Capitolo 17

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POV Giselle

La luce che filtra dalla tenda mi fa svegliare, inizio a stiracchiarmi sotto le coperte, guardo la sveglia e noto che sono le 9:00 di mattina. Decido di alzarmi e andare in bagno per una doccia calda prima di scendere giù a fare colazione con Anastasia e Mr Grey. Dopo la doccia torno in camera con avvolto solo un asciugamano intorno al corpo, la casa e i pavimenti sono talmente caldi che si sta benissimo anche a maniche corte. Frugo nella borsa alla ricerca dell'intimo, delle calze,dei leggings e una maglia lunga beige con i cuori neri disegnati sopra. Una volta indossati, prendo anche i miei stivaletti con tacco e le borchie e mi posiziono davanti lo specchio per truccarmi. Uso i trucchi che mi ha regalato Anastasia e sorrido come un'ebete per le attenzioni che mi ha rivolto ieri sera. Per i capelli decido di lasciarli così come sono, anzi indosso il mio capellino di lana nero a cuffia e finalmente, soddisfatta del mio outfit, scendo al piano di sotto dove trovo in cucina Mr Grey alle prese con la colazione.

Si accorge di me e resto ammaliata dal suo abbigliamento molto casalingo, indossa camicia bianca e sopra una maglia blu cobalto, su dei jeans grigi. La cosa che più colpisce è il grembiule bianco che gli dona un'aria ancora più sexy. Mia sorella è proprio fortunata.

«Buongiorno Giselle, dormito bene?» «Buongiorno a lei Mr Grey. Sì, ho dormito benissimo, grazie ancora per l'ospitalità.» Mi siedo sullo sgabello e l'osservo cucinare. «Puoi chiamarmi semplicemente Christian, sei parte della famiglia quindi non dobbiamo usare formalismi» «Ok Christian. Anastasia?» Mi mette davanti un bicchiere di spremuta d'arancia e io gli sorrido grata. «E' nel suo ufficio. Starà sicuramente controllando alcune e-mail di lavoro, perché non la vai a chiamare nel frattempo che io finisco di preparare i pancakes?» «Certo» Mi alzo dallo sgabello però mi fermo di colpo perché non so dove è il suo studio. Christian accorgendosi del mio tentennamento mi da le giuste indicazioni. Così mi incammino verso il corridoio a destra, per poi bussare alla seconda porta. Dopo un avanti da parte di mia sorella entro e resto completamente ammaliata da questa stanza. Chiamarla biblioteca è molto riduttivo, ci sono praticamente tre pareti con scaffali pieni di libri. Mi avvicino ad uno di essi e lo apro scoprendo che si tratta di una prima edizione dei "Tess dei d'Uberville". «L'hai letto?» La voce di Anastasia mi riporta alla realtà. «No, ho finito di leggere "Il vecchio e il mare di Hemingway", questo sarebbe il prossimo libro da leggere, sai ho una lista di libri da leggere prima di andare a Yale, sempre se mi ammettano.» Sto riponendo il libro a posto quando la mano di Anastasia si posa sulla mia. «Prenditelo, te lo regalo. Raccontami questa cosa di Yale?» «Oh Anastasia non posso, è troppo davvero. Cioè hai già fatto tanto e questa è una prima edizione ed io non posso davvero..io.. no..» Anastasia sta per replicare quando vediamo Christian sbucare in biblioteca «Ora capisco perché non tornavate. Impazzisci anche tu per la letteratura Giselle?» «Si, molto. Anastasia voleva regalarmi questo libro ma io non posso davvero Christian, diglielo anche tu..» Abbraccia sua moglie e mi guarda con un sorriso dolce. «Sarei felice se lo tenessi tu Giselle, ma adesso io devo nutrire mia moglie e il mio bambino, nonché te stessa Giselle, quindi filate in cucina su» Sia io e Anastasia ridacchiamo, vedo Anastasia prendermi per mano e condurmi in cucina pronte per gustarci una colazione doc.

Notiamo che la tavola è apparecchiata per quattro ma noi siamo solo in tre. Prendo posto vicino Anastasia e lei mi guarda sorridendo, vedendo forse la mia curiosità mi dice che a breve arriverà anche Mia, la sorella di Christian. Chissà se ci andrò d'accordo, Anastasia mi ha detto che è un tipo particolare, spero di piacerle.

Il trillo dell'ascensore ci avvisa che l'ospite è arrivata, sentiamo il suono dei tacchi e quando svolta l'angolo resto a bocca aperta. E' di una bellezza mozzafiato, capelli neri corti, occhi da cerbiatta, un fiso alto e slanciato. Indossa un leggings nero, stivaletti con il tacco anch'essi neri da quale si intravedono i calzettoni di lana bianchi. Il capotto di panno grigio lasciato aperto fa intravedere una maglia lunga bianca con disegnati sopra dei cuori neri. Ha la mia stessa maglia, quante probabilità c'erano che lei si vestisse più o meno uguale a me? Dopo aver salutato Anastasia mi guarda e sgrana gli occhi anche lei, mi sorride non prima di aver esclamato a tutti il suo "E' vestita uguale a me, sisi mi piace già questa ragazza".

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