capitolo 4✔

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Mi alzo dal letto sbuffando stroppicciandomi gli occhi andando in bagno per fare una doccia

Finito di sistemarmi scendo in cucina. Saluto la madre di Giulia. Insiste a farmi rimanere per fare colazione ma preferisco andare. Declino l'invito, saluto Giulia e sua madre e vado verso la moto.

Arrivo al bar posteggio la moto, entro saluto e mi metto nella mia postazione. Che stress un altra giornata lavorativa. Siamo in estate vorrei almeno andare al mare invece sto lavorando.

Almeno ho il mio libro preferito che mi da sostegno.

Lo rileggo per la decima volta. Ogni volta che rileggo un libro mi accorgo di alcuni aspetti che prima non mi accorgevo.

Mi metto i miei occhiali per lettura e mi tuffo nel mio magico mondo.

"Stella prendi ordinazioni ai tavoli" Domanda Rosa, una delle "storiche" dipendenti di mia madre e mia carissima amica.

"Per forza?" Domando scocciata
"Si quattrocchi" risponde toccandomi la punta del naso

Mi da il taquinio e la penna e prendo le ordinazioni.

"Salve è pronto ad ordinare?" Dico guardando il taquinio per continuare il disegno di prima

"Certo un caffè" dice costui.

Istintivamente alzo la testa.
"Andrea" mi scivola il taquino dalle mani.

Sono un disastro. Sono vestita come ieri non avendo tempo per tornare a casa per cambiarmi.
Quanto godo

"Stella" dice porgendogli il taccuino da terra.

Con affanno lo prendo.

"Ok" l' unica parola che mi esce dalla bocca.

Faccio per andarmene ma mi blocca il braccio con una stretta solida.

"Almeno un caffè lo prendi con me" dice avvicinandosi a me.

Sento il suo respiro caldo e pesante.

"Devo lavorare" mi mordo il labbro inferiore nervosamente senza girarmi

"Ti rubo solo un paio di minuti" risponde avvicinandosi di più

Oh maledizione.

"Un caffè" dico girandomi di scatto toccandogli con l' indice il petto.

Lascia la presa sorridendomi. Non mi sento più le gambe ad ogni passo tremano.

Mi volto e vado verso il bancone. Accendo la macchinetta per il caffè

"Rosa faccio una pausa di 5 minuti" mi mordo il labbro nervosamente. Che cosa sto facendo!

"Va bene rubacuori"risponde ridendo

Alle sue parole resto stizzita.

Porto un caffè e una cioccolata.

"Questo è per te e questo è mio" sistemo le tazzine nei loro posti.

"Una cioccolata calda d'estate?" Domanda alzando un sopracciglio stupito

"Prendo 5 caffè al giorno" rispondo soffiando sulla cioccolata

"Ecco il motivo per cui sei nevrotica" dice ridendo

"Che simpatico non pensavo fossi così divertente" rispondo ridendo falsamente

"Se fossi uscita con me lo avresti scoperto anzi avresti scoperto tante cose" dice sorridendo

"Questa non è un uscita?" Domando mentre bevo la cioccolata
"Diciamo che è un incontro casuale. Preferisco le uscite serali che mattiniere" risponde ridendo

Del silenzio pesante incomincia a farsi sentire

"Parlami un po' di te" gli dico di punto in bianco

"Se non sono invante" continuo

"Ho 24 anni. Lavoro in un negozio di tatuaggi nel tempo libero. Non ho sorelle ne fratelli. Per vari problemi ho finito la scuola un po' tardi e abito a pochi isolati di qui" risponde sorridendo

"Negozio di tatuaggi? " aggrotto la fronte

"Questo spiega perché non ho più pelle visibile" dice guardandosi le braccia

"Hanno un significato?" Mi alzo dalla sedia e mi metto accanto a lui.

"Alcuni si altri no" lo sento irrigidirsi

"Posso" domando per avere il consenso di prendergli il braccio e vedere i suoi tatuaggi

Da quando così educata

Analizzo attentamente il suo braccio. Ad ogni mioo tocco lo vedo sempre di più irrigidirsi.

"Questo lo amo" è una rosa intrecciata di spine e così bella e amaliante

"Anche io amo quel tatuaggio" dice guardandomi. Ed in quel momento la sua pelle tesa incomincia a rilassarsi.

Alzo lo sguardo e i suoi occhi si intrecciano con i miei.Ha dei bellissimi occhi marrone scuro tendente al nero.

"Stella dove sei finita?" Domanda Rosa dal bancone

GRAZIE

"Io devo andare" sorrido imbarazzata

"Si anch'io è già tardi" risponde grattandosi la nuca

Mi alzo di scatto e vado al bancone

"Però ancora mi devi un uscita" domanda avvicinandosi al bancone

"Speraci" rispondo sorridendo

"Almeno il tuo numero?" Domanda porgendomi il suo telefono

Lo prendo è memorizzo il mio numero.

Mi fa l'occhiolino e se ne va

"Non so come ringraziarti" mi rivolgo a rosa che mi guarda ridendo.

"Bel giovanotto" mi guarda con sorriso malizioso

"Si molto" rispondo senza pensarci

"La situazione si era un po' accesa" dice ridendo sguaiatamente

"Puoi tornare a lavorare" rispondo imbarazzata

"I giovani di oggi" detto ciò se ne va in cucina

Poggio la testa al bancone sbuffando.

GaiaGaribaldi

Uno Splendido Errore (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora