Capitolo 14

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Il bicchiere mi scivola tra le mani rompendosi a causa dell'impatto con il pavimento. Gli occhi si riempiono di lacrime e la vista si appanna. Le mani iniziano a formicolare e tremare, il sangue si gela nelle vene e un forte dolore mi squarcia il petto diffondendosi poi in tutto il corpo come un misto di angoscia, malinconia, rabbia e delusione. In un angolo buio ,inconsapevoli del mio sguardo sconcertato, ci sono Simone e Arianna che ballano appiccicati. Lui tiene una mano sul fianco sinistro di lei mentre con l'altra le accarezza i capelli muovendosi ritmicamente. Lei non fa altro che ridere e cercare di avvicinarsi sempre di più a lui stretta in un vestito che non le copre nemmeno il sedere. Con me non si è mai comportato in questo modo, forse perché non mi trovava abbastanza attraente o, più semplicemente, non mi ha mai reputata alla sua altezza. Non riesco a guardare oltre, sono solo una stupida che pensava di essere speciale e si sta innamorando di un ragazzo che potrebbe avere la popolazione femminile ai suoi piedi. Mi sono illusa che potessimo avere un futuro, che un giorno mi potesse amare davvero e che tutto sarebbe finito per il meglio. Purtroppo ho capito solo ora che le favole non esistono e non sono mai esistite, quando un momento prima tutto sembra andare per il meglio, le difficoltà sono dietro l'angolo pronti a distruggere tutto.

Mi catapulto al bancone del bar con la forza di un uragano e ordino uno shot di tequila sale e limone con il misero scopo di dimenticarmi tutto e sentirmi un po' meno di merda. Dopo il quinto shot la stanza inizia a girare e tutto è confuso, nonostante ciò quelle immagini rimangono ancora impresse nella mia mente e anche il dolore al petto non accenna a diminuire, anzi, aumenta diventando un vero e proprio macigno. Sono troppo delusa e sconvolta per rimanere qui ancora, recupero le mie cose barcollando sui tacchi troppo alti e mi dirigo faticosamente verso l'uscita del locale. Una grande folata di aria fredda mi sveglia leggermente dalla mia ebbrezza ma senza grandi risultati. In questa condizioni non ce la farò mai ad arrivare in albergo a piedi e in più questi tacchi mi stanno distruggendo. Maledetta Chiara che ha proposto di venire a piedi perché a data sua " il locale non è troppo lontano". Mi siedo su una panchina illuminata da un lampione non troppo distante, sfilo le scarpe e dopo vari tentativi riesco a prendere una sigaretta e l'accendino. Me la porto maldestramente alla bocca e tento di accenderla ma l'accendino è ormai scarico. In uno scatto d'ira lo lancio contro il muro di una casa emettendo un urlo quasi disumano. "Non dovresti trattalo così" biascia una voce alla mia destra. Volto il capo in direzione di quest'ultima e scopro che durante tutto questo tempo Giuseppe si è seduto vicino a me, anche lui visibilmente ubriaco. Scommetto che anche lui non ha avuto una bella serata. "E così ci troviamo ubriachi sul ciglio di una strada" affermo ridendo senza motivo per colpa dell'alcool, "Ma io non sono ubriaco, sono solo stanco" risponde lui tentando inutilmente di giustificarsi. Sembra un bambino quando fa i capricci mentre si strofina gli occhi con i bordi della giacca.

