Descrivere Filippo, il leader naturale dei Blood Winter, non era un compito facile. Per prima cosa bisognava cancellare tutto ciò che la stampa aveva detto di lui sui giornali, nelle trasmissioni radiofoniche, sui social. Poi si doveva eliminare tutto ciò che Filippo aveva detto di se stesso, ossia la maggior parte delle cose apparse sui media e soprattutto ogni singolo aspetto della sua vita che aveva postato negli ultimi anni. A questo punto, ci si poteva avvicinare a lui senza pregiudizi, mantenere la mente aperta e interessarsi a lui con sincera curiosità, come si farebbe con una persona appena conosciuta che si desidera diventi presto un amico. E in ultimo, era necessario non prestare attenzione alle sue parole, occhiate storte, sbuffi, sberleffi, alzate di spalle, versi gutturali. In definitiva era un compito piuttosto arduo, ma le cose facili non sono mai belle perché sentiamo di non essercele guadagnate se non le abbiamo sudate e conquistate con impegno e perseveranza.
A giudicare dai primi tre giorni del suo lavoro, Filippo doveva essere la persona migliore del mondo oppure la peggiore che mai avesse avuto la sfortuna di incontrare. Ancora non aveva risolto il giudizio, ma una cosa era certa: la voglia di strangolarlo o buttarlo giù da un balcone era più forte che mai in M. e non aveva idea di quando si sarebbe affievolita.
«Allora? Mi stai ascoltando? Sembra che non te ne freghi niente di quello che dico!» piagnucolò Filippo.
Infatti...«Ti sto ascoltando...» anche perché Filippo aveva la brutta abitudine di urlare invece che di parlare.
«Allora che stavo dicendo?»
«Che dobbiamo scattare quanto prima almeno una decina di foto per i social e cercare di andare ospiti in quella radio in cui non ti inviterebbero nemmeno se avessi inventato una cura per il cancro.» rispose acida M.
«Ok, hai tirato a indovinare! E non mi piace il tuo sarcasmo! Forse mio fratello lo trova divertente, ma io no.» in effetti Lorenzo rideva sempre alle sue battute.
«Comunque nei giorni scorsi ho già fatto diverse foto e credo che almeno un paio possano andarti bene, quindi perché non le guardiamo e decidi quali vuoi pubblicare?»
«Sei ancora sarcastica...»
«Sono quasi due ore che stiamo girando attorno ai punti in scaletta senza concludere niente. Stavo cercando di essere pratica e di concludere qualcosa.» così da non aver perso un intero pomeriggio per niente.
«Va bene! Vediamo quello che hai fatto!»
Adesso che Filippo si era avvicinato a lei tanto da sfiorarle i capelli e un braccio, M. aveva smesso davvero di ascoltarlo e si stava concentrando sul suo cuore, che aveva iniziato a battere più veloce del normale.
- Non esiste che io abbia una cotta per lui – pensò cercando di controllare il respiro. Era troppo intelligente e aveva troppo rispetto per se stessa per prendersi una sbandata per uno stronzo, anche se aveva un buon profumo, bei capelli scuri e scintillanti occhi celesti. Non era un'adolescente che sbavava per il suo idolo né una pseudo modella in cerca di pubblicità. Era ormai un'adulta e lui in qualche modo (molto perverso e ironico) era il suo capo quindi un motivo di più per stargli lontano. Senza tralasciare il secondario aspetto che lui era insopportabile, maleducato e arrogante.
«Ok, queste foto fanno schifo. Non me ne piace nemmeno una.»
Il momento di superficiale infatuazione era appena passato.
«Che hanno che non va? Dimmi ciò che vuoi così potrò farle giuste la prossima volta.»
«Sono tutte sbagliate! Qui sembro un idiota e qui Lore è più visibile di me.»
«Siete un gruppo e lui è tuo fratello...»
«Sì, ma non voglio che lui si veda più di me nelle mie foto dei miei social...»
- Molto maturo come pensiero – pensò M.
«Qui sembri intelligente e se a te non piace la foto con tuo fratello, la metterò sul suo profilo. A lui piacerà di sicuro: è venuto bene.»
«Mi stai prendendo in giro? Sei la mia assistente, non la sua! Lui si arrangia!»
- Proprio come un bambino piagnucoloso – e il momento di infatuazione era definitivamente passato.
«Vabbè mi sono rotto di sta riunione. Fai quello che ti pare! Io vado a rilassarmi un po'...» cioè a giocare coi giochini del cellulare.
Negli ultimi tre giorni, M. aveva imparato ad avere un'intraprendenza e un'attitudine al comando che non aveva mai pensato di avere, così decise di pubblicare ugualmente qualche foto di quelle scartate, consapevole che Filippo avrebbe brontolato per toglierle ma, troppo pigro per farlo da solo, quelle immagini sarebbero rimaste lì dov'erano. Bastava sopportare la sua momentanea sfuriata e lasciar passare un paio d'ore perché dopo un sufficiente lasso di tempo, era Filippo stesso a dimenticarsene.
In realtà M. era convinta che Filippo non fosse solo ciò che mostrava agli altri e che non possedesse solo un lato arrogante e collerico, insoddisfatto di tutto e di tutti, egoista ed edonista, ma per il momento non era venuto fuori altro e ogni giorno si chiedeva se mai sarebbe emerso.
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Essere l'assistente di una rockstar
FanfictionEssere l'assistente personale di una famosa rockstar. Anzi essere l'assistente personale della propria rockstar preferita. Che cosa ci può essere di più emozionante ed eccitante al mondo? Niente. Tranne forse esserne la fidanzata. Ma si sa, le ragaz...