LOUIS POV
Come previsto, mi svegliai intorno alle otto. Rimasi per un pó a rigirarmi tra le coperte fissando il soffitto.
Avevo una strana ansia per la colazione con Harry. Quel ragazzo era bello oltre ogni limite, per questo sentivo il bisogno di sistemarmi al meglio, non per rendermi piacevole ai suoi occhi, ma per sentirmi quanto meno alla sua altezza e non a disagio accanto a lui. Okay, forse anche per risultargli piacevole.
Alle nove in punto mi alzai dal letto, lo rifeci e andai nel bagno per farmi una doccia. L'avevo già fatta la sera prima, ma meglio due che una, no?
Uscito dalla doccia, decisi di disfare finalmente quella benedetta valigia. Sistemai nell'armadio le poche felpe e i jeans che avevo portato con me.
Controllai l'orologio, erano quasi le dieci.
Indossai la felpa che consideravo più carina e un paio di skinny jeans neri che, a detta di Niall mesi prima, mi fasciavano alla perfezione il sedere, pff. Mi infilai le Vans nere e mi spruzzai mezza boccetta del profumo che avevo portato.
Mi guardai allo specchio e un senso di malinconia mi invase. Non avevo mai avuto una buona autostima, anzi, il contrario. Odiavo le mie labbra troppo fine, il mio sedere troppo da donna, la mia pancetta che proprio non voleva scomparire, odiavo essere basso, odiavo la mia voce squillante. Anche adesso che osservavo il mio riflesso, pensavo che fosse tutto un totale disastro.
Dovevo cercare di pensare ad Harry solo come un possibile amico e basta, perché ero convinto che non gli sarei mai piaciuto in un altro senso. Io, semplicemente, non ero alla sua altezza.
Con le lacrime agli occhi, sbirciai nuovamente l'orario. Undici meno un quarto. Mi asciugai le lacrime con la manica della felpa verde, mi diedi un'ultima occhiata allo specchio, sistemando al meglio il mio ciuffo biondo caramello, ed uscí dalla camera.
Giunto al bar, l'orologio segnava già le undici in punto.
Presi posto in uno dei tavolini ed attesi l'arrivo di Harry.
Undici e cinque minuti.
Undici e dieci minuti.
Iniziai a pensare che non sarebbe venuto. In fondo, cosa avrebbe dovuto importargliene di me?
Undici e un quarto.
Sospirai e mi alzai dalla sedia, pronto ad andare via, quando un 'Louis!' mi fece voltare.
Harry corse verso di me.
'Sono in ritardo, lo so, perdonami. Non te ne stavi mica andando?' mi chiese, giunto di fronte a me.
'Iniziavo a pensare che non saresti venuto' risposi, abbassando lo sguardo.
'E perché non avrei dovuto?' mi domandó sorpreso. 'Non vedevo l'ora di fare colazione con te!' mi sorrise a trentadue denti, spostando la sedia per farmi sedere. 'Accomodati'.
Una cameriera dai lunghi capelli castani si avvicinò al nostro tavolino per prendere le ordinazioni. 'Cosa desiderate?' ci domandó.
'Un caffè' rispose Harry 'un cornetto con la marmellata... e tu cosa prendi, Lou?' mi chiese dolcemente.
Lou.
Lou.
Il mio cervello smise per un attimo di funzionare, prima di 'un cappuccino e un cornetto con la Nutella' rivolgermi alla cameriera. Quest'ultima annuí e 'Torno subito!' annunció, prima di andare via.
Tra me ed Harry caló il silenzio. Non uno di quei silenzi imbarazzanti che proveresti a colmare dicendo qualcosa di stupido, ma un silenzio piacevole e rilassante. I miei occhi blu oceano incontrarono i suoi verdi smeraldo, e, in quell'esatto istante, decisi che non avrei dovuto farmi scappare quel ragazzo.
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Sotto il cielo di New York- Larry Stylinson
FanfictionHarry parte per New York con il suo migliore amico per divertirsi dopo aver preso il diploma. Louis parte per New York da solo per allontanarsi da una vita che odia. I due si incontrano, e ... cosa succederá? - La ff é composta da 15 capitol...