino alla sua porta.
Non ho assolutamente intenzione di andarmene.

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