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Allison

Io e il biondo non andiamo d'accordo, non ci piacciamo per niente. Ma sono molto contenta che il sentimento sia reciproco.

Mi manda strane occhiatine quando parlo col suo amico, non capisco perché mi guarda così..

In tutto questo non mi sono presentata, che sbadata!

Sono Ludovica Diana Allison Thompson, una semplice maggiorenne alla ricerca della felicità, in continuo cambiamento, mai pacata.

Vi starete chiedendo il motivo di questi tanti nomi, tranquilli adesso vi racconto subito la mia storia.

Sono nata a New York, i miei si erano trasferiti li perché entrambi avevano perso il lavoro, così sono partiti. Non conoscevano neanche la lingua inglese, ma si sono subito adattati, hanno imparato la lingua e hanno trovato un buon lavoro.

Qualche anno dopo la loro sistemazione sia lavorativa che sociale, diciamo così, sono arrivata io. Una piccola peste che distruggeva tutto. Mia madre mi ha dato tanti nomi perché era davvero indecisa e mio padre non era d'aiuto. Invece che scegliere tra quei tre ampliava ancora di più la lista di mia madre, che già di per sé era lunghissima. Così, nel momento in cui sono nata, mamma ha deciso che il mio nome non sarebbe stato uno.

Mi è capitato spesso di lamentarmi per i troppi nomi, gli insegnanti a scuola mi hanno sempre chiamata per cognome ed io ero l'unica ad essere chiamata per cognome. Non si ricordavano come gli avevo chiesto di chiamarmi. Però devo dire che i tre nomi insieme stanno benissimo, sono al dir poco fantastici.

Ho avuto un'infanzia davvero felice, dopo qualche anno dalla mia nascita i miei ebbero un altro figlio. Ovvero mio fratello Jacob. Lui è normale a tutti gli effetti, nel senso che ha un bellissimo ed unico nome. Ha un bel nome, è davvero un bel ragazzo nonostante abbia solo sedici anni.

Lui vive in America con i miei. Già, strano che io non sia per le vie di New York ora, ma proprio qui in Italia.

I miei vogliono che anche Jacob finisca gli studi in America e poi scelga se rimanere lì o trasferirsi con loro in Italia.

Io ho deciso di frequentare il college lì, non ambisco a college importantissimi ma me ne va bene uno qualunque dove io posso studiare in santa pace. Sono una tipa molto riservata in mezzo a tante persone, non mi piace dare nell'occhio e giuro che ce la metto tutta ma spesso accade l'esatto opposto.

Sto salendo le scale per arrivare in camera, mentre do una sbirciatina veloce ad alcune storie su Instagram. D'improvviso, senza capire cosa sia accaduto, mi ritrovo in fondo alle scale dopo aver sbattuto la coscia contro la parete, il ginocchio contro il corrimano e la schiena sulle scale.

Benjamin mi guarda preoccupato ma allo stesso tempo divertito dalla scena che gli si è appena posta davanti.

Mi guardo bene in torno per controllare dove sia finito il mio adorato cellulare e lo rivedo spiaccicato a terra con lo schermo verso il basso. Mi metto le mani davanti al viso preoccupata per la brutta fine e del brutto volo che ha dovuto subire il mio telefono.

Intanto arriva il biondino con del ghiaccio tra le mani, mi aiuta a rialzarmi e a sedermi sul divano.

"Grazie" sussurro quasi

Non accenna nulla, ma mi preme il ghiaccio sul ginocchio ormai arrossato e gonfio, fa cenno al moro di portare altro ghiaccio mentre mi osserva come se mi stesse esaminando.

"Puoi prenderle un bicchiere d'acqua?" gli chiede lui

Mi accarezza una guancia dolcemente, con tocco davvero delicato che per un momento ho pensato di averlo immaginato.

"Vuoi che chiamiamo un'ambulanza?" mi chiede il biondo

"Nono, sto bene. Si tratta di qualche livido, niente di grave" sorrido come per sottolineare che non c'è bisogno di nient'altro

"Vorrei chiederti solo una cosa.." ho quasi paura anche a chiedergliela

"Certo, dimmi" abbassa lo sguardo sulla mia scollatura

"Puoi vedere se il mio telefono è ancora vivo?" ridacchio quasi

Mi sento ridicola, perché mi son fatta malissimo ma il mio primo pensiero è il telefono..

Annuisce e si alza per controllare, gira il telefono piano piano e quello che ho intravisto non è per niente bello.

"Mi dispiace" dice soltanto

"NO, non è vero, non ci credo. Devo prendermene un altro. È distrutto" mi si riempiono gli occhi di lacrime

"Tranquilla, lo andiamo a prendere domani. Vuoi andare in camera tua?" mi tranquillizza

"Vorrei, ma mi dai una mano?" provo ad alzarmi ma non ci riesco

"Ferma" dice prima di prendermi in braccio e salire le scale fino alla mia camera

Una volta su apre la porta e mi poggia sul letto delicatamente, come se potessi rompermi da un momento all'altro. Durante il tragitto dal salotto a camera mia mi sono concentrata solo sul suo profumo, one million, sono sicura di questo.

"Se hai bisogno di qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi" mi fa l'occhiolino ed esce dalla camera

Come posso essermi cacciata in questa situazione?!

Cerco di allungarmi per arrivare alla scrivania, ma è completamente inutile, la scrivania è troppo lontana. Il mio portatile, solo questo voglio!

"Ti serve qualcosa?" entra Benjamin

"Oh, si. Se non ti dispiace ovviamente" sorrido teneramente

"No, certo. Di cosa hai bisogno?" si avvicina al letto

"Del mio computer è sulla scrivania ma non ci arrivo" alzo gli occhi al cielo indicando la scrivania

Lui me lo porge gentilmente ed io gli rispondo con un semplice e striminzito "Grazie", lo invito a restare con me per scambiare due chiacchiere ma si dilegua dicendo di avere altri progetti per la giornata.

Certo che questi ragazzi sono davvero molto strani..

Mi metto a scrivere qualcosa sulle note, ogni tanto quando mi sento ispirata lo faccio. Metto un po' di musica e canticchio qualche canzone.

Cerco di alzarmi lentamente, per andare in bagno. Ho un bisogno urgente di farmi una doccia, sono tipo sudatissima e ho bisogno usufruire dei servizi igienici.

Zoppico un po' per arrivare alla porta ma alla fine ce la faccio.

Ci sentiamo tra qualche ora, quando sarò pronta bella e profumata!

Spazio autrice!
Spero che vi stia piacendo, la sto modificando tanto, perché ha segnato la fine di un'amicizia e spero di poter aggiustare le banalità che molto spesso scrivevo😘

Scappiamo a New York? ||Federico Rossi|| in revisione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora