6 - CONFESSIONE

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CONFESSIONE

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CONFESSIONE

[Evelyne]

Forza. Potenza. Conoscenza. Energia. Consapevolezza. Determinazione. Sentivo tutto questo pervadermi completamente. Mi vedevo ritta e composta mentre osservavo l'orizzonte in attesa di scorgere qualcosa. La fermezza con cui avrei affrontato ciò che mi stava venendo incontro non era mia, avevo sensazioni ed emozioni che mi erano del tutto estranee. Eppure quella ero io, sebbene tutto mi apparisse in verosimile. Stavo in un luogo che sembrava surreale, tanta luce e maestosità concentrata in quello che sembrava il regno di un mondo incantato, come quelli delle favole. Io indossavo degli indumenti talmente assurdi che evitai di osservarli con cura e poi quello strano scettro argenteo che tenevo appoggiato a terra stringendolo nella mia mano destra. Sembrava vivo, mi pareva di sentirlo pulsare contro il mio palmo. Ma la cosa più strana era la luce, quella calda luce intensa che sembrava provenire proprio da me, era come se il mio corpo l'emanasse, come se fossi io a sprigionarla. Alzai lo scettro dinnanzi a me puntandolo verso un punto preciso nell'ignoto che avevo davanti. La luce che emanavo si espanse inghiottendo ciò che mi circondava. Dall'estremità dello scettro di sprigionò un raggio di luce, simile ad un scarica elettrica, che si dissolse nel nulla un istante prima che tutta la bellezza e purezza di quel luogo venisse inghiottita dall'oscurità più nera.

Mi svegliai di soprassalto sudando freddo. Avevo la mente completamente annebbiata dal ricordo di quel sogno o incubo che fosse. Afferrai un lembo delle coperte che mi coprivano e le lanciai ai piedi del letto, mi facevano troppo caldo. Restai seduta per svariati minuti ad osservare il mio corpo che sembrava in preda a degli spasmi. Stavo tremando, ma perché?

Avevo appena fatto un sogno assurdo è vero, ma ero incredula nel sentirmi così sconvolta. Era la prima volta che facevo un sogno del genere. Dopotutto era normale dal momento che ho sempre detestato qualsiasi cosa surreale. L'horror, il fantasy, la fantascienza, non ero mai stata capace di apprezzare niente del genere, film e libri compresi. Ed ora, questo sogno. Aveva tutta l'aria di essere un film che raccontava un'avventura fan­tastica la cui eroina avrebbe dovuto combattere una guerra contro chissà quali esseri. Cosa più assurda poi, la protagoni­sta ero io. Mi rannicchiai portandomi le ginocchia al petto, le strinsi con le braccia e ci appoggiai una guancia sopra. Era tutto così vero e reale nel sogno. Le mie sensazioni, le mie emozioni, quel senso di agitazione e preoccupazione del non sapere come si sarebbero concluse le cose. Allo stesso tempo però la determinazione e la risolutezza che mi governavano mi davano la spinta necessaria per onorare i miei doveri. E quella luce che mi circondava, la sentivo calda intorno a me. Per non parlare di quello scettro. Lungo, argentato con all'estremità una sfera luminosa sospesa nel nulla, posta perfettamente nel centro di un cerchio metallico che aveva delle strane incisioni lungo la circonferenza. Mi ricordava in qualche modo Saturno, il pianeta. La luce della sfera era più abbagliante di quella che emanavo io, sembrava qualcosa di simile ad un tao. In essa una luce bianca andava a confondersi con una luce buia. Chissà quale fosse il significato di tutto ciò. E come se non bastasse la sensazione ambigua di sentire quasi respirare quello scettro era una cosa alquanto sconcertante. Le vibrazioni che la mia mano percepiva nello stringerlo erano molto più simili a qualcosa di vitale che ad un semplice pezzo di metallo.

La Sacerdotessa Dei Due MondiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora