+5. Tumefatto tumefatto

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Non ci piaceva farci fare dispetti all'epoca eh, avrebbe detto Harry a Zayn se ora se ne fossero stati lì al bar, quello vicino al suo studio medico, mentre chiacchieravano dei vecchi tempi. Quelli d'oro. Quelli della giovinezza.

Te lo ricordi quando...? Zayn è quello che di solito caccia fuori tutta la voglia che ha di far lunghe passeggiate nel viale dei ricordi con Harry, quando lo vede un po' giù. Ma alla fine, Harry, è sempre un po' giù. Harry è sempre un po' triste, ad oggi. Harry è sempre malinconico – non lo diresti di primo acchito, si vede solo dallo sguardo. Ed è così da un po', ormai. Da quando ha perso l'amore.

Quando Zayn, quello adulto ma non ancora completamente maturo, ciarla di quel giorno della rissa a Harry vengono in mente svariati momenti in cui effettivamente la rissa non c'entra un cazzo di niente. Che alla fine, dopo poco, era già con un occhio nero e, meno male, santo il preside, li avevano beccati e richiamati. Non che Harry non fosse forte, Harry era un ottimo pugile anzi, ma non era un lottatore, perché lottare era ciò che lui concepiva solo idealmente. Aveva fegato sì, aveva l'ambizione e avrebbe ceduto solo dopo averle tentate tutte, e lottava per ciò che aveva a cuore. Non voleva essere un uomo che ne avrebbe tumefatto un altro.

Di certo non amava picchiare. Non gli piaceva, non come a Zayn che faceva a mala pena 62 kg. E sessanta erano di collera repressa, qualch'etto di ganja nascosta negli scarponi. Non avevano risolto un bel niente se non un richiamo perché non erano in classe a far lezione, come di norma. Era toccato il richiamo dei genitori quindi niente pick-up di Zayn per il ritorno, solo l'umiliante passaggio di Trisha Malik e Jonah Styles – lui non disse nulla a Harry, non per i primi dieci minuti di macchina.

Cominciò poco dopo quando erano quasi arrivati all'università, Harry era in silenzio mentre Jonah gli diceva d'esser deluso. Che oggi doveva lavorare. Proprio oggi che devo lavorare Harry! Continuava a ripetergli. Jonah gli diceva che avrebbe avuto un seminario molto impegnativo. Che era importante, che era in ritardo, che era uno stronzo ingrato.
In conclusione Harry non poteva essere portato da qualche altra parte se non all'Everest University, perché a Jonah mancava il tempo per poterlo riportare a casa.

"Ti attacchi al cazzo e trovi qualcosa da fare. Studia un manuale sulla buona educazione, razza di animale! Non me lo aspettavo Harry, no di certo. Guarda che faccia da coglione che ti ritrovi ora, con quell'ematoma sull'occhio. Bravo. Bravo eh, sei soddisfatto spero. Che c'è, volevi fare il duro? Spero lo veda tua madre". E bla. Bla. Bla. Harry era stremato, non voleva ascoltare la ramanzina delusa di suo padre, così, poco prima che entrasse in aula, gli disse: "Papà, mi ascolti un attimo? Mi ascolti? Mi dispiace – neanche mi piace spaccarmi le nocche. O il naso. O l'occhio, cazzo. Ancora non hai capito? Ancora non mi conosci? Non pensi ci fosse una ragione? Non credi che ci fosse un problema?"

Jonah dopo un breve silenzio in cui raccoglieva una varietà di pensieri contenenti tremendi scenari nella sua testa, preoccupato, disse: "Non posso entrare senza sapere se è grave o no. Mi tormenterei".

Non è grave, ed era vero. Quindi Harry non aveva mentito. Perciò Jonah gli chiese se fosse sicuro. Dimmelo! Pretese. Solo se lo tieni per te, reclamò Harry.

"Riguarda Sav. Sabato mattina eravamo devastati anche perché non ci spiegavamo alcune cose, alcune parti della nottata, ma soprattutto perché avevamo bevuto tutti un po' troppo e io e Zayn avevamo perso Savannah di vista. E hanno cercato di approfittarsene, pà. Immagina. Immaginati Zayn, e immaginati me. Lo sai quanto le vogliamo bene. E quanto sia insulsamente magra per potersi proteggere".

Jonah assorbì la notizia. Nella sua testa erano partite una serie di possibili conoscenze che aveva, avvocati, un agente di polizia. Voleva bene a Savannah, avrebbe denunciato lo stronzo, se fosse stato necessario! Ma ora doveva procedere col suo seminario, così lasciò Harry a vagabondare per l'università, da solo, perché a lui di seguire la lezione con l'occhio nero e il naso sanguinante non andava. "Non questa volta", gli disse Jonah prima di entrare. "Con quell'occhio fai paura – ci vediamo al bar".

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