CAPITOLO 26

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"Sto sognando per caso?" chiedo intontita a Dan.

Di colpo apro gli occhi, come in un incubo e mi trovo sdraiata per terra in mezzo alla sala da ballo.

Dan è accovacciato a terra e si sta tamponando la testa con un tovagliolo del buffet completamente sporco di sangue e solo dopo capisco che mi sta fissando, corro subito verso di lui senza guardarmi attorno.

"Dan stai bene?? Che cosa è successo?!" dico agitatissima, non ero mai stata così in pensiero per qualcuno!  Appena cerco di toccarlo, capisco che sta succedendo di nuovo, come quella volta davanti alla stazione della metro o in macchina, ero tornata ad essere un "fantasma" se si può definire così questa situazione davvero surreale.

Comincio a guardarmi intorno e questa volta però vedo qualcosa di più macabro, la gente corre ovunque urlando per cercare di mettersi in salvo, le fiamme bruciano le decorazioni floreali e gli striscioni rosa e azzurri creati da Vivian, rimango a bocca aperta e cerco di aiutare le persone intrappolate sotto i pezzi di cemento caduti dalle pareti e dal soffitto, ma non ci riesco perché nessuno riesce a sentirmi.

Non mi sono accorta subito che Dan stava chiamando il mio nome, mi giro di scatto e vedo il mio corpo ancora disteso a terra, nella stessa posizione in cui mi sono svegliata e lui che mi scuote per farmi svegliare, ma niente, io sono qui.

Mi avvicino e intanto vedo il fumo che si espande sempre di più nella sala quasi vuota, ma con gente stesa a terra che non riesco neanche a guardare.

Vedo Dan che mi prende in braccio e comincia a dare indicazioni alle altre persone di uscire al più presto; osservo il mio corpo stretto tra le sue braccia e poi guardo lui che mi osserva preoccupato, vedo il taglio profondo sulla mia guancia e l'altro sulla fronte da cui posso vedere una scheggia di vetro fuoriuscire.

Seguo Dan di corsa e mi guardo dietro per un ultima volta osservando ancora le fiamme inghiottire tutto il panorama.



Sento le orecchie fischiare come un treno in corsa e la faccia come se mi avessero preso a pugni dei pugili professionisti, apro gli occhi piano e comincio a mettere a fuoco tutto ciò che mi sta intorno.

Una stanza bianca con una finestra enorme e una tendina bianca leggera, giro la testa e vedo mio padre con una mano tra i capelli che osserva il letto dove sono stesa, perché sono in ospedale?

"Papà..." dico con voce fievole, non riesco nemmeno a parlare.

"Linnie! Oddio stai bene?!" urla scoppiando in un pianto isterico.

"Si, penso... Cosa è successo?" chiedo, "C'è stata un esplosione a scuola! Non si sa ancora come è successo ma sicuramente è stata una tragedia! Non posso credere che tu stia bene! Grazie dio!" mi spiega continuando a piangere e a ringraziare dio.

"Dove sono Dan e Kate?" all'improvviso un senso di vuoto si espande nel mio corpo e comincia a salirmi l'ansia, spero che stiano bene.

"Parli del ragazzo che ti ha salvato? Sta bene, ti ha portato qui ieri notte e poi se n'è andato! Gli sono grato per quello che ha fatto per te, se non fosse stato per lui saresti morta" "Kate non so chi sia tesoro" dice dandomi un bacio sulla fronte.

"Vuoi qualcosa da mangiare o da bere tesoro?", "Si, un po di acqua per favore" dico debole.

Non ho sete per niente ma in questo momento voglio solo stare sola per un po e pensare a quello che è successo, mi ha salvato la vita, io l'ho visto, ma perché se ne è andato subito... potevamo parlare e dove è finita Kate??

Mi alzo dal letto dell'ospedale con la flebo ancora attaccata al braccio ma appena mi alzo cado immediatamente a terra senza forze e rimango accovacciata a terra fino a quando mia nonna Grace e mio padre entrano nella stanza e mi rimettono preoccupati nel mio letto.


Apro gli occhi e sono di nuovo a letto, ma questa volta nella solita stanza e nello stesso reparto di sempre, lo conosco bene, potrebbe esserci addirittura il mio nome sulla targhetta del letto.

Comincio a piangere, scoppio a piangere.

Sono finita ancora qui sola e senza risposte, sballottata da una parte all'altra contro la mia volontà, come quando ero una bambina e cambiavo paese ogni mese, senza il tempo di farmi nuovi amici.

Adesso ero sicura, mi avrebbero cambiato ancora città a causa di questo incidente, nonna Grace non è stata in grado di badare a me, quindi ancora, si cambia: nuovi amici, nuova casa, nuovi problemi ma sempre niente amore, niente amici, niente genitori.

Solo io. Linnie e il suo problema, che non finirà mai.


DAN

"Siamo solo all'inizio io e lei" dico seccato e abbastanza incazzato.

"Cosa significa siamo solo all'inizio?! Non prendermi in giro Dan, io sono una persona che prova sentimenti per te, come tutte le ragazze che conosci a quanto pare", Vivian non la sopporto quando fa così.

"Forse non ti ricordi che abbiamo almeno una cosa in comune!" dice guardandomi fissa negli occhi.

"Smettila, non metterla in mezzo in questa cosa, non azzardarti!" dico ancora più incazzato.

"OK. Ma prima o poi dovrai dirle la verità, se davvero ti piace, se non sarai tu a farlo lo farò io" corre via sbattendo la porta, portandosi dietro con se tutto il suo rancore e la sua rabbia.

Prendo una birra dal frigo e la stappo portandomela alla bocca, spero che lei stia bene, è l'unica cosa che conta adesso.










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