Capitolo 5

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19 agosto, ore 12:15

"...novantotto, duecentonovantanove, trecento."

"SIII! FINALMENTE!"

Il diciasettenne, più che felice, iniziò a saltare ed a girare per tutta la spiaggia ignorando gli sguardi curiosi della gente.

"Non ne potevo più di quel maledetto esercizio! Era noiosissimo!"

"Uff, a chi lo dici."

Tenma guardò stralunato il ragazzo accanto a lui.

"A chi lo dici? Ma se te ne stavi seduto tutto il tempo a prendere sole!"

Tsurugi fece le spallucce. Tenma scosse la testa e sorrise di nuovo.

"Adesso mi porti a surfare?" Chiese speranzoso al più grande.

Tsurugi sbuffò ed alzò gli occhi al cielo.

"Sappi che io sono molto più impaziente di te."

"E perchè?"

"Mh... così." Rispose ghignando leggermente per poi ritornare subito serio. "Iniziamo a surfare la prossima lezione."

"CHE?!" urlò Tenma indignato "Io mi sono spaccato il culo per riuscire a fare quell'esercizio al primo colpo e tu no..."

"Se avevi questo desiderio lo potevi comunicare e te lo avrei spaccato io evitandoti ulteriore fatica." Lo interruppe l'altro facendolo arrossire.

"NON CAMBIARE DISCORSO!" Urlò tutto rosso Tenma. "Non è giusto, se avessi saputo prima di questo tuo strano modo di insegnare prima di tutto avrei rivalutato la mia decisione di imparare a surfare, secondo avrei scelto un altro maestro e, se questo non fosse stato possibile..."

"E va bene, e va bene, surfiamo oggi, se ti tappi la bocca."

"EVVAI!"

"...SE smetti di urlare..."

"Va bene."

"...e SE mi offri un caffè."

"Certo! Però adesso possiamo prendere la tavola?"

Tsurugi annuì col capo dando il via libera a Matsukaze che si diresse verso il capannino giallo fluorescente alla fine della spiaggia; dopo aver trovato una tavola della sua misura tornò nel punto in cui aveva lasciato Kyousuke; non vedendolo di sedette sulla sabbia e preso dal caldo si sfilò la maglietta.

"Ma guarda, non pensavo avessero organizzato uno spogliarello in spiaggia!"

Tenma arrossì ma decise di non cedere alle provocazioni.

"Avevo caldo." Rispose tenendo la testa bassa ed usando il tono più calmo e distaccato che potesse utilizzare in una situazione del genere.

"Capisco..."

"Andiamo?" Propose Tenma dopo aver ripiegato la maglietta.

"Si, passa avanti tu."

"Okay."

Il più piccolo si iniziò ad incamminare con la tavola sottobraccio. La sabbia era soffice e scottava leggermente ogni volta che poggiava il piede, una brezza fresca gli accarezzava il viso, l'odore frizzante del mare lo tranquillizzava; si girò per chiamare Tsurugi che non aveva dato più segni di vita e...

"TSURUGI!" urlò Tenma tutto imbarazzato.

"Che ho fatto?" Domandò l'altro senza distogliere lo sguardo da dov'era prima.

"MI STAVI GUARDANDO IL CULO!"

"Non è vero."

"INVECE SI!"

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