Dopo aver sbagliato strada due volte siamo riusciti ad arrivare davanti all'hotel ,non tanto sani e men che meno salvi, stando appoggiati ad un lampione nel tentativo inutile di riprenderci dalla sbornia. Il gioco di ombre e luci lo fanno apparire ancora più attraente e la camicia sbottonata quasi fin sotto i pettorali non aiuta i miei poveri ormoni impazziti e in balia dell'alcool. I suoi occhi spaziano dalle mie labbra a un punto indefinito dietro di me. Il suo braccio ,con uno scatto, avvolge i miei fianchi in un presa fin troppo salda per essere in queste condizioni e lentamente mi avvicina a lui. I nostri nasi si sfiorano e sento il suo respiro caldo sulle mie labbra. Le nostre bocche si rincorrono fino a scontrarsi e unirsi in un bacio tutt'altro che innocente. Appoggio delicatamente la mano destra sulla sua guancia, con il pollice disegno dei piccoli cerchi mentre lui mi afferra i fianchi con entrambe le mani e mi avvicina ancora di più a lui. So benissimo che domani me ne pentirò ma sono giovane e voglio divertirmi, ancora di più se quello stronzo di Simone mi ha lasciata da sola tutta la sera per strusciarsi sulla prima ragazza che passa.

Un raggio di sole mi solletica il visto e mi costringe a svegliarmi contro la mia volontà. Probabilmente se non fossi obbligata dalla scuola a seguire degli orari fissi passerei più della metà della mia vita a letto. Un forte dolore percorre la mia testa come stretta in una morsa, questa non è la mia stanza e non sono nemmeno in albergo. Provo ad alzarmi sentendo la testa girare e la nausea aumentare sempre di più ma un paio di braccia muscolose me lo impediscono. Mi volto allarmata, aggravando ancora di più le mie condizioni di salute, "Merda, merda, che cazzo ho nella testa!" impreco infuriata con me stessa per aver commesso l'errore più disastroso della mia vita. Non mi rimangono molti ricordi della sera precedente, tranne l'unico che speravo fosse una semplice immaginazione e di non doverlo ripercorrere mai più. Giuseppe dorme nudo al mio fianco con un'espressione beata sul volto, le gambe intrecciate con le mie e le braccia sul mio bacino. E' ormai chiaro quello che abbiamo fatto e non posso sentirmi più in colpa di così. Simone stava solo ballando con un'altra mentre io l'ho proprio tradito finendo a letto con uno dei suoi migliori amici. Presa dal panico mi slego dalla presa di Giuseppe facendo di tutto per non svegliarlo mentre il mio volto viene segnato da alcune lacrime che mi scendono involontariamente. Tento di vestirmi ma mi accorgo che non c'è nulla oltre l'intimo. "Molto probabilmente il tuo vestito è in salotto insieme ai miei di vestiti" mi sussurra Giuseppe che intanto si è "rivestito" e si avvicina sempre di più. Con pochi passi mi raggiunge, poggia entrambe le mani ai lati del mio viso e con i pollici mi asciuga le lacrime per poi lasciarmi un tenero bacio sulla fronte. "Ti ricordi qualcosa di rieri sera?" chiedo preoccupata più per Simone che per il ragazzo che mi sta di fronte, "Non molto, solo tu che hai sbattuto l'accendino contro un muro" risponde questo strofinandosi il retro del collo con la mano destra. "Poss-" "Non in questo momento ti prego, ho la testa che mi sta per scoppiare e potrei vomitarti per casa..ne parleremo un'altra volta" lo interrompo parlando alla velocità della luce, mi allungo verso di lui e gli stampo un bacio sulla guancia sinistra. In poche parole sto scappando da casa sua senza nemmeno ringraziarlo o guardarlo in faccia dalla vergogna che provo. 

HI THERE!

Ho pubblicato nuovamente questo capitolo sistemando alcune parti e aggiungendo alcuni dettagli. Spero di pubblicare al più presto il prossimo capitolo. Come sempre se avete consigli/critiche/pensieri/richieste ecc.. fatemelo sapere nei commenti. 

Intanto che ci siamo, cosa ne pensate della nuova classe di Amici? Io sono leggermente delusa, come tutti gli anni ci sono poche ballerine e quelle che ci sono non mi entusiasmano troppo, l'unica che mi piace al momento è Vittoria. 

Alessia

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