Cap.44-un vuoto nell'anima-

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Cap.44-un vuoto nell'anima-

-disapprovai con la testa lasciando ancora una volta che le lacrime inondassero il mio viso. Non sapevo con precisione il motivo per cui stessi piangendo, sapevo solo che di certo ero stata rapita e....questo non significava niente di buono.

X: sono Tyler. -spalancai gli occhi al ricordo di lui-

Io: t-Tyler ?

T: si tesoro, e adesso vorrei continuare ció che non è stato finito. -scattai in piedi cercando di scappare ma fui bloccata contro la porta. Tentai di ribellarmi ma più lo facevo più lui si eccitava - sei in trappola, sei piccola, sei fragile, debole. -le sue labbra baciavano brutalmente il mio collo lasciando grandi segni violacei. Stappò via i miei pantaloni e la mia maglia lasciandomi in intimo, notai che anche lui era in boxer. La paura in me si fece enorme, ero terrorizzata all'idea che ....che mi avrebbe violentata e che Justin non fosse qui ad aiutarmi.

(Parte Justin )

-lentamente mi avvicinai alla porta del magazzino, Ryan e Chaz erano con me mentre Alex e Cory erano fuori pronti a distrarli con degli spari. Incominciarono a sparare e Anderson e i suoi ragazzi si girarono, caricarono le armi e spararono verso le finestre.-

Io: al mio tre ... -sussurrai, mi annuirono e prepararono le pistole- 1.....2.....3!!!! -sfondammo la porta ed incominciammo a sparare ai ragazzi che subito si accasciarono per terra sanguinanti. Mirai la pistola contro Anderson, il quale non si era girato. Sparai ma le pallottole erano finite -

Io: cazzo !!! -grugnii scaraventando la pistola a terra. Anderson si girò ridacchiando beffardamente, con le braccia tese e una pistola in mano pronta a essere usata-

A: oh, guarda chi si vede -quanto avrei voluto togliergli quel sorrisetto di merda- Justin e la sua gang...

Io: sorpreso ? -chiesi prendendolo per il culo e imitando il suo sorrisetto-

A: oh, no, per niente -disse guardandomi negli occhi- sai....forse un po' sorpreso lo sono. Non pensavo fossi tanto stupido da attaccarmi nel bel mezzo di una consegna-

Io: oh, intendi quei tizi vestiti di nero sul retro ? -indicai l'entrata con un pollice- No, non li ho visti -risposi sarcasticamente facendo una faccia seria ma allo stesso tempo comica-

A: a che gioco stai giocando ?

Io: nessuno, vogliamo giocare a nascondino ? -chiesi ancora una volta sarcastico-

A: ti ricordo che quello con la pistola sono io... -disse puntandomi la pistola. Alex mi fece un segnale e Cory mi lanciò un'altra pistola a terra-

Io: psss lo sappiamo entrambi che il migliore sono io. -dissi con fare ovvio -

A: sai benissimo che non è vero -ridacchiai-

Io: beh, sono io quello talmente scaltro e bravo, che ha ucciso tante persone, che ha preso tanti territori, ma che è conosciuto da pochi. Sono un'incubo per i gangster, sono sulla bocca di tutti i malviventi, vogliono il mio sangue ma hanno paura di me, non a caso possiedo anche Stratford, in Canada.

A: sei solo una merda !

Io: cos'è Anderson ? Ti senti fottere ? -mi spinse contro il muro con brutalità facendomi gemere dal dolore. Sferrò un pugno a lato della mia testa, arrivarono altri gangster che subito lo aiutarono cercando di spararmi ma arrivato anche i miei ragazzi che li spararono uno ad uno facendo accasciare anch'essi a terra, sanguinanti, in fin di vita. Mi ribellai da Anderson e restituì i pugni, gliene sferrai vari sul volto e sullo stomaco, dove si formò un grande livido viola. Presi la pistola da terra e spingendo Anderson a terra, la puntai contro la sua tempia.- dici la tua ultima preghiera.

A: perché dovrei farlo ? -disse sputando sangue -

Io: perchè così avrai un'ultima ma inutile possibilità per non finire all'inferno. Ma suppongo che hai fatto troppe cose brutte per non andarci.

A: come ad esempio scoparmi la tua ragazza ? Oh si, quella è stata una delle migliori.

Io: brutto stronzo !!! -dissi colpendola ancora una volta -

A: credevi che mandandola a Los Angeles sarebbe stata al sicuro ? -disse ridacchiando ma poi strozzandosi col sangue che ancora aveva in bocca, lo sputò-

Io: COSA CAZZO GLI HAI FATTO ?!?!

A: io ? No, io niente ma uno dei miei fedeli amici....si. -il sangue nelle mie vene ribolliva di rabbia, di odio. Le vene sul mio collo si gonfiarono mostrando tutta la rabbia che avevo in corpo e che avrei scagliato contro lui. Il mio istinto assassino non si tratteneva più - il mio amico Se la sta portando a letto proprio ora. -sputò - tu sei esattamente come me, sei uno schifo, una merda. Sei un'assassino. Tu uccidi per vivere, ammettilo.

Io: io uccido solo chi mi ha fatto del male!

A: cosa pensi di essere ? Una sorta di super eroe ? Ammettilo, tu uccidi perché ci provi gusto, per rilassare i nervi, per rabbia.

(Parte Sarah)

-mi baciò il collo e i seni per poi mettermi sul letto e aprirmi le gambe-

Io: ti prego, smettila... -lo supplicai piangendo a dirotto. Con un colpo solo entrò in me facendomi sentire un dolore che mai avrei immaginato, il suo calore mi portava solo dolore. Spinse varie volte fino a fare una spinta brutale e forte. Il dolore era insopportabile, ma nonostante i miei continui urli di dolore e le continue suppliche di fermarsi, non lo fece. Si avvicinò al mio collo baciandolo per poi morderlo forte facendomi così urlare per l'ennesima volta, prese i miei seni nelle mani e li strinse gemendo come un porco- mi fai schifo !! Ti prego, smettila ! -dissi piangendo-

T: zitta puttana ! Mi fermerò solo quando voglio, ti è chiaro ?!? -spinse ancora altre volte aumentando il ritmo e cominciando a gemere di volta in volta-

Io: no che non mi è chiaro ! -urlai con il viso inondato dalle lacrime-

T: ora ti faccio vedere io -disse a denti stretti. Cacciò dal nulla un coltellino svizzero e ad ogni urlo che emettevo il coltellino trapassava la mia pelle facendomi letteralmente quasi morire dal dolore.-

(Parte Justin)

Io: No !

A: si, sei esattamente come me ,non negarlo. Come io ho ucciso tuo fratello tu hai ucciso tante altre povere persone.

Io: non erano innocenti ! Mi hanno fatto provare un dolore incredibile ed io non ho resistito, hanno fatto del male ai miei cari, mi hanno lasciato un vuoto nell'anima !

A: si, lo so che è il tuo punto debole -disse per poi approfittarsi del momento e appropriarsi della pistola che avevo in mano. Mi guardò un'ultima volta puntandomi la pistola contro e ....Sparò.

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