Capitolo 15

71 17 0
                                    

Edward's pov
A quelle mie parole diventa pallida.
Si porta una mano alla testa.
«S-scusa potresti ripetere?» mi chiede, incredula, balbettando.

«Ho detto, perché hai una foto mia e di mia madre e soprattutto, dove l'hai presa»
Non riesco a capire cosa stia succedendo.

Si gira voltandomi le spalle, e infila entrambe le mani tra i capelli.
«Mary tutto bene?»
Si sposta verso il letto, lentamente.
Barcolla.
«Mary..»
Cerca un appiglio per sorreggersi e allora capisco, mi sposto dietro di lei, e la sorreggo quando cade priva di sensi tra le mie braccia.
«Mary...oh..Mary...svegliati...non fare scherzi» cerco di farla rinvenire.
Le accarezzo la pelle morbida e vellutata della guancia, che inizia a riprendere un colore roseo.
La osservo in modo accurato.
Fin da quando l'ho conosciuta ho sempre desiderato tenerla tra le mie braccia, in modo romantico.
Ha delle ciglia lunghe, sono belle, sono femminili, le donano.
È struccata, è pura.
Oggi la gente non pensa più hai dettagli, fa caso solo alle cose grandi che hanno davanti, ma alla fine sono quelle più insignificanti che lasciano il segno.
Come le spine.
Tutti a preoccuparsi di quelle che all'apparenza sembrano più pericolose, solo che poi quelle che danno fastidio, a lungo, sono quelle minuscole, le si fa fatica a vedere, e dovrai aspettare che se ne vadano da sole.
Vedo che inizia a strizzare un po' le palpebre.
Tiro un sospiro di sollievo.

Mary's pov
Non ci posso credere, non può essere.
Mi porto una mano alla testa.
Vedo tutto girare.
«S-scusa potresti ripetere?» domando chiedendo conferma di ciò che ho appena sentito.

«Ho detto, perché hai una foto mia e di mia madre, e soprattutto dove l'hai presa» ripete in tono abbastanza esasperato.

Gli volto le spalle, non riesco a sostenere il suo sguardo.
Mi metto le mani nei capelli presa dallo sconforto.
«Mary tutto bene?» mi domanda.
La testa mi gira sempre di più è inizio a sudare freddo.
Devo sedermi.
«Mary..»
Cerco di appoggiarmi comodino.
"Ti prego aiutami" penso.
Le gambe non mi reggono più.
Poi tutto buio.

«Mary...oh..Mary...svegliati...non fare scherzi» mi massaggia dolcemente la guancia.
La sua voce si fa più chiara ad ogni parola, e la sua presenza mi dona protezione.
Apro gli occhi e faccio fatica a riabituarmi alla luce.
Lo guardo attentamente negli occhi, nei suoi meravigliosi occhi azzurro cielo.
Inizio a lacrimare, anche se non ho un motivo concreto, o forse si, forse perché mi sono innamorata di lui, forse perché l'ho baciato, non un bacio normale, un bacio da innamorati, non un bacio da fratelli.

Mi aiuta a sedermi sul letto, lui si mette di fianco a me e poggia la sua mano sul mio ginocchio, come a confortarmi.

Io tengo lo sguardo basso.
Mi sento in colpa, anche se non ne ho.
Osservo la sua mano, che con i pollice fa dei piccoli cerchietti sulla mia gamba.

"Edward è mio fratello."
Queste parole mi ronzano in testa incessantemente.

«Edward» richiamo la sua attenzione, ma non ce n'era bisogno.
Deglutisco rumorosamente.
«Dobbiamo parlare.»
«Sono qui apposta.» mi sorride, incurante di ciò che succederà da qui in avanti.

Qualche attimo di attesa, cerco di prendere coraggio.
«Edward...n-non so come dirtelo, è...complicato...» lo guardo.

«Mary, anche io ti devo dire una cosa è non è facile, so che te la prenderai, e probabilmente non mi vorrai più vedere» abbassa lo sguardo.

«Edward aspetta, prima dovresti sapere...»
«No, Mary, lasciami parlare è importante.»
«Edward ascoltami non sarà mai importante come la mia» cerco di convincerlo.
«HO DETTO A BRITTANY DI BACIARE ASH» dice tutto d'un fiato.
«No, aspetta io devo dirti...un attimo...» ripercorro mentalmente quello che ho appena sentito e realizzo «...COSA?!?»
«Si..» evita il mio sguardo.
La mia faccia ora si fa seria.
«TU COSA HAI FATTO?!» gli urlo addosso alzandomi di scatto e mettendomi di fronte a lui.
«Mary, ascolta, l'ho fatto perché non potevo vedere uno come lui, che sembrava ogni volta, ti mangiasse la faccia al posto di baciarti. Tu meriti di più» si alza anche lui e mi viene in contro.
Mi prende le gracili mani tra le sue, che in confronto sono quasi il doppio.
Faccio scivolare via la sua presa, mi copro la bocca, scuoto leggermente il capo e scoppio in lacrime.
«Come hai potuto..» continuo a piangere.
Mi allontano da lui, che cerca di avvicinarsi a me per abbracciarmi.
«Vai via.» sussurro.
«Mary...»
«Vai. Via.» fredda, stringo i denti.
Indietreggia lentamente fissandomi negli occhi, poi si gira si infila una mano tra i capelli ed esce sbattendo la porta.

Mi getto sul letto con la faccia nel cuscino e scoppio in un pianto silenzioso e liberatorio.

I Miei Segreti E Le Tue PaureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora