6 Luglio. Ore 7:30 a.m. Scottsdale - Arizona.
Buongiorno mia cara Ro (anche se quando leggerai questa lettera forse non sarà mattina).
Ho passato una notte bellissima, forse la più bella della mia vita! Il mio cuore in questo momento è colmo di gioia, non mi ero mai sentita tanto felice, non avevo mai provato queste emozioni. Quando sono con Lewis sono felice, sento un qualcosa nello stomaco di inspiegabile. Io sono veramente innamorata di lui, e non ho alcuna intenzione di perderlo. Dopo esserci un po' coccolati sul muretto, mi sono ricordata della punizione e sono corsa in giardino e Lewis mi ha seguita e aiutata. Così per l'ora di pranzo avevamo terminato tutto il lavoro da fare e quindi, dopo mangiato, abbiamo pensato bene di dedicare del tempo a noi due. Abbiamo passeggiato per la campagna mano nella mano e abbiamo parlato moltissimo di noi, della nostra infanzia, delle nostre paure e insicurezze. In quel momento non eravamo solo fidanzati, ma anche cugini e amici. Ci siamo sfogati e questo è servito molto a entrambi. Lewis non sta passando un bel periodo e ha bisogno di sfogarsi, infatti voglio cercare di fargli provare tutta la felicità che lui fa provare a me.
Quando il sole stava per tramontare, ci siamo sdraiati sul prato ad osservare quel meraviglioso spettacolo. Penso di aver fatto appassionare anche lui di tramonti.
E proprio quando il sole era calato, che ci guardammo negli occhi, poi abbassammo lo sguardo sulle labbra e ci regalammo una serie infinita di dolci baci.
Dopo cena andai in camera per scriverti questa lettera ma lui bussò alla porta dicendomi che aveva una sorpresa per me. Aprii la porta e subito mi prese la mano e mi disse di tenere gli occhi chiusi. Mi trascinò al muretto e mi fece sedere. Avevo voglia di aprire gli occhi ma feci la brava bambina e quindi aspettai pazientemente che Lewis mi desse il permesso di aprirli. Dopo qualche instante udii un "Puoi aprire gli occhi, sole mio". Li aprii piano piano e non credevo ai miei occhi : c'era un bellissimo ragazzo moro con i capelli folti e morbidi e gli occhi nocciola , seduto su una sedia con una gamba a cavalcioni e una chitarra acustica fra le braccia, circondato da candele e rose rosse. Per fortuna i miei erano usciti poco prima per andare ad una festa, ma conoscendo Lewis, avrebbe organizzato tutto anche con i miei in casa a costo di farci scoprire, pur di farmi questa serenata!
Nemmeno il tempo di emettere un "wow" che il bel ragazzo iniziò a cantare, seguito dalla melodia della chitarra. Quella voce, solo Dio sa quanto amo quella voce. La mia musica preferita in assoluto, il mio cantante preferito fra tutti. Per una volta mi sentivo un'adolescente, che venera il suo idolo ascoltandolo dal vivo in un suo concerto.
Sto iniziando a capire che Lewis per me rappresenta molte cose : il mio ragazzo, un mio amico, il mio idolo e, già, anche mio cugino. Ma l'ultimo punto è meglio se me lo dimentico, tanto non è importante.
Le sue canzoni sono così vere, pure, dolci e significative per me. Nei suoi testi racconta tutto ciò che provo in questo momento e mi sento per la prima volta capita e compresa. Ora capisco il senso di una frase che letto su Instagram :
"E vivrò con le cuffie nelle orecchie, ascoltando le parole di chi mi ha capito senza conoscermi".
L'unica differenza è che lui mi conosce e sono fiera che sia il mio idolo. Nella sua canzone parlava di una ragazza bellissima di cui è perdutamente innamorato e descriveva nel dettaglio tutte le emozioni che prova quando sta con questa ragazza, che sono le stesse identiche emozioni che provo io quando sono con lui. Alla fine della canzone emise un acuto meraviglioso seguito dal suo bellissimo sorriso. Gli saltai quindi addosso, attacandogli le labbra e riempiendolo di baci. Avrei voluto che il tempo si fermasse e restasse tutto così per sempre.
