CAPITOLO 13

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Stare nel letto caldo la mattina aspettando che la sveglia suoni mi sembra un incubo.

Oggi è lunedí e devo tornare alla solita routine settimanale.

La domenica l'ho passata nel New Jersey con mia nonna Grace e le sue amiche zitelle.

Avrei voluto prendere la macchina di nonna Grace e suicidarmi, soprattutto per i discorsi che facevano sul nuovo nipotino appena nato o sul figlio avvocato.

Ad un tratto i miei pensieri vengono disturbati dalla sveglia impostata sul telefono che comincia a suonare imperterrita.

Con la mano cerco di spegnerla ma non ci arrivo, allungo ancora di più il braccio, non voglio alzarmi dal letto.

Dopo svariati tentativi sento un forte dolore al fondoschiena e solo dopo mi rendo conto di essere caduta dal letto.

Perfetto. La giornata non poteva iniziare meglio.

Vado in bagno, stamattina proprio non riesco a vestirmi decentemente e decido di mettere un paio di leggins e una maglietta a manica lunga verde, ce l'ho da quando sono in seconda media ma non ho mai avuto problemi di taglia, quindi mi calza a pennello anche se, guardandola meglio su di me, è proprio oscena.

Mi metto un po di mascara e un cappellino nero con la visiera all'indietro giusto per sembrare più carina.

"I pancake sono pronti tesoro" dice nonna Grace mettendone due su un piatto e appoggiandolo al mio posto.

"Grazie" dico fissando i pancake, non ho per niente fame e ne mangio uno.

Sono già le 7.38 e devo sbrigarmi altrimenti perdo la metro.

"Tesoro ricordati di essere a casa per le due oggi!"

"Va bene nonna, ciao" dico sbattendo la porta alle mie spalle.

Chissà perchè ci tiene tanto sul fatto di tornare puntuale alle due, è da ieri che continua a ripetermelo ma non me l'ha voluto dire.

Comincio ad incamminarmi verso la metro e ad un tratto vedo Britt correre dietro l'angolo dalla parte opposta della metro, sembra in lacrime.

Decido di seguirla, arriverò di sicuro in ritardo ma non importa, voglio sapere perchè corre così di fretta e soprattutto perchè piange.

Comincio a correre con la borsa che a momenti mi fa inciampare.

"Britt!! Fermati!!" urlo in modo che mi possa sentire.

Ancora in corsa Britt si gira e mi guarda con tutto il trucco nero colante sul viso.

Appena si accorge di me si ferma di colpo e mi prende per mano trascinandomi via con lei.

Non riesco a chiederle come sta, mi sembra davvero sconvolta.

Dopo circa due minuti di corsa per tutto il quartiere ci fermiamo sotto al ponte di Brooklyn, in un posto che solo io e Britt conosciamo.  Ci andavamo sempre quando eravamo piccole e le nostre mamme si incontravano nel bar vicino per bere una tazza di tè.

"Britt dannazione mi puoi dire che cosa c'è?" dico sedendomi con la schiena contro uno dei giganteschi pilastri che sorreggono il ponte.

"Va tutto di merda e stamattina ho litigato anche con i miei genitori, sono scappata" mi dice ancora singhiozzante.

"Non voglio più tornare da loro, vado per un po a casa di Shawn, vive a Midwood".

"Cosa ti preoccupa Britt?" voglio solo farla sentire meglio.

"TUTTO, ho bisgno di qualcuno che parli con me, a scuola sono sola da quando non ci sei tu, parlo solo con Jessica e non mi ascolta per niente, è troppo impegnata a uscire con tutti i ragazzi della scuola!"

"Sapessi chi ho incontrato nella mia di scuola, se venissi un giorno a fare un giro turistico non ne usciresti viva!" dico ridendo e asciugandole le lacrime.

"Ho detto ai miei genitori che volevo cambiare scuola, venire alla tua"

"Sarebbe fantastico Britt! Loro cosa hanno risposto?"

"Hanno detto che va bene, ma devo lasciare la danza, vogliono che mi concentri sullo studio e che non pensi a nient'altro" dice fissando le piccole ondine infrangersi sul pilastro in lontananza.

"Mi dispiace tanto...  Andrà tutto bene Britt, ci sono io ora" 

"Ti voglio bene Lin"

"Anche io" dico sorridendole e avvoggendola in un forte abbraccio, so quanto è importante per lei la danza e rinunciarvi per lei non è comprensibile.

"Adesso fammi un bel sorriso però!" dico ridendo.

"Facciamoci una foto in ricordo di questa bellissima chiacchierata" dice lei.

Prendo il telefono e mettendoci in posa scatto la foto.

"Sono più bella io tanto! Chi arriva ultima è una scema!" dice alzandosi e correndo verso la strada per la metro.

Lo facevamo sempre anche da bambine, mi fa venire in mente un sacco di ricordi piacevoli.

Sommersa dai pensieri comincio a correre e cerco di raggiungerla.


La stazione oggi è particolarmente affollata e arrivate all' entrata ci dividiamo.

"Ciao Lin! Oggi pomeriggio passo da te!"

"Sono occupata Britt! Ti chiamo io domani!" dico velocemente prima che Britt scompaia nella folla.


Salgo sulla carrozza e guardo l'orario, sono le 8.37.

Entrerò con un ora di ritardo, il prof mi ucciderà ma ne è valsa la pena per Britt.


Arrivata davanti alla scuola metto via il telefono dopo aver riguardato alcuni appunti presi per l'interrogazione di oggi e vedo Kate parlare, usando il tono di voce molto alto, con uno strano ragazzo vicino a una moto.

"Sei solo una troia!" dice il ragazzo

"Vaffanculo Johnny!"

"Che cosa hai detto troia?!" dice afferrandola per un polso e spingendola a terra.

"Kate! Stai bene?!" dico correndo in suo aiuto.

Appena mi avvicino il ragazzo si infila il casco e parte a tutta velocità sulla sua moto.

"Tutto ok Kate?!" le ripeto prendendole il polso e aiutandola ad alzarsi.

"Lasciami in pace, cazzo!" dice spingendomi via e correndo in lacrime e dolorante a scuola.

E' proprio strana quella ragazza, mi dispiace vederla così, ma non c'è verso di poter parlare con lei senza ricevere minacce o spintoni.

Meglio entrare adesso, sono passati altri cinque minuti e non voglio beccarmi una nota.

Ne parlerò con Dan dopo.










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