Prologo

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Erano le 4 del mattino quando la sveglia suonò. Sbuffai sonoramente e a malavoglia mi alzai dal mio amatissimo letto. Al contatto con il pavimento freddo ebbi un brivido lungo la colonna vertebrale. Barcollando andai in bagno e mi guardai allo specchio. Avevo delle leggere occhiaie e dei capelli attaccati alla fronte per colpa del sudore. Entrai nella doccia e aprii l'acqua fredda. Iniziai a canticchiare mentre mi lavai i capelli e continuai così fino alla fine. Mi misi un'asciugamano intorno al corpo e uno sulla testa e uscì dal bagno. Guardai l'orologio e per una volta ero puntuale con l'orario. Entrai in camera, mi asciugai e poi mi vestii. Optai per una maglietta bianca con una scritta nera e i pantaloni di quest'ultimo colore. Sopra mi misi una felpa grigia e le scarpe dello stesso colore. Scesi al piano di sotto e vidi mia madre preparare la colazione mentre parlò con mio padre.

"Buongiorno famiglia!" Dissi aprendo le braccia per poterli abbracciare.

"Come stai?" Mi chiese mio padre mentre mi accarezzò la testa.

Erano sempre stati dei genitori fantastici. Mi avevano cresciuta educatamente e mi acevano dato sempre quello che volevo senza viziarmi. Avevano sacrificato molto per me e mia sorella, e non sapevo come ringraziarli.

"Tutto bene. Sono pronta per il primo giorno. In camera ho la valigia pronta."

"Sono così fiera di te. Mancherai a tutti noi." Disse mia madre asciugandosi una lacrima.

Le sorrisi e andai ad abbracciarla. Mi scappò qualche lacrima che asciugai in fretta.

"Sofia dorme ancora?" Chiesi guardandomi intorno senza trovarla.

"Si sta preparando. Vuole vestirsi bene per fare bella figura."

Sorrisi al pensiero di mia sorella. Era la persone a me più cara. L'amavo più della mia stessa vita e sapere che per molti mesi non l'avrei più rivista mi rattristì.
Dei rumori mi distrassero dai mie pensieri. Mi girai e vidi mia sorella con dei pantaloni rosa e un maglioncino con dei fiori azzurri disegnati. Le scarpe rosse e una coda disordinata. Non era vestita proprio benissimo, ma quel gesto mi fece commuovere.

"Sorellona!" Urlò mentre corse ad abbracciarmi. Mi arrivava poco più sopra del fianco e il suo naso mi fece solletico.

Sciolsi l'abbraccio e addentai un pezzo di pane e nutella.

"Porca Umbridge sono le 7! È tardi. Ciao famiglia, ci vediamo alle vacanze di natale!" Dissi per poi abbracciare uno ad uno la mia famiglia. Mi soffermai un pò di più su Sofia che iniziò a piangere.

"Ehi Sofi, che ne dici se ci facciamo una foto? Però devi assciugarti quelle brutte lacrime.-" Dissi facendo una voce buffa. Mia sorella annuì e si asciugò le lacrime. Alzai il braccio e scattai una foto.

"Dopo la mando a mamma e te la stamperà okay?"

"Okay." Disse per riabbaracciarmi un altra volta. La salitai ed entrai in macchina e partì per una nuova avventura.

Ci impiegai circa 4 ore per arrivare a Miami. Dovetti fermari a chiedere indicazioni un paio di volte ma per il resto era andato tutto bene. Iniziai a intravedere la scuola che avrei frequentato nei prossimi anni e iniziai a gioire. Parcheggiai la macchina ed entrai con la valigia. Erano le 11:15 e il primo giorno sarebbe iniziato tra tre ore.
Il primo giorno era sempre così. Iniziava alle 14:00 per dare la possibilità ai nuovi arrivati di avere del tempo per ambientarsi e fare tutto con calma. Camminai verso quella che doveva essere la segreteria e bussai alla porta. Un "avanti" un pò debole mi indicò che dovetti entrare e così feci. Entrai e già per quell'ufficio i miei occhi si illuminarono. Non era grande ma nemmeno piccolo. Era molto illuminato e in ordine. Una signora abbastanza anziana mi sorrise e si alzò dalla sedia su cui era seduta e mi venne a stringere la mano.

"Salve, mi chiamo Lucy Thompson. Sono nuova e volevo chiederle cosa dovrei fare in questo momento." Dissi un pò imbarazzata.

"Oh ma certo. Fammi vedere un pò... Thompson... Thompson... eccola quà! Guardi, queste sono le sue chiavi, la stanza è la 394. Ha una compagna di stanza. Dentro troverà tutto quello che le occorre anche il regolamento e l'orario. Penso sappia a che ora inizia oggi la scuola. Buona giornata." Disse senza smettere di sorridere. Presi le chiavi e la ringraziai.

'Chissà chi sarà la mia compagna di stanza'

Mi diressi verso la stanza 394 e vidi che la porta era diversa dalle altre. Era piene di scritte e disegnini abbastanza macabri. Entrai e i miei occhi iniziarono a brillare nuovamente quando la vidi.
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Ecco quà la mia nuova storia. Mi scuso in anticipo se troverete qualche errore grammaticale, in caso avvertitemi e correggerò subito. Spero che vi piaccia💕

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