Famiglia

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Famiglia.

Sfrecciavano sulle loro scope più veloce del previsto, erano riusciti a fare il loro ultimo scherzo a Hogwarts per poi lasciarla in grande stile.
Erano felici come i bambini la sera di Natale, quando ricevevano i loro regali e scartandoli si accorgevano che era ciò che avevano chiesto a quell'uomo vestito di rosso.
L'unica nota stonata di tutta quella canzone era la madre, di sicuro non l'avrebbe presa bene e di sicuro la strigliata sarebbe durata ore, se non giorni.
In fondo la madre voleva solo che i suoi figli si assicurassero un futuro degno di nota:
Bill lavorava alla Gringott, Charlie in Romania aveva studiato i draghi per poi lavorarci a stretto contatto, Percy - pur detestandolo per ciò che aveva fatto alla loro famiglia e soprattutto alla donna che lo aveva messo al mondo - era riuscito a farsi assumere al Ministero della Magia.
E loro?
Volevano semplicemente aprire il loro negozio di scherzi, e solo grazie a Harry erano riusciti a ricevere il denaro sufficiente per poter continuare i loro esperimenti e trovare il posto adatto in cui aprirlo.
"Freddie, tutto bene?"
"Perfettamente, tu Georgie?"
"Perfettamente" i due si sorrisero infondendosi coraggio l'uno con l'altro, infondo non erano divisi ma uniti, nessuno avrebbe potuto far del male ai due se fossero rimasti insieme.
Arrivarono a destinazione, la Tana si ergeva in tutto il suo splendore, se non fosse stato per la magia quella casa sarebbe caduta a pezzi sul serio.
Ma a loro piaceva così, era bella, era pur sempre casa.
Atterrarono nel giardino, poco distanti dalla porta di entrata, udivano la loro adorata madre cantare una delle canzoni che più amava di Celestina Warbeck.
Arrivarono fino ai gradini della veranda e deglutirono, l'ansia li stava divorando vivi.
"Fred, George, che diamine ci fate qui?!" fu l'urlo alle loro spalle, non avevano pensato alla reazione del padre.
Aveva con se la solita valigetta nera e consumata, vestito con gli abiti da lavoro e il viso rosso dalla rabbia.
Non avevano mai visto il padre così, per farlo arrabbiare significava che l'avevano combinata grossa.
"Arthur caro che succe..." le parole morirono sulle labbra della donna vedendo i due ragazzi davanti a lei.
Fu una fortuna che i gemelli le corsero in contro, la donna era svenuta.
Questa volta l'avevano davvero combinata grossa.

"Ora mi spiegate che ci fate qui" disse la madre severa muovendo ritmicamente il piede sul pavimento, Arthur camminava avanti e indietro davanti al divano cercando di calmarsi mentre i due ragazzi erano seduti sul divano, vicini, e osservavano i loro genitori.
"Noi siamo scappati da Hogwarts..." iniziò Fred "Ma davvero?!" chiese ironicamente il padre facendoli sobbalzare.
"Ormai siamo maggiorenni, per il negozio aspettano solo la nostra firma poi potremmo avviare l'attività" disse George mantenendo un tono di voce neutrale.
"Non starete ancora pensando di aprire il negozio di scherzi?!"
"Sì, mamma" disse Fred usando lo stesso tono del gemello.
"E perchè mai?! Quando vi deciderete a crescere e mettere la testa a posto?!"
"Mai, noi siamo così e non puoi cambiarci, ci dispiace non renderti fiera di noi come l'hanno fatto Bill, Charlie e quell'idiota di Percy, ma questa è la nostra strada, questo è il nostro sogno" continuò nuovamente George, tra i due era il più bravo con le parole.
Molly non rispose lasciando il suo posto a Arthur.
"Capisco il vostro sogno, ma avete abbandonato la scuola, dannazione! Vi rendete conto di ciò che avete fatto?"
"Lo sappiamo perfettamente, credi che non abbiamo pensato ai pro e contro di questa faccenda? Credi che non ci sia dispiaciuto lasciare la scuola così, da un giorno all'altro?" Fred si alzò dal divano fronteggiando il padre "Fred siediti, calmati" si lasciò trascinare nuovamente sul divano dal fratello continuando a guardare il padre, tra i due era quello con meno pazienza.
Arthur non parlò, continuò ad osservare i figli, deluso ma allo stesso tempo fiero di loro, avevano lavorato tanto per quel progetto e ora lo stavano realizzando.
Deluso perchè avevano lasciato tutto senza dire niente a nessuno.
Nei due adulti c'era una battaglia in corso, Molly combatteva contro il dispiacere di non vederli realizzati come voleva lei e quello di vederli felici seguendo il loro sogno.
Arthur combatteva contro la delusione e la fierezza.
"Andate in camera vostra, ne riparleremo domani a colazione" i due si guardarono e salirono le scale in silenzio.

Si sa, la notte porta consiglio, schiarisce le idee e i pensieri, libera i sentimenti.
E così è stato per le quattro persone presenti in quella casa, dopo aver passato una nottata in bianco avvolti dai mille pensieri si erano ritrovati nella cucina della Tana, fissandosi e mangiando in silenzio la colazione.
"C'ho pensato questa notte..." iniziò il padre "...abbiamo pensato" si corresse poi guardando la moglie. I gemelli rimasero in silenzio mentre fissavano seri il padre.
"Siamo fieri di quello che siete, del sogno che coltivate, e ammettiamo di essere rimasti un po' delusi a causa della vostra scappatella da Hogwarts, ma come avete detto voi ormai siete grandi, siete maggiorenni, di conseguenza la scelta è solo vostra..." prese una pausa guardando i ragazzi, entrambi attenti a ogni singola parola del padre "...e abbiamo deciso di sostenervi in questa vostra scelta" Fred e George sorrisero per poi alzarsi e stringere il padre in un abbraccio, un singhiozzo alle loro spalle li fece staccare e sorridere ancora più ampiamente "Vieni qua mamma!" urlarono all'unisono trasformando quell'abbraccio per tre persone a quattro.
Sarebbero stati sempre uniti, per ogni decisione giusta o sbagliata.
Questo era il vero senso della parola famiglia per loro.

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