"Ehi." Dissi sorridente.
"Ciao senti... ti devo ringraziare per prima... ecco, se non fosse stato per te molto probabilmente io sarei... ehm, morta. Mi chiamo Allyson." Disse porgendomi la mano. Gliela strinsi e le sorrisi.
"Lucy."
"Senti ti va... ti va andare a bere qualcosa al bar della scuola?"
"Abbiamo un bar?" Chiesi stupita.
"Si... non lo sapevi?" Chiese ridacchiando.
"Ehm no. In realtà non ho mai fatto il giro della scuola. So solo dove sono le mie classi e i dormitori."
"Allora bisogna rimediare. Vieni.
La seguii e per circa 1 ora facemmo il giro dell'intera scuola. Era incredibile quanto fosse grande quella scuola. Aveva addirittura una piscina per la squadra di nuoto della scuola. Per non parlare del campo da football. Il cambiamento da questa alla mia vecchia scuola era notevole, era già tanto che avevamo una macchinetta per il caffè. Andammo al bar e prendemmo qualcosa da bere. Volevo scrivere un messaggio a Isabelle ma mi resi conto che non ci eravamo scambiati i numeri.
"Allora Lucy, raccontami un po' della tua vita."
"Sono nata e cresciuta a Orlando. La mia famiglia è benestante. Ho una sorellina di 6 anni. Ho sempre amato cantare e suonare, infatti quando avevo 8 anni mi sono iscritta a una scuola di canto. Il mio sogno è quello di diventare psicologa. Penso che questo sia tutto. Tu invece?"
"Beh, io sono nata a New York e mi sono trasferita qua per il lavoro di mio padre. Da poco ho perso la mia unica ragione di vita, il mio fratellino... è per questo che mi hai vista in quello stato prima..." Disse un po' a disagio.
"Mi dispiace tanto Ally... ma non ti devi abbattere. Pensi che tuo fratello sia felice vederti in queste condizioni?"
"No hai ragione... non so cosa mi è preso. Il preside mi ha detto che mi ha preso una seduta dallo psicologo per domani."
"Penso proprio che ti aiuterà." Le dissi stringendole la mano.
Parlammo per un paio di ore fin quando non tornammo nelle rispettive stanze. Isabelle non era ancora tornata e iniziai a preoccuparmi. Decisi di andare in segreteria per cercare di farmi dare il suo numero.
"Dimmi cara che ti serve?"
"Ecco... vede, conosce Isabelle Wright? Beh è la mia compagna di stanza ed è uscita un bel po' di ore fa e non è ancora tornata. Può darmi il suo numero?"
"Non potrei per la privacy... ma dato che si tratta di Isabelle... tieni cara." Disse porgendomi un fascicolo con tutte le sue informazioni. "Solo il numero." Annuii e mi salvai il numero in rubrica. La salutai e mi incamminai verso il dormitorio e mentre lo feci chiamai Isabelle. Le prime due volte non rispose, ma alla terza verso la fine accettò la chiamata.
"P-pronto?- Chiese con... l'affanno?
"Isabelle sono Lucy... si può sapere dove sei finita?!"
"Lucy... io... io sto arrivando." Disse mentre respirava affannosamente. Aprii la bocca per parlare ma un suo gemito di dolore mi fece sussultare. Sentii poi un urlo e la chiamata finì.
Ero confusa. Era come se fossi sotto shock ma anche se in quelle condizioni, andai fuori dalla scuola e iniziai a correre per le strade di Miami in cerca della macchina di Isabelle ma risultò inutile. Dopo 2 ore di ricerca decisi di tornare a scuola e ancora nessuna traccia di Isabelle. La preoccupazione era a mille finché non sentii la porta della stanza aprirsi. Scattai subito in piedi e davanti a me vidi una Isabelle barcollante e abbastanza sanguinante. Le corsi subito incontro ma lei mi scansò brutalmente.
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Prendimi Per Mano
RomanceLucy, una ragazza di 17 anni che va in una scuola a Miami per proseguire i suoi studi. Cosa succederà quando incontrerà una ragazza diversa dalle altre? ATTENZIONE: linguaggio e contenuti forti. Se siete omofobi non leggete, grazie. Questa storia pa...