5 luglio. Ore 23:30 p.m. Scottsdale, Arizona.
***
R : quindi mi stai dicendo che...
L : che sono innamorato di te. Sí Ro, sono innamorato di mia cugina.
***
Dalla mia bocca non uscirono parole, non emisi alcun suono.
Quelle parole mi investirono come un treno, lente ma intense.
Ci impiegai un po' a comprenderle ed a realizzarle.
Chiusi gli occhi, sospirai, aprii gli occhi, lo guardai, mio cugino.
I suoi occhi erano qualcosa di inspiegabile. Non era biondo, non aveva gli occhi azzurri e la pelle chiara. Non era il principe azzurro che immaginavo sempre da bambina. Ma c'era qualcosa in lui, qualcosa che non riuscivo a spiegarmi. Era così perfettamente imperfetto. Solo il suono della sua voce mi faceva venire brividi su tutto il corpo.
Quindi, inutile che ti dica cara Ro che agii di impulso. Gli afferrai il viso e gli rubai un bacio intenso, morbido e caldo. Lui non mi respinse. Mi afferrò i polsi e se li portò dietro al collo e poi posò le sue mani grandi sulla mia schiena. Ci baciammo finché non avevamo più fiato e, quando ci staccammo, distolsi lo sguardo e chiusi gli occhi.
Mi domandai perché lo stavo facendo, sapendo che era sbagliato. Non mi seppi dare una risposta. Sapevo solo che mi rendeva felice e quindi decisi che non mi importava nulla di ció che era giusto e ció che era sbagliato.
Alzai quindi lo sguardo per dirgli, guardandolo negli occhi, che anche io lo amavo e non mi importava nulla del resto. Avevo pensato di proporgli di rendere prima la cosa segreta e poi, aspettando il momento giusto, avremmo reso pubblica la cosa fregandocene di tutto e tutti.
Ma appena alzai lo sguardo, vidi dietro il muro il volto scioccato di Joe che, senza parole, scappò via mostrando volutamente una smorfia di disgusto e disapprovazione. Mi staccai quindi subito da Lewis e corsi urlando il nome di Joe e dicendogli che potevo spiegare tutto, mentre mio cugino mi seguiva cercando di prendermi il polso per fermarmi, ma non ci riuscì. Corsi così veloce da meravigliare me stessa ma ero troppo impaurita e non volevo rovinare il mio bel rapporto con Joe e poi non volevo che i miei lo scoprissero in quel modo.
Arrivai alla sua camera e riuscii a bloccare la porta con le mani poco prima che lui la chiudesse, rischiando quindi ti schiacciarmi le dita.
Iniziai a spingere mentre lui opponeva resistenza e alla fine mi arresi, mio fratello è più forte di me. Mi accucciai davanti la porta con le ginocchia al petto e la testa dentro l'incavo. Iniziai a piangere e non feci nemmeno caso a Lewis che si era posizionato davanti a me guardandomi con occhi tristi. Mi osservò per un po', poi si abbassò alla mia altezza e mi sussurrò un "ci penso io sole mio" e quindi si rialzò. Mentre avanzava verso la porta della camera di Joe, pensai al nomignolo che mi aveva attribuito Lewis : sole mio.
Non riuscivo a capire come mai proprio "sole mio" ma alla fine i miei pensieri furono interrotti da quella meravigliosa e irresistibile voce.
L : Joe ti prego apri. Non fare lo scemo e comportati da serio. Parliamo faccia a faccia perché a scappare sono capaci tutti.
Disse mentre bussò due volte alla porta di legno chiaro.
A quel punto quest'ultima si aprì di scatto e si intravide un Joe furioso.
J : Anche a baciare mia sorella sono capaci tutti?
L : Joe ti prego non pensare male...
J : Pensare male? No ma che! Ti sei solo baciato mia sorella, ovvero, TUA CUGINA e magari ti ci sei pure divertito. Qual'è il problema?
Urlò talmente tanto che ero fermamente convinta che i miei avessero sentito tutto.
R : Potresti abbassare la voce...
J : Che c'è? Hai paura che ti scoprano mamma e papà? E a quel punto cosa faresti? Sentiamo.
Mi scese una lacrima. Non si era mai comportato cosí con me.
L : Adesso stai esagerando.
J : Tu stai zitto.
L : Come hai detto scusa??
Iniziarono ad avvicinarsi troppo e quindi decisi di intervenire mettendomi in mezzo.
R : Fermi, vi prego. Joe perché ti stai comportando così? Abbiamo sempre avuto un bel rapporto e non voglio che vada in frantumi un'infanzia passata insieme!
J : Roxanne, sei tu quella che sta mandando tutto in frantumi.
Non mi chiama mai Roxanne, solo quando è arrabbiato.
R : Ma perché? Cosa c'è di male nell' amarsi?
J : Cosa c'è di male? Ma sei seria? Ti ha fatto per caso il lavaggio del cervello questo qui? Tu non hai mai ragionato così! Roxanne è tuo cugino! Lo vuoi capire? Vi conoscete appena! E poi lui non ti ama veramente, si vuole solo divertire, l'ho già inquadrato come tipo..
L : Questo non è vero!
Urlò e scattando su mio fratello, lo guardo con occhi pieni di odio.
J : Sì che è vero. Guarda che so chi sei. Prima che tu venissi ad abitare qua, quando ci siamo visti per la prima volta un mese fa, ogni volta che uscivo da scuola correvo verso il tuo liceo e ti osservavo di nascosto. Osservavo come ti comportavi, come un cojone a cui piace ridere e prendere in giro la gente, guardare il culo a tutte le ragazze fighe della scuola e fare a botte quando hai qualche problema con qualcuno. Ogni settimana ti vedevo baciare una ragazza diversa e mi facevi una rabbia assurda. Poi ho scoperto che saresti venuto ad abitare da noi e lí mi è crollato il mondo addosso. Non ho paura di te, non l'ho mai avuta, ma ho immaginato fin da subito che avresti fatto cadere nella tua trappola persino tua cugina, una ragazza così dolce e ingenua, perché ti senti forte se hai tutte le tipe ai suoi piedi. Ma sappi che io non permetterò che tu la faccia soffrire. Perché io ci tengo a lei al contrario tuo.
Urlò così tanto che alla fine non gli rimase piu voce e teneva il fiatone, come se avesse corso una maratona. Era furioso e io non riuscivo a smettere di piangere e mille pensieri e domande mi passarono per la testa. E se fosse veramente come dice lui? Se Lewis mi stesse solo usando?
Ma non mi rimase nemmeno il tempo di rispondere a queste domande, che il bel ragazzo iniziò a parlare.
L : Sai, Joe, hai fatto bene ad usare l'imperfetto, e ora ti spiego anche perché. Sì, è vero, sono sempre stato un tipo cosí a scuola, fra i più popolari, con tutte le ragazze piú fighe ai piedi, un ragazzo a cui piace cacciarsi nei guai e risolvere i propri problemi con le botte.
Ma sai che c'è? Questo ero io prima di venire ad abitare qui, prima di conoscere lei, questa ragazza meravigliosa, timida, impacciata ma che con un solo sguardo ti riempie il cuore di amore e serenità. La sua gioia chiusa dentro quei occhi verdi e quelle labbra così rosee e carnose che arrossiscono e diventano due pomodori. Quella sua risata così melodica e dolce, il suo sorriso. Sei fortunato ad avere una sorella così e io mi ritengo fortunato di avere una cugina così. Non mi interessa se è mia cugina, il legame di sangue non può dividere i nostri cuori.
J : certo che può!
Disse Joe interrompendo quel meraviglioso discorso. Avevo mal di testa, la gola secca e gli occhi stanchi. Così me ne andai e mi chiusi in camera.
Vidi con la coda dell'occhio i due scavalcarsi uno sopra l'altro e correre verso di me, ma io fui più veloce e chiusi loro la porta in faccia.
Ero arrabbiata, confusa. Stava succedendo tutto troppo in fretta, troppo.
Dovevo prendere una decisione e alla svelta. Dopo aver meditato una decina di minuti, aprii la porta e vidi i due ragazzi seduti a cavalcioni e appoggiati al muro, distanti l'uno dall'altro. Appena notarono la mia presenza, si alzarono di scatto e si avvicinarono verso di me.
R : non possiamo continuare così. Joe, sei mio fratello. Siamo cresciuti insieme e sai quanto ti voglio bene. Ma essendo mio fratello devi cercare anche di capirmi. È vero che io e Lewis ci conosciamo da poco ma qualcosa ci unisce e io mi sento veramente innamorata di lui. Vogliamo solo provare a essere felici, vedere come va. Non voglio tenere tutto nascosto per sempre, ma mi devi dare del tempo. Solo questo ti chiedo. Del tempo.
Joe non rispose subito, tenne lo sguardo basso e concentrato. Invece dagli occhi di Lewis notavo una gioia immensa e si trattenne più volte dal prendermi e baciarmi. Ma alla fine Joe alzò lo sguardo e parlò.
J : Va bene. Se vuoi stare con lui, io non te lo impediro. Ma sappi che finché voi due starete insieme, tu puoi anche non considerarmi più tuo fratello.
Detto ciò, se ne andò. I miei occhi si riempirono di lacrime di dolore e quindi Lewis mi prese subito e mi abbracciò, stringendomi forte e dicendomi di stare tranquilla e che tutto passerà. Poi si staccò, mi guardò negli occhi, mi scostò una ciocca di capelli dal viso, mi prese la mano e mi portò verso il giardino. Ci sedemmo sul muretto dove ci eravamo dati il nostro primo bacio e lì mi strinse di nuovo a sè, riempiendomi di dolci baci sulla nuca. In quel momento capii qual'era il vero paradiso.
Fine undicesima lettera.
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When the sun sets
Romance"Dalla mia bocca non uscirono parole, non emisi alcun suono. Quelle parole mi investirono come un treno, lente ma intense. Ci impiegai un po' a comprenderle ed a realizzarle. Chiusi gli occhi, sospirai, aprii gli occhi, lo guardai, mio cugino." Q...