Capitolo 21

495 24 1
                                    


POV Carla

12 Agosto 1990

Sono in travaglio da circa 13 ore e la bambina sta per nascere. Mia figlia. Al solo pensiero mi vengono le lacrime, io non volevo restare incinta di Ray! Io voglio essere una modella! Quando ho scoperto di essere incinta non volevo crederci, sono ancora giovane accidenti, ho un futuro davanti a me eppure zac! è arrivata questa bambina. Quando ho scoperto della gravidanza ormai era tardi per abortire con la pillola, dovevo fare il raschiamento ma non avevo i soldi necessari per pagarmi l'intervento. Così avevo deciso di darla in adozione perché io non sono in grado di occuparmi di me stessa al massimo, figurati di potermi occupare di una bambina, ma Ray, quel bellissimo ragazzo dagli occhi azzurri, il padre di mia figlia, l'uomo per cui avevo letteralmente perduto la testa, ha insistito tanto nel dire di volersene occupare lui ed ora sono qui, nell'ospedale di Savannah a dare alla luce questa bambina. Ray mi ha chiesto di darle almeno un nome, per quanto non voglia farle da madre, ma almeno un legame con lei dovrei averlo. Pensavo a che nome avrei dato ad una bambina ma mi sembravano tutti così sciocchi o banali, non volevo neanche darle un nome brutto per farle un dispetto, volevo che fosse un nome bello, un nome che avrebbe fatto piacere sentire pronunciare dal suo probabile futuro ragazzo/marito. Non voglio occuparmi di lei ma penso già a quando potrà sposarsi? Sono proprio una sciocca ragazza. Ma alle volte i sogni e le ambizioni sono più forti di qualsiasi istinto, sarò anche spregevole ma non riesco, il mio cuore non riesce a gioire per questa nuova creatura. Per quanto lei avrà parte del mio sangue nelle sue vene, per quanto lei mi potrà disprezzare in futuro semmai dovesse scoprire chi è la sua vera madre, credo, anzi sono fortemente convinta che sarebbe meglio per lei stare senza me che stare con me e non ricevere l'amore che una madre dovrebbe dare alla sua bambina. La dottoressa mi sta dicendo di spingere più forte, che ci siamo quasi, ma io l'unica cosa che riesco a sentire è la voce di Ray che è qui affianco alla dottoressa in attesa della sua bambina. Un pianto mi annuncia che lo strazio del parto è finito, la bambina sta bene e che possono finalmente tagliare il cordone ombelicale con me. Non sarà solo un taglio fisico questo, ma anche mentale. Lei non conoscerà me e io non conoscerò lei. Saremo sempre legate ma ognuno per la sua strada. Quando vedo la dottoressa porgermi un piccolo fagotto bianco in cui è avvolta quella bellissima ed innocente bambina chiudo gli occhi, li strizzo così forti da farmi venire le lacrime. So che sarà l'unica volta in cui potrò vederla e toccarla, ma so anche che una volta presa in braccio non riuscirò a lasciarla andare, ma io ho bisogno della mia vita da modella, ho bisogno di sentirmi importante, di colmare quel vuoto che ho dentro di me, di non essere più una semplice ragazza anonima di Savannah ma una ragazza di New York conosciuta in tutto il mondo. Sono egoista lo so, ma sin da piccola ho dovuto prendermi cura di mia madre e il suo problema di alcolismo, un padre veterano di guerra su una sedia a rotelle, una fratello morto in guerra. Che vita mai potrò avere qui? Che futuro potrò mai dare a questa piccola bambina? Una squallida vita in un sobborgo di Savannah. No! Come io merito il meglio dalla vita, lo merita anche lei. Sarà forte, sarà bella,sarà intelligente e riuscirà a sopravvivere a questo mondo anche senza la sua madre biologica.

12 Agosto 1992

Sono appena atterrata all'aeroporto di Savannah insieme a Jean-François Deubois, uno stilista importante di Parigi, nonché mio marito. L'ho conosciuto durante un provino per modelle a New York, mi guardava come se fossi nuda. Volevo tanto ottenere il posto di modella per la sua nuova collezione che nuda ci sono finita davvero davanti a lui. Esattamente tre ore dopo il provino ho ricevuto una sua chiamata dove diceva di aspettarmi nella suite al Palace. Non volevo andare a letto con lui per ottenere il posto, volevo farcela solo per la mia bellezza, ma poi mi dissi che in un mondo spietato come quello della moda, più lavori con grandi artisti, più sei chiamata. Così indossai il miglior abito che avevo preso dopo che ero fuggita da casa, esattamente il giorno dopo il parto, ed ero andata all'incontro con lui. Appena arrivai fui sorpresa di trovarlo insieme ad altri membri del suo staff. Mi fece firmare il contratto con la sua casa di moda e da lì iniziai la mia vita da modella. Sfilate, serate di beneficenza, cocktail con grandi artisti, finché una sera, durante una cena in cui François non mi toglieva gli occhi di dosso, l'attrazione tra noi era percepibile, ma io non volevo cedere, volevo essere, per quanto possibile, una donna di sani principi al lavoro. Ma lui non era della stessa opinione infatti, mi seguì fin nei bagni delle donne e dopo essersi assicurato di aver chiuso la stanza mi prese li, contro la parete del bagno. Nonostante io pensai fossi solo una semplice e sana scopata, mi meravigliai quando lui durante l'amplesso mi confessò di aver perso la testa per me. Ed ora dopo due anni lui è mio marito e io Mrs Deubois. Inutile dire quanto il mio nome fece scalpore e successo, ottenni importanti lavori e lavorai con grandi stilisti come Dior, Gucci, Valentino. Il mio futuro era limpido e roseo. Ma due giorni fa è arrivata la chiamata dei miei vicini di casa dove mi annunciarono che i miei erano morti suicidi. A quanto pare mia madre oltre all'alcolismo era diventata anche una tossicodipendente e quindi tra alcol e droghe aveva completamente perso la testa, che aveva sparato a papà ed in poi si era tolta la vita. Ed ora sono qui a Savannah con mio marito per sbrigare i documenti notarili con l'avvocato. Io ero più propensa per fare il tutto telefonicamente ma François aveva insistito molto dicendo che questo genere di cose vada fatto dal vivo, e soprattutto voleva che io dessi il mio ultimo saluto ai miei genitori. Dovetti accettare con riluttanza, François non sapeva che avevo una figlia, e l'idea di incrociarla con Ray per strada mi metteva paura. Me la sono sempre immaginata con lunghi capelli castani e occhi azzurri, un caratterino vivace ed un sorriso da far sciogliere un cuore di pietra. Stiamo camminando mano nella mano nella strada principale, l'unica che porta allo studio dell'avvocato quando da lontano scorgo la figura di Ray. Nonostante i suoi 24 anni è ancora un bellissimo ragazzo. Noto che indossa la divisa da militare, sarà sicuramente tornato da una missione. In braccio sul suo fianco c'è una bellissima bambina, legato al suo braccio c'è un palloncino a forma di cuore gonfiato ad elio che svolazza sopra la sua piccola testolina. Ha due trecce e un sorriso bellissimo. Mi vengono gli occhi lucidi, ma non perché io non sia li con lei nel giorno del suo compleanno ma perché nonostante tutto dai suoi occhi noto felicità e amore per il suo papà. Chissà se Ray alla fine si è sposato con qualcuna? Chissà. Entrambi però siamo felici per le nostre vite ed è questa l'unica cosa che conta.

Sei tu il mio eroe?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora