Shot me out of the sky you're my kryptonite

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*leggete l'angolo autrice, mi raccomando*

Rose
– Aspettate, non riesco proprio a camminare oggi – emetto un ultimo respiro prima di accasciarmi su una panchina, esausta. Non sono mai stata una persona particolarmente atletica, ma la situazione odierna è particolarmente tragica.
– Che ti prende Rose? Stai male? – Albus si siede accanto a me, guardandomi con il suo solito sguardo preoccupato e anche un po' intriso di pena.
– Non ne ho idea, mi sento debole, come se ogni forza del mio corpo mi stesse abbandonando – prima che lui possa dire qualcosa, Daisy e gli altri ci raggiungo. Lei saltella contenta, come se stesse camminando in un campo di fiori. A volte penso seriamente che si droghi, non può essere sempre contenta e felice, come se la Terra fosse un grande giardino fiorito dove tutti si vogliono bene e non accade mai nulla di male.
– La prof ci ha appena dato due ore libere non è fantastico? – sbatte le mani entusiasta, come una bambina in un negozio di caramelle. – Che succede Rose? –
– Mi sento uno schifo e non ho minimamente idea del perché – poggio i gomiti sulle gambe e mi prendo la testa tra le mani, esasperata.
– Non vorrei intromettermi e rischiare di morire ma credo che potrebbe essere colpa mia, in qualche modo – Daniel si gratta la nuca, riducendo gli occhi a due fessure, impaurito per l'effetto che, tale affermazione, possa avere su di lui.
– Che intendi dire? – il biondo gonfia le guance e si guarda intorno. In questo momento ha tutti i nostri occhi puntati addosso.
– Beh sai com'è, Lione fa parte del triangolo della magia nera insieme a Torino e Londra ed io sono il tuo angelo custode e, di conseguenza, il mio potere è più grande in questo momento. E il fatto che siamo vicini, che stiamo l'uno accanto all'altro, indebolisce te e fa diventare me più forte – socchiude le palpebre e porta le braccia al petto, pronto per una mia possibile sfuriata. Ma io non sono arrabbiata con lui, sia perché non ne ho la forza, sia perché, effettivamente, non è colpa sua, è una cosa che non può controllare. – Perché non mi stai urlando contro? –
– Perché è una cosa fuori dalla tua portata, non sei stato tu a fare in modo che accadesse. –
– No ma avrebbe dovuto dircelo prima, mi sarei inventato qualcosa per farti rimanere all'albergo e, ovviamente, ti avrei fatto compagnia. –
– Ovviamente – Daniel imita con un conato di vomito per la frase di Albus. Il ragazzo, ancora accanto a me, tende una mano contro di lui, ma il biondo lo precede, ed ecco che si ritrova, rovinosamente, per terra. – Non hai sentito quel che ho detto? Sono più potente ora e tu sei ancora in frase di transizione, puoi fare solo qualche trucchetto –
– Fase di transizione? – domando io, leggermente confusa da tutta quella situazione, complice anche un mal di testa atroce che ha deciso di rovinarmi ulteriormente, senza contare che Albus non mi dice mai niente di niente, ed io odio questa situazione. So tutto di Daniel ma, per quel che riguarda il mio ragazzo, non so minimamente cosa faccia dopo scuola, quando sparisce per ore e ore senza dare sue notizie.
– Da quando è morto il piccolo Louis ho deciso di rinunciare alla carica di angelo custode, non ti ci mettere anche tu ora, Rose, te ne avevo già parlato tra l'altro –
– Ho solo fatto una domanda, perché ve la dovete sempre prendere tutti con me? – sbuffo, mi trattano così solo perché non sono come loro, solo perché sono umana.
– Lascia stare, piuttosto, voi due avete intenzione di dare vita ad uno scontro angelico nel pieno centro di Lione? – Chris si rivolge a quei due che, come al solito, si riservano sguardi di fuoco. Fortuna che erano migliori amici, non voglio assolutamente immaginare cosa si sarebbero fatti se si fossero odiati.
– C'è un Animus qui vicino – subito dopo aver pronunciato quelle parole, gli occhi di Daisy si sgranano e si capovolgono. L'iride e la pupilla spariscono, io deglutisco a fatica, cominciando a tremare. I suoi piedi si sollevano dal terreno di appena due centimetri. Albus e Daniel si lanciano uno sguardo allarmato, la gente sta iniziando a fissarci così, in perfetta sintonia, quei due si avvicinano alla ragazza e la rispingono giù, semplicemente posando le mani sulle sue spalle.
