Capitolo 3

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“Beatrice più o meno ci sei, solo più sensuale. Così sembri un pezzo di legno” mi riprende il maestro Garrison con l'inconfondibile accento americano. La giornata non è iniziata nel migliore dei modi, la sveglia non ha suonato di conseguenza mi sono dovuta preparare in dieci minuti, non sono riuscita a farmi due linee di eyeliner uguali, non ho avuto tempo di fare colazione e nemmeno di chiamare i miei genitori. Appena uscita dall’hotel mi sono accorta che stava piovendo, ovviamente ho dovuto fare la strada fino agli studi a piedi senza ombrello e una macchina passando mi ha fatto la doccia. Sono entrata in sala relax peggio di uno zombie, fradicia con tutto il trucco colato. In tutto questo Garrison pretende che sia sensuale? Tempismo sbagliato tesoro, non è giornata, sono un incrocio tra un teletubbies spastico e un ornitorinco con gli occhi cerchiati di nero. Questo è il massimo che riesco a fare. Per fortuna non ci sono i professionisti nei paraggi altrimenti mi sentirei leggermente in imbarazzo ad ancheggiare e ammiccare così. In compenso Gessica sembra a proprio agio, è proprio la sua coreografia.
L’ultima volta che la proviamo mi impegno al massimo delle mie capacità e il risultato non è così male, certo si vede che sono un po’ in imbarazzo ma me la sto cavando. “Beatrice finalmente dopo due ore stai iniziando ad uscire, benissimo Arianna, Gessica cerca di essere meno ‘vamp’ mentre Daniela hai lo stesso problema di Beatrice, esci di più“ ci dice Garrison “Cinque minuti di pausa e poi una alla volta” aggiunge. Prendo una bottiglietta d’acqua e inizio a bere quando si apre la porta ed entrano tutti i professionisti. Sgrano gli occhi incredula e per poco non sputo tutta l’acqua che ho in bocca. Ho un brutto presentimento, il mio incubo sta per diventare realtà. Appoggio la bottiglia e sistemo i tacchi troppo alti per i miei gusti. “Bene ragazze, i professionisti sono qui per assistere alle vostre e esibizioni” ci informa il maestro mentre i sei ragazzi si siedono dando la schiena allo specchio. Noi ragazze ci guardiamo un po’ preoccupate di fare una figuraccia. “Loro sono qui come fattore di disturbo per vedere come reagite in queste situazioni” ci spiega l’assistente di Garrison. In questo momento preferirei camminare sui carboni ardenti piuttosto che ballare in condizioni pietose, sui tacchi ancheggiando sentendomi una perfetta impedita. Come avrete già capito non sono amante di questo genere di coreografie, ma siamo in una scuola e bisogna affrontare anche queste situazioni. Una morsa mi prende sempre più lo stomaco man mano che si avvicina il mio turno. Cammino freneticamente avanti a in dietro ripassando mentalmente i passi. Sicuramente ci pianterò una figuraccia delle mie solite e dovrò chiudermi in albergo fino alla fine della mia vita. Ringrazio il cielo che per fortuna questo step non andrà in onda. Dopo circa dieci minuti arriva il mio turno. Mi posiziono al centro della sala sicuramente non pronta per fare una figura pietosa. Le prime note di Bitch Better Have My Money si diffondono nell’aria, inizio ad eseguire la coreografia cercando di essere il più sensuale possibile ma sentendomi impacciata al massimo. Termino la coreografia in spaccata, mi alzo velocemente, raggiungo la sacca e bevo sedendomi a terra. La mia mente ripercorre gli sguardi dei professionisti e del maestro Garrison più o meno soddisfatto del risultato mentre io preferirei sotterrarmi.

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Mi trovo in sala relax seduta sul divano con la testa appoggiata alla pancia di Gessica e le cuffiette nelle orecchie. Ad un certo punto sento il ventra muoversi, istintivamente mi tolgo le cuffie e mi volto verso la porta d’ingesso. Un’assistente ci informa che la redazione ha deciso di svolgere gli ultimi step dei ballerini oggi stesso per finire prima. Sgrano gli occhi preoccupata, mi alzo velocemente, afferro il pacchetto di sigarette, l’accendino ed esco dallo studio. Non sono psicologicamente pronta. Accendo la sigaretta e aspiro avidamente. Chiudo gli occhi tentando di tranquillizzarmi quando qsento dei passi avvicinarsi e un accendino scattare.
Apro gli occhi e mi giro scocciata verso la direzione dalla quale proveniva il rumore. Marcello mi guarda divertito, “Non ti credevo una fumatrice” “Ho sconvolto le tue aspettative?” rispondo ironica portando la sigaretta alla bocca. “Riuscirai mai a parlami senza essere ironica?” domanda avvicinandosi sempre di più “Sei tu che hai iniziato” rispondo ovvia. Lui alza gli occhi al cielo, spegne la sigaretta nel posacenere e se ne va lasciandomi con una grande ansia.

HI THERE
Scusate il capitolo corto ma molto probabilmente aggiornerò ancora stasera. Fatemi sapere nei commenti se vi è piaciuto e se avete suggerimenti (tutto è ben accetto).
Cambiando argomento questa settimana è stata particolarmente difficile, sono ancora sconvolta dall'infortunio di Andreas😔
Infine (poi vi lascio stare) volevo ringraziarvi per le 106 visualizzazioni 😍
Ci vediamo al prossimo capitolo.
Alessia.

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