IX. La persistencia de la memoria

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Folie à Deux

IX.

La persistencia de la memoria



Quando Alistair mette piede fuori dall'auto gli sembra di essersi svegliato nella vita di un'altra persona.

Quel luogo è immerso nel silenzio più totale che le sue orecchie abbiano mai ascoltato. È innamorato di quel luogo.

Chiude la portiera di scatto, osservando attraverso il vetro del finestrino Eleanor che non è ancora scesa, seduta sul sedile del passeggero con il borsone tra le braccia e lo sguardo fisso nel vuoto.

Hanno parcheggiato nel vialetto di ghiaia pieno di erbacce dietro la casa, dopo circa quattro ore di viaggio. Adesso è l'alba. Vedere il sole sorgere dietro le montagne delle Highlands gli fa dimenticare, per un istante, di essere con la persona che ha fatto uccidere sua moglie e suo figlio. I colori accesi del cielo, mischiati al verde foresta e al grigio della pietra e al marrone grezzo delle colline, creano una sorta di tela impressionista intorno a loro. È un'alba che vibra, l'inizio di un nuovo giorno, il principio di un poema biblico.

Alistair inspira profondamente, sentendo l'aria fredda e pungente penetrargli nei polmoni. È ciò di cui ha bisogno, il gelo, la Scozia, la morte. Quell'inconfondibile odore di natura viva e selvaggia che gli fa ricordare quanto piccolo sia l'essere umano di fronte all'immensità.

Eleanor esce finalmente dalla macchina, portando il borsone su una spalla e stringendosi nel cappotto. Gli si avvicina, ma non troppo. Lo guarda, ma non troppo.

« Siamo rimasti in Scozia » constata con voce monocorde. « Sei sicuro che non ci troveranno? »

Alistair infila le mani nelle tasche del giubbotto. « Guardati intorno. Siamo in mezzo al nulla. »

In effetti non si potrebbe trovare descrizione migliore per quell'angolo di mondo: nulla. Sono totalmente soli, insieme all'erba bagnata, il terreno solido sotto i loro piedi e le nuvole che li giudicano dall'alto.

« Siamo nei pressi del Loch Arkaig, a circa un'ora da Glencoe, se proprio lo vuoi sapere » continua lui, chiudendo a chiave l'auto e incamminandosi verso l'entrata principale della casa.

« Loch Arkaig... è a nord-ovest » replica lei, seguendolo.

« Che c'è, vuoi già tornare indietro? »

« Perché non abbiamo lasciato la nazione? » Eleanor sembra perplessa. Forse si aspettava qualche squallido appartamento nel continente, in Norvegia o in Germania. Qualche città popolata, palazzi, grattacieli, semafori, aerei. Forse voleva nascondersi in mezzo alla gente, dove si sarebbe sentita più al sicuro.

Non puoi sentirti al sicuro con me.

Alistair si ferma davanti alla facciata della casa. « Non avevo i documenti falsi anche per te, Eleanor. Faresti meglio ad accontentarti. Qui non ci troverà nessuno, comunque. Non ci sono altre abitazioni nel raggio di chilometri. »

Eleanor abbandona presto quel discorso. « Di chi è questa casa? »

« Mia » risponde lui semplicemente. « L'ho comprata in questi otto mesi, sotto falso nome - no, non Andrew. Qui puoi trovare Alexander Weiss, trentasei anni, amante del trekking, del clima rigido e della solitudine. Se vuoi qualche volta può portarti a fare una gita al lago o a Fort William, è una persona davvero molto gentile. »

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