21.

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Federico

Quella lettera...dove cazzo l'ho messa?

Dove l'ho buttata?

Aspetta, è in quel quaderno. No, li no.

Ah, eccola.

Leggiamo un po'.

"Ehi, piccola.
Sono Federico. Lo avrai potuto capire dalla scrittura, che oramai hai imparato a memoria. Voglio solo dirti che non posso vederti così. Sento che in qualche modo centri anch'io. Nonostante continuino a dire che non è così. Mi manchi sai? Mi mancano i nostri momenti. Quegli attimi in cui baciarti era l'unica cosa che desideravo. Quei momenti in cui io ero felice. E se ero felice lo ero con te! Perché con quei sorrisi...miglioravi le mie giornate. Quelle volte che ero fuori alla porta di camera tua solo per sentirti cantare. Quella dolce melodia che si ripeteva sempre "I hate u, i love u" è una delle mie canzoni preferite proprio perché sei tu a farla diventare ancora più bella. E si, io non ti ho dimenticata. Non lo farò. Ne ora né mai. Voglio solo vederti sorridere. Di nuovo. Voglio che quei sorrisi riprendano a far parte delle mie giornate, perché mi rendevano e mi rendono felice. Alle volte quei sorrisi non erano...sorrisi felici. Avevano quel pizzico di tristezza. Ed io non voglio ancora vederti piangere. Non voglio che appaiano dei sorrisi falsi sulle tue labbra. Voglio solo la tua felicità. Ti dedicherò tutte le canzoni che canteremo ai concerti. Le frasi che leggo su Instagram. E ti rivedrò tra le nostre fan agli instore. Sappi piccola che tu sei tutto, per me. Un bacio. Tuo Fede".

La chiudo e le metto sotto alla porta di camera sua.

Esco di casa.

L'aria fredda di febbraio invade le mie narici, e riempie i miei polmoni.

Metto le mani nelle tasche del mio giubbotto di pelle, mentre lentamente percorro le strade di Modena, fino al suo posto segreto.

Il posto in cui volevamo "costruirci" qualcosa. Prima che io rovinassi tutto.

Ci sono stato qui, per molto.

Mi ricordava lei, non mi dispiaceva rimanere qui da solo per ore ed ore.

Li mi sento diverso, un ragazzo diverso, quello di prima, quello che ero con lei.

Mi sento felice, al ricordo di "NOI"

Anche se in questo momento le lacrime minacciano di uscire, io sono felice.

Felice di aver trovato una ragazza come lei, mi ha fatto pensare, mi ha cambiato. Non se n'è mai accorta. Ma io sono cambiato. Tanto. 

"Federico" la sua voce mi riporta alla realtà.

Mi giro, e la vedo. Lì, con la sciarpa, il capello, un giubbotto imbottito, le mani rosse per via del freddo che c'è.

"Ora vado via" dico mettendo di nuovo le mani nel mio giubbotto di pelle e alzandomi dall'altalena.

"No, rimani pure. Non mi da nessun fastidio. Anzi mi piace condividere questo posto con qualcuno"

"Preferisco andare, okay? Ci vediamo a casa piccola"

E si, non so perché io l'abbia chiamata così. Ma mi è uscito spontaneo.

Scappiamo a New York? ||Federico Rossi|| in revisione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora