La sveglia suonò nuovamente alle 6:00 di mattina e come ogni volta mi alzai sbuffando. Isabelle aveva avuto due attacchi d'asma durante la notte e una volta era andata in bagno a vomitare. Aveva detto che era normale e che le succedeva spesso. La vidi dormire ancora ed ero indecisa se svegliarla o no. Aveva avuto una notte difficile e sicuramente aveva dormito poco. Decisi di farla dormire ancora 10 minuti e poi l'avrei svegliata per chiederle cosa volesse fare. Andai in bagno e iniziai a prepararmi. Avevo freddo e quindi decisi di mettermi una felpa abbastanza pesante. I 10 minuti erano passati e andai a svegliare Isabelle che per risposta mugolò qualcosa di indecifrabile. Decisi di lasciarla dormire e scesi a fare colazione. Per un corridoio vidi lo stesso ragazzo che stava urlando contro Isabelle il primo giorno di scuola. Stava litigando con un ragazzo. Andai dritta senza ascoltare quello che dicessero e entrai in mensa. Presi un cornetto e un cappuccino e mi sedetti su un tavolo vuoto. Dopo un paio di minuti vidi una ragazza venirmi in contro sorridendo. Si sedette vicino a me e iniziò a parlare.
"Ciao sono Sara. Ho visto che sei nuova e andiamo in classe insieme. Ho visto anche che hai difeso la problematica. Cosa ti ha dato in cambio per la tua amicizia? Soldi? Droga? Sesso?"
Sgranai gli occhi quando finì di parlare. Ma come si permetteva?
"Senti Teresa o come cazzo ti chiami. Non puoi venire qua a rompermi i coglioni dicendo cazzate del genere. Isabelle non mi ha offerto niente, sono io quella che vuole essere sua amica e voi siete delle persone senza cuore. Non oso neanche immaginare cosa le avete fatto gli anni precedenti. E non chiamarla mai più problematica!" Dissi fulminandola con lo sguardo. Lei si alzò e con un ghigno in volto si avvicinò al mio orecchio.
"Hai ragione. Non puoi neanche immaginare cosa le abbiamo fatto a quella sfigata." Detto questo girò i tacchi e raggiunse il gruppetto di amici. Sbuffai infastidita e me ne andai. Mi sedetti sul mio banco aspettando l'inizio della lezione che purtroppo non tardo ad arrivare.
"Buongiorno ragazzi. Come sapete sono la vostra professoressa di filosofia. Per chi bon mi conoscesse mi chiamo Marisa Torres. Bene, iniziamo con l'appello. Anderson? Brown? Clark? Hernandez? Montgomery?Thompson? Wright?" Al pronunciare dei nostri cognomi alzammo la mano ma quando arrivò al cognome di Isabelle nessuno rispose.
"Wright? È assente? Oh." Venne interrotta dal rumore della porta.
"Presente! Scusi il ritardo professoressa. Non mi sono sentita molto bene questa notte e ho faticato ad alzarmi.- Disse sedendosi vicino a me. Ovviamente non mancò qualche battuta di qualche deficiente ma sembrò fregarsene.
"Tranquilla cara. Non è da te marinare la scuola, sei la migliore della classe. Stai meglio ora? Sei pallida in volto."
"Stia tranquilla prof, mi sento molto meglio." Disse per poi prendere il libro e il quaderno di filosofia.
***
"Secondo voi cosa voleva insegnarci l'autore del brano?" Chiese la professoressa girando per la classe.
Nessuno alzò la mano, tranne Isabelle ovviamente.
"Secondo me l'autore voleva insegnarci che anche se ti senti giù o stai male, non devi arrenderti. Perché nel brano ha scritto "C'era un periodo della mia vita in cui vedevo nero. Poi sono andato dall'oculista e mi ha fatto mettere gli occhiali. Da lì in poi ho visto un mondo migliore.". Ovviamente l'ha detto in modo scherzoso. Ma secondo me voleva insegnarci che se stai male basta aprire gli occhi. Se c'è gente che ti fa sentire male, apri gli occhi e lasciali perdere. Se fai qualcosa che non ti piace, apri gli occhi e cambia. Se continui a fare cose che ti fanno sentire male, finirai per perdere te stesso e se ti succede, avrai perso. Ed è questo che vogliono i tuoi nemici. Farti perdere."
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Prendimi Per Mano
RomanceLucy, una ragazza di 17 anni che va in una scuola a Miami per proseguire i suoi studi. Cosa succederà quando incontrerà una ragazza diversa dalle altre? ATTENZIONE: linguaggio e contenuti forti. Se siete omofobi non leggete, grazie. Questa storia pa...