Capitolo 16

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POV Ana

La luce che entra dalla finestra mi sveglia, sbatto gli occhi ripetutamente affinché si abituino alla luce del sole. La prima cosa che vedo è la mano del mio dolcissimo Christian sulla pancia. E' così bello svegliarsi in questo modo. Io, lui e il nostro piccolo Teddy. Guardo l'ora sulla sveglia e noto che sono le 7:00. Tra esattamente dieci ore e mezzo vedrò Giselle. Quando l'investigatore mi ha detto che quella ragazza era la mia sorellastra sinceramente sono rimasta molto sorpresa. Sapevo che "Carla" aveva avuto un'altra figlia ma non mi sarei mai immaginata che lei sarebbe venuta a cercarmi. Ho sempre pensato che mia madre non avesse detto nulla a lei. Sono un po' agitata, cioè sono contenta di vederla ovviamente ma la cosa che più mi preoccupa è come il comportarmi. Cioè sa la mia storia? Devo dirgliela io? Soprattutto Carla sa che lei è da me questa sera? Troppi pensieri e troppe domande!! Sento Christian darmi dei baci sulla schiena da sopra il mio pigiamone e sorrido. «Che cosa ti preoccupa piccola?» Certo che sono proprio un libro aperto per quest'uomo! Riesce sempre a percepire i miei stati d'animo. «Sono spaventata per questa sera. Non so come comportarmi con Giselle. » «Perché non provi ad essere semplicemente te stessa? Goditi la serata con tua sorella senza pensare a nulla. Non devi concludere nessun affare di lavoro o robe simili. Pensa solo a passare la serata in sua compagnia senza pressioni» Mi giro in modo tale da essergli di fronte, riflettendo sulle sue parole. Ha ragione devo smettere di rimuginarci e godermi la serata. Gli do un bacio a stampo per ringraziarlo e cerco di spostarmi dal suo abbraccio per andare a farmi una doccia ma lui me lo impedisce. Mi stringe a se baciandomi e chiedendo accesso alla sua lingua, cosa che ottiene subito. Sento una sua mano infilarsi sotto il pantalone del pigiama e stuzzicare la mia intimità. «Christian faremo tardi a lavoro». Mi guarda negli occhi e inarca un sopracciglio, come a dire "Ma hai sentito la cavolata che hai appena detto?" «Amore non pensare minimamente che andrai a lavoro, tu adesso te ne stai buona buona e lasci che io mi perda dentro di te». Non mi da neanche il tempo di replicare che riprende a baciarmi e io smetto di pensare a tutto quello che c'è al di fuori di lui.

Dopo aver fatto l'amore e la doccia separati, perché conoscendo Christian avrebbe voluto farlo nuovamente anche nella doccia, mi dirigo in cucina per la mia buonissima colazione. Yogurt magro e cereali con frutti rossi e scaglie di cioccolato. Da quando sono incinta la voglia di cioccolata è aumentata a dismisura e credo che gli effetti iniziano a vedersi. Sono più rotonda e devo dire che questi kili in più non mi dispiacciono. Ho un seno più abbondante e devo dire che mio marito ne è molto contento, infatti molto spesso lo becco a fissarmelo, soprattutto quando metto maglie con un leggero scollo. Infatti sono sicura che avrà questa reazione anche ora che verrà a prendere la sua di colazione. Ho indossato un tubino nero con scollo quadrato che mette in risalto seno e pancia. Sento i tuoi passi risuonare sul parquet e io decido di provocarlo. Mi metto seduta meglio alzando un po' l'orlo del vestito e abbassando un po' la scollatura. Sta guardando qualcosa sul telefono, è talmente concentrato da non prestarmi nessunissima attenzione. Si siede sullo sgabello accanto al mio, beve il suo caffè senza staccare gli occhi dal telefono. Mi schiarisco la voce per attirare la sua attenzione ma tutto ciò che ottengo è niente. Così decido di giocare un po' con lui prima di andare a lavoro. «Christian tesoro?» «Mmh?» «Stasera viene a cena Claudio, un mio intimo amico, potresti tornare un po' più tardi? Sai vorremmo avere la giusta privacy e stare un po' da soli» «Certo, posso andare a cena con Elliot e tu stai tranquilla con Cl....TU COSA??» E finalmente si volta a guardami ma soprattutto a fulminarmi. Certo di restare seria ma è inutile, scoppio a ridere come una stupida davanti la sua faccia. «Cosa ci sarebbe di così divertente Anastasia??»Mi ringhia contro e io continuo a ridere tenendomi la pancia per lo sforzo. «Ti prendevo in giro. Come sei arrivato qui in cucina non hai staccato gli occhi dal tuo cellulare e io volevo prenderti in giro.» Mi alzo dallo sgabello e mi posiziono tra le sue gambe mentre lui mi circonda la vita con le braccia. «Non è stato per niente divertente sai?» Gli do un bacio sulle labbra per farmi perdonare. «A parte gli scherzi vorrei davvero che tu non ci fossi a cena, viene Giselle qui e beh, tu incuti un certo timore e io non voglio spaventarla al primo incontro. Quindi puoi tornare più tardi?». Gli faccio gli occhi da cucciolo, mentre lui mi guarda con un viso scettico e un sopracciglio alzato come a dire "Io faccio paura? Ma quando mai! «Io non faccio paura! Tu non ti sei spaventata quando mi hai conosciuto, anzi direi che non sei rimasta minimamente immune al mio bellissimo ed ineguagliabile fascino.» «Come sei egocentrico! E no non mi hai fatto paura, credo di averti messo paura io quando ti ho fatto la scenata in ufficio. Ricordi?! Quanto tempo è passato da allora ». Mi stringe a se e io mi lascio cullare dal calore del suo corpo.«Si, avevo paura lo ammetto. Ma non mi sono arreso. Anzi diventerai mia moglie e stiamo per avere il nostro primo bambino. Non posso chiedere di meglio, anzi sono felice come non lo sono mai stato in vita mia.» Ed ecco che spuntano subito le lacrime, maledetti ormoni! «Comunque se a te e Giselle serve la giusta privacy questa sera torno più tardi. Chiamerò mio padre ed Elliot per un'uscita di soli uomini Grey! E tu piccolino qui starai buono con la mamma e mi dirai se sparleranno male di me». Gli sorrido e dopo un lungo e passionale bacio, mano nella mano ci dirigiamo presso il parcheggio sotterraneo per iniziare la nostra giornata lavorativa.

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