Ci stendemmo sul prato uno affianco all'altra, ma con la mia testa sul suo petto e il suo braccio intorno alle mie spalle. Dopo un po' che osservavamo le stelle di quella fresca serata estiva, lui staccò una rosa tra quelle che aveva messo nei vasi per la serenata e me la porse, sussurrando un :"Mi concede questo ballo, sole mio? " io lo guardai trattenendo una risata, per poi scoppiare a ridere a crepapelle. Anche lui rise, mostrando la sua meravigliosa fossetta e dopo un po' disse impaziente :"Allora me lo concedi questo ballo? ". Feci un sorrisetto divertito e risposi :"E va bene, mi fai pena". Lui spalancando la bocca mostrò una faccia scioccata e io ridendo aggiunsi :"Però prima voglio sapere il significato del nomignolo che mi dai spesso" . "Sole mio?" domandò lui. "Sì, quello". A quel punto il moro si stese di nuovo sul prato con la rosa ancora fra le mani e giocherellandoci, rispose :
"Sai, mi è nato spontaneamente chiamarti cosí. Te l'ho attribuito quando eri accovacciata davanti la porta della camera di Joe, con le lacrime agli occhi, e nonostante la tua tristezza emanavi una luce che non ti so spiegare. Ogni volta che ti vedo, sei circondata da questa luce meravigliosa che illumina i miei occhi, il mio cuore e la mia giornata. Tu sei la luce che fa scomparire il buio dai miei pensieri e l'odio dal mio cuore, e questo credo di averlo capito fin dalla prima volta che ti ho visto, quando ero entrato con lo sguardo basso e gli occhi vuoti e tristi, con la valigia in mano. Penso di essere innamorato di fe fin dalla prima volta che i miei occhi hanno incrociato i tuoi, ma me ne sono accorto solo ora. Tu hai rallegrato le mie giornate fin dal primo momento che io ho messo piede in questa casa, con la tua serenità, il tuo sorriso, il tuo essere cosí solare e a volte impacciata ma divertente e allo stesso tempo adorabile. È solo grazie a te se ora sto diventando una persona diversa, una persona migliore.
Sei il mio sole, la mia stella più grande, la ragione del mio sorriso." Io non sapevo cosa rispondere, nessuno mi aveva mai detto parole talmente belle. Mi convinsi ancora di più che lui era veramente innamorato di me. Così gli piombai addosso e lo riempii di baci. Lui approfondii l'ultimo e quando ci staccammo, mi stampò un bacio sul mio sorriso da ebete. Poi esclamò : "Allora me lo concedi questo ballo, sì o no?". Io scoppiai a ridere per poi risoondere : "Va bene va bene, ti concedo questo ballo!" . "Mille grazie" rispose lui con un ghigno porgendomi la mano. Iniziammo a ballare e devo dire che eravamo veramente bravi e sintonizzati. Dopo qualche piroetta e un caschè finale, lui mi rialzò avvicinando i nostri visi, facendo scontare i nostri nasi e congiungendo le nostre labbra. Era un vero e proprio sogno dal quale non volevo mai svegliarmi. Mi sentivo veramente felice al suo fianco ma qualcosa dentro di me mi diceva che questa felicità non sarebbe durata a lungo. Ho così paura che tutto questo possa svanire in un attimo.
Fine dodicesima lettera di Roxanne.
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When the sun sets
Romantizm"Dalla mia bocca non uscirono parole, non emisi alcun suono. Quelle parole mi investirono come un treno, lente ma intense. Ci impiegai un po' a comprenderle ed a realizzarle. Chiusi gli occhi, sospirai, aprii gli occhi, lo guardai, mio cugino." Q...