XVI. The Raven

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Note d'autrice: capitolo breve, ma non volevo rimandare la pubblicazione di altri giorni. I prossimi saranno decisamente più intensi e corposi.

Ancora grazie a tutti per le letture, i voti e i fantastici commenti ♥




Folie à Deux

XVI.

The Raven



Torna in vita con il corpo che va a fuoco, le dita di Alistair tra le gambe e un verso di estasi che rimane bloccato nella gola.

È rinata. Dal dolore all'orgasmo.

Eleanor si tende all'indietro di scatto, facendo sbattere nuovamente la propria schiena contro il petto di Alistair. Risucchia un respiro come se fosse rimasta in apnea fino ad adesso. Inala l'aria da bocca e narici con affanno, non ricorda più come si respira. Troppo piacere, piacere che si amalgama al panico.

Il risveglio e le mani di Alistair.

È successo tutto troppo velocemente.

Era questo il tuo piano, Eleanor? Come ti è potuto venire in mente?
Come
Ti è venuto
In mente?

Si aspettava che quella... cosa... finisse in qualsiasi modo, ma non si aspettava che lui l'avrebbe uccisa in un raptus di rabbia, dopo averla fatta venire lì, in piedi, contro un armadio, tra le sue braccia.

Alistair si accorge che qualcosa non va. Ferma la sua mano, le sussurra qualcosa sulla guancia: « Cosa ti prende? »

Già sospetta.

La osserva così bene, così estenuantemente, che riesce ormai a capire anche quando il suo corpo ha una reazione amplificata come quella. Averla tra le mani lo aiuta a capire.

Sarebbe stato tutto più semplice se in quella situazione si fosse trovato con lei un uomo stupido.

Alistair è tutt'altro che stupido, purtroppo.

Eleanor riprende a tremare. Neanche il suo tocco ora la calma. Anzi, torna a farle male come prima - o più di prima.

« Mi hai uccisa. »

Una risposta cruda e veloce, data tra i denti, freddamente. Dalla sua voce traspare la delusione e la paura di non essere riuscita a tenerlo sotto controllo come sperava.

Le sembra ancora assurdo che per l'altro il risveglio apparirà comunque come un'anomalia spazio-temporale, quando per chi muore rimane un'esperienza vivida nella mente e nel corpo. Se solo ci pensa, Eleanor si sente male. Quell'intricato gioco di dimensioni parallele la sta già facendo impazzire più di quanto avrebbe potuto immaginare.

Sta cominciando a credere che non sia un semplice salto temporale all'indietro o un riavvolgimento. Deve essere qualcosa di più, di più importante. È un potere divino, una maledizione di origine inspiegabile.

Se ne parlassero con qualcuno, probabilmente direbbe loro che sono sotto l'effetto di allucinogeni senza saperlo. Oppure li tratterebbe come un nuovo Messia, se si fidasse ciecamente di ciò che dicono.

In ogni caso, non c'è modo per dimostrare questa loro capacità sovrannaturale. Non lascia prove fisiche. Non può essere osservata da occhi esterni.

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