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Arrossii appena lo lessi. Di solito io non arrossisco, figuriamoci per un ragazzo però lui era davvero simpatico, come tutti di loro del resto.

Io:

Fa nulla per il numero. Per l'uscita va bene, ma quando?

Valerio:

Domani alle 14:00?

Io:

Ok ora vado a fare colazione

Valerio:

Colazione a 12:00 oggi? Ahaha

Solo ora mi resi che era davvero tardi. Di solito mia madre mi chiamava, vabbè se ne sarà dimenticata.

Io:

Non mi ero neanche accorta che fosse così tardi ahaha. Vabbè ciao

Valerio:

Ciao piccola.

Scesi le scale quando sentii dei singhiozzi rieccheggiare per il corridoio.

Ascoltando meglio capii che il rumore veniva dalla camera dei miei. Decisi di origliare dalla serratura e vidi mia madre che piangeva sul letto.

Me ne andai tenendomi quella scena per me. Non sono mai stata impicciona o curiosa di queste cose, se qualcuno ha un problema e vuole dirmelo per me é ok, sennò sti cazzi.

Mi avviai verso la cucina e mi preparai latte e biscotti. Un gran classico degno di Master chef.

"Potevi chiamarmi che ti preparavo qualcosa di meglio" disse avviandosi verso il lavandino della cucina.

"Pensavo che dormivi" dissi mentendo.

Notai che molto spesso si tirava su la manica del pigiama. Ad un certo punto alzò il braccio per prendere una tazza dallo scaffale e vidi un livido.

"Sarà caduta" pensai, ma perché se lo stava nascondendo? Forse sono solo paranoica.

"Dov'é papà?" Chiesi.

"Sta a lavoro, sai... gli hanno cambiato il turno" disse toccandosi i capelli; sembrava come se mi stesse mentendo.

Il giorno dopo...

Guardai l'orario.

13:00

"Cavolo, ho un' ora per prepararmi" pensai tra me e me mentre salivo le scale.

Andai in bagno e mi feci una doccia, mi piastrai i capelli, poi mi truccai con una linea sottile di eyeliner e un po' di mascara.

"Che diavolo mi metto?" dissi sclerando.

Non avevo degli outfit eleganti optai per delle vans nere, dei jeans e una felpa con scritto sopra "Sorry but I'm not sorry".

Ad un certo punto suonò il campanello, scesi subito di sotto e vidi Valerio.

"Ehi piccola" disse sorridendomi.

"Ciao" risposi ricambiando il sorriso.

"Andiamo?" Mi chiese.

"Si" dissi uscendo da casa.

"Comunque sei bellissima oggi" disse sussurrandomi all'orecchio.

Mi venne da pensare a Giorgio che mi sussurrava all'orecchio e un brivido mi percorse improvvisamente la schiena.

Giorgio mi faceva un strano effetto.

Potevo averlo in mente tutti il giorno come potevo scordarmene per non si sa quanto tempo.

È quasi l'alba || MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora