ETHAN
Non sono mai stato bravo a gestire i miei sentimenti. Mi hanno sempre considerato uno di quei ragazzi all'antica, quelli che ormai non esistono più. Lo credevo anche io e all'inizio mi andava bene. Poi mi sono reso conto che le ragazze si innamorano solo dei ragazzi stronzi, non di quelli "all'antica".
Noi rimaniamo sempre in disparte. "Oh, che carino! Com'è romantico, vorrei essermi innamorata di lui, non di quel coglione." È una fregatura perché resteremo sempre solamente i migliori amici delle ragazze, mai i loro fidanzati.
Ma non ho più voglia di starmene con le mani in mano.
Doveva esserci il mio nome su quel mazzo di fiori, su quel messaggio. Avrei dovuto firmarli.Emma mi aveva raccontato del nuovo ragazzo di Giulia e ancora più di prima mi aveva implorato di non pensare a lei. È una cosa che ha sempre fatto, ripeteva che mi facevo del male, ma sapevo che in realtà facevo del male soprattutto a lei. Ero egoista, ma volevo conquistare Giulia, amavo lei, non Emma. Volevo bene a entrambe, ma non potevo soffocare i miei sentimenti.
Quando anche Giulia mi raccontò di Mattew, vidi nei suoi occhi una luce che non vedevo accesa dai tempi di Francesco. Era felice. È sbagliato dire che mi manca il coraggio nel dichiararmi come le ho scritto, ma tengo troppo a lei e inizialmente credevo fosse più giusto non farlo, tenermi tutto dentro.
Non volevo rovinato il nostro rapporto, dicendogli la verità in faccia. Dicendogli che non mi sono mai esposto con Emma non perché avevo paura che mi rifiutasse, ma perché non volevo lei. Dicendogli che ero andato nel bar in cui si era ubriacata quella sera avendo paura che fosse in pericolo, volevo solamente proteggerla. Dicendole che avevo dato a Mettew il suo indirizzo perché pensavo fosse la cosa giusta da fare, doveva accompagnarla lui a casa, non io. Dicendogli che quella sera non l'ho baciata perché ero ubriaco, ma perché era quello che desideravo e desidero ogni volta che mi parla guardando quelle labbra muoversi. Peccato che lei non si ricordi niente di quella sera.
Stavo pensando proprio a quel bacio quando ho deciso di inviarle i fiori. Stavo pensando a quegli occhi grandi che mi guardavano, mentre ballavamo in mezzo al caos. Per me c'era solo lei e nient'altro.Erano circa le 18 e una signora mi chiese le chiavi del proprio portone, riportandomi nel mondo reale.
Non vedevo Giulia dalla sera in cui eravamo usciti con Emma per raccontarle del tradimento di Nate. Ci tiene davvero tanto alla sua migliore amica, da sempre e non le farebbe mai del male. Ciò complica ancora di più le cose. Dalla sera del bacio però si erano distaccate e io non riuscivo a trovarne il motivo.
Entrò Emma in lacrime nella hall, parlavamo di rado da quando avevo baciato Giulia nel locale. Ero molto bravo a fingere che andasse tutto bene tra noi tre -Ehi, che succede?- non potevo farla andare via così. C'era tensione nell'aria. Nonostante tutti i problemi le volevo bene, era anche la mia migliore amica e la consideravo come una sorella. -Possiamo parlare in privato?- chiese quasi supplicandomi. -Sai che non posso lasciare il bancone.- lei annuì poco convinta.
-Giulia sa tutto.- camminava avanti e indietro davanti a me, come se fosse impazzita. Inizialmente non le diedi molta importanza, avevo altro per la testa. -So dei messaggi, so, anzi sappiamo che sei stato te a mandarle quelle dichiarazioni.- si fermò davanti a me indicandomi. Ero pietrificato, non sapevo cosa dire. Avrei potuto negare l'evidenza, ma le parole mi morirono in gola. Non risposi.
-Non fare finta di niente!- iniziò a gridare. Aveva il volto vicinissimo al mio, umido di lacrime. Non riuscivo a guardarla negli occhi. Sapevo che ero io a procurarle tutta quella sofferenza, ma non sapevo come risolvere la situazione. Ero un vigliacco.
-Calmati.- riuscii a dire. Le si spalancarono gli occhi. Fortunatamente c'era il bancone tra noi, altrimenti mi avrebbe ucciso. -Davvero?! Calmati.. calmati è l'unica cosa che mi sai dire?!- non volevo che facesse una scenata, ma ormai era troppo tardi. -Non capisci! Cazzo, non ce la faccio più!- singhiozzava. -Sono innamorata di te e non solo non sono ricambiata, ma ami la mia migliore amica! La nostra migliore amica!-
La raggiunsi davanti al bancone e la abbracciai forte. Più forte che potei. -Non sai quanto ti capisco.- inizialmente mi respinse, cercava di tirarmi pugni e schiaffi sul petto. La mia forza prevalse e si lasciò andare tra le mie braccia. -Mi dispiace. Io amo lei, ma lei ama un altro.- le sussurrai all'orecchio. Non la lasciai andare finché non si calmò.
Per fortuna fino a quel momento non era entrato nessuno che avesse bisogno di me.
Quando si staccò da me le presi il viso tra le mani per guardarla negli occhi. Aveva smesso di piangere. Ero scosso, triste per lei e per me. Entrambi non potevamo avere ciò che desideravamo. -Non ti meriti di soffrire così.- le dissi con le lacrime agli occhi. -Nemmeno tu.- Ormai le nostre bocche erano separate per pochi centimetri. Tremava, lo percepivo.
La baciai sulla fronte, fu un bacio intenso, pieno di dolore. Quando mi separai da lei mi tirò uno schiaffo. Me lo meritavo.
Non so se per il dolore che condividevamo in quel momento, se per la lacrima che non ero riuscito a trattenere, se per lo sguardo vuoto di Emma, se per il bruciore che aveva procurato lo schiaffo o se semplicemente per istinto, la baciai.
Le nostre labbra si incontrarono titubanti, dolcemente, poi ci lasciammo trasportare dall'attimo. Fu un bacio spinto, entrambi volevamo dimenticare ciò che stavamo passando. Ci stavamo usando a vicenda.
Ero stato un vero stronzo. Mi facevo schifo. Quando mi staccai mi resi davvero conto del motivo per cui l'avevo fatto