– Daisy che cosa vedi? – il biondo suda freddo, le sue iridi sono completamente viola, un viola scurissimo, che non avevo ancora mai visto nei suoi occhi.
– Un ospedale, proprio al centro di Lione. Ha un'energia potentissima ed è stato teatro di episodi tremendi. Un cuore spezzato ha trovato la sua fine lì dentro e un bambino maledetto non ha mai visto la luce – un brivido mi corre lungo l'intera colonna vertebrale. Sento un peso sul petto, un peso che mi rende difficile respirare e concentrarmi su cosa realmente stia succedendo.
– Okay, dobbiamo andare in questo posto. –
– Cosa? Sei impazzito per caso Daniel?! – Albus gli urla contro. Daisy, nel mentre, sbatte le palpebre. I suoi occhi ritornano normali ma, subito dopo, sviene tra le braccia di Albus. – Questa storia delle visioni sta cominciando a diventare sempre più inquietante –
– Non dovremmo fare qualcosa? Non mi sembra stare troppo bene – dico io. – Forse dovremmo riportarla in albergo –
– Non sono pazzo ma, se sta accadendo davvero qualcosa all'interno di quell'ospedale, noi dobbiamo controllare. Sai quanto possa essere pericoloso un Animus, soprattutto se... – Daniel mi ignora totalmente, così come il resto dei ragazzi.
– ...soprattutto se è ancora adibito a qualche altro uso, in particolare pubblico – lo interrompo io. – Un Animus è un luogo al cui interno, in passato, c'è stata una concentrazione di energia magica tale da lasciarne dei residuali che, nel tempo, continuano a crescere. Ora, essendo questa una delle città del triangolo nero della magia, la faccenda si complica – – Grazie per la descrizione accurata Rosepedia – mi sbeffeggia Daniel, sghignazzando divertito. – Comunque brava, ti stai dando molto da fare –
– Non dovrebbe nemmeno saperle queste cose, smettila di passarle i libri che tuo padre dà a te! –
– Preferiresti una ragazza vuota e senza cervello Albus? –
– Ah quindi un po' come è Rebecca? –
– Dio... – Daisy riapre gli occhi. Si poggia una mano sulla fronte e si rimette a sedere, guardando i due ragazzi che le stanno ai lati. – Ricordatemi di non svenire più in vostra presenza, siete davvero odiosi –
– Rebecca è molto più intelligente di te – ribatte Daniel. – Tu sei soltanto prevenuto –
– Sono io prevenuto o tu cieco, dato che non riesci a vedere che ti sta soltanto usando come sacca del sangue personale? –
– Per l'amor di dio basta! – Audrey tocca le braccia di entrambi e dalle sue mani si generano due scosse blu che li feriscono, facendoli gemere dal dolore. – Non si può più andare avanti così! Vi punzecchiate a vicenda è questo non va bene –
– Andiamo all'Animus – mi alzo di scatto, barcollando leggermente a causa del mio malessere generale.
– No Rose, tu non verrai – Albus si stropiccia gli occhi – Adesso ti riporto in albergo dove starai al sicuro e... –
– No – scuoto la testa. – Tu non capisci, devo venire anch'io –– Cosa intendi dire? –
– Che sento di dover andare in quel posto anche io. Non chiedermi perché, lo sento e basta. –
– Rose... –
– Lasciala stare – interviene Daniel. – È compito mio proteggerla, finché starà con me sarà al sicuro...e smettila con questa storia del 'si è visto in passato', perché stai cominciando seriamente a rompere –
– E tu hai scocciato con questa storia della lettura del pensiero, è una totale invasione della privacy – borbotta lui arrabbiato. – Va bene, portiamo anche lei, ma io non voglio saperne niente, sarà sotto la tua responsabilità –
– Non sono una poppante che si caccia continuamente nei guai va bene? Posso cavarmela benissimo anche da sola – mi stringo nelle spalle. – E poi un'altra cosa: sarà anche vero che non me ne intendo tantissimo di relazioni, ma non credo che sia così che deve comportarsi un fidanzato –
– Uuuh la faccenda si sta facendo interessante – tiro una gomitata nelle costole di Daniel e lui, per tutta risposta, mi strizza il fianco destro. Idiota.
– Fa' come vuoi Rose, ma sto iniziando a credere che questa nostra storia sia un po' troppo affollata. –
– Ed io sto iniziando a credere che questa nostra storia non sia una vera e propria relazione – i suoi occhi si incastrano nei miei. Forse è finita ancor prima di cominciare.

Starlight(#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora