Why you gotta be so mean?

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 – Si può sapere dove stiamo andando? – arranco dietro Daniel, aggiustandomi in continuazione gli occhiali verdi, che mi ricadono lungo il naso. Forse ha ragione mia madre, dovrei smettere di portarli così spesso, d'altronde ci vedo bene anche senza.

– Un po' in giro, così, tanto per – si stringe nelle spalle, camminando sempre qualche passo più avanti di me.
– Credo che si metterà a piovere – punto gli occhi verso il cielo grigio, le nuvole si stanno addensando di più, facendo sparire la luce del sole. A quel punto decido di togliere definitivamente gli occhiali e di infilarli in borsa.
– Rose smettila di fare la pessimista – storco la bocca riuscendo, finalmente, a raggiungerlo.
– Cosa è successo con i tuoi genitori oggi? –
– Mia madre ha minacciato di andarsene di casa, dice che mio padre la soffoca, che non ce la fa vivere...ma ti pare possibile? – sbotta arrabbiato, prendendo a calci dei malcapitati sassolini che intralciano il suo cammino.
– Forse sarebbe meglio così, voglio dire, potrebbero risolversi tutti i vostri problemi. ­–
– Cosa? Ma sei seria? – urla, le vene del suo collo si ingrossano notevolmente, le sue iridi diventano viola. Ma come è possibile? – Certo, chiedo aiuto ad una che una famiglia non ce l'ha –
– Okay adesso basta – pianto i piedi per terra, con gli occhi che cominciano a velarsi per le lacrime. – Sono stanca di essere trattata come uno straccio da te ogni volta che le cose vanno male, o anche quando vanno bene a dir la verità...e sono stufa che tu debba sempre mettere bocca nella mia vita, nella mia famiglia, su quello che faccio e che non faccio! Ho accettato di venire con te soltanto perché me lo hai chiesto e perché volevo provare a far andare bene le cose per la saluta mentale di tutti ma sai che ti dico? Ne ho fin sopra i capelli di te e del tuo terribile carattere. Io forse non sarò facile, ma almeno non me la prendo costantemente con gli altri – in quel momento, come se non fosse già abbastanza, piccole goccioline di pioggia cominciano a bagnare la mia pelle, prima lentamente e poi in modo sempre più violento. – Oooh fantastico! –
– Sai qual è il vero problema Rose? Che tu cerchi di capirmi, e non mi capacito del perché tu lo stia facendo. –
– Perché è una cosa che fanno gli amici, pezzo di cretino – sbatto violentemente un piede sul terreno, l'acqua schizza, piombando sui miei vestiti e inzuppando le mie Converse rosa. Perfetto. Di male in peggio.
– Non mi piace avere troppa gente intorno. –
– E Rebecca scusami? –
– Lei voglio solo portarmela a letto e perdere questa dannata verginità, non devo aprirle il mio cuore. –
– Ma se pendi dalle sue labbra! Tu hai solo paura. –
– Vedi che stai facendo? Stai cercando di psicanalizzarmi, ed io questo lo detesto! –
– Voglio solo aiutarti, perché non lo capisci?! – stringe i pugni, li tende verso il cielo e poi si avvicina a grandi falcate verso di me.
– Tu mi fai andare fuori di testa – roteo gli occhi al cielo ma, quasi immediatamente, le labbra di Daniel si posano sulle mie. Morbide. Fredde come il ghiaccio e come lui. La pioggia continua a cadere incessantemente su di noi, inzuppando i nostri vestiti e i nostri capelli. Le ginocchia sembrano cedere sotto il mio peso, non ero preparata ad una cosa del genere, non ho mai baciato nessuno. Non so assolutamente cosa fare, cerco di seguirlo, ma non ci riesco. Il mio corpo è scosso da qualche fremito, come se avesse paura. Insomma, una vera schifezza. Ottimo lavoro Rose.

🫧🫧🫧

– Rose è passata un'ora, se continui a non parlare mi preoccupo – giro in continuazione il cucchiaino nella cioccolata calda, senza guardarlo in faccia, con la guancia poggiata sulla mano sinistra.
– Era il mio primo bacio Daniel – le sue labbra si schiudono appena, ma non emettono alcun suono. Le richiude, e poi mormora un 'porca troia' quasi impercettibile.
– Dovevo immaginarmelo. –
– Grazie, diventi sempre più gentile – sfodero un finto sorriso prima di addentare, arrabbiata, un biscotto. I biscotti aiutano sempre, soprattutto quando sono con le gocce di cioccolato e con le nocciole.
– Rose questo non deve avere nessuna ripercussione sul nostro rapporto, chiaro? –
– Rapporto? Di quale rapporto stai parlando? –
– Esattamente, è proprio quello che intendo – mi sorride soddisfatto e compiaciuto, per lui tutto questo è un gioco, ogni cosa è un gioco. – Quello che voglio farti capire è che non mi piaci e non mi piacerai mai –
–Perché mi hai baciato allora? –
­ E cosa ne so io! Hai detto quelle cose, urlavi e niente, mi è venuta voglia di baciarti ­– solleva le spalle con noncuranza; a quel punto io decido di alzarmi e di andarmene. – Dove stai andando ora? ­–
– Me ne torno a casa, non ho alcuna intenzione di rimanere qui ad ascoltare le tue cazzate – sputo acida. Prendo la borsa e la metto sulla spalla, incamminandomi verso l'uscita.
– Aspetta Rose – una sedia striscia e, subito dopo, Daniel mi afferra per la salopette di jeans e mi tira indietro verso di lui. Mi volto ma, improvvisamente, il suo viso si tramuta in una maschera di pietra. Le iridi viola e la mascella contratta. – Non muovere nemmeno un muscolo –
– Che? – seguo il suo sguardo lentamente, mi sembra quasi di ritrovarmi in un film dell'orrore. Di fronte a noi c'è un ragazzo, completamente vestito di nero, con le mani cacciate in tasca e gli occhi grigi, che mi bruciano la pelle. – Chi è quello? –
– Mi uccideranno per quello che sto facendo, ma non credo di avere altra scelta. –
– Cosa? Ma di che stai parlando? Daniel non ti seguo più –
– Scusami Rose – porta una mano sulla mia testa, le mie palpebre diventano improvvisamente pesanti, fino a quando non arrivo a chiuderle definitivamente. A quel punto, mi abbandono all'oscurità, non potendo opporre resistenza.

Starlight(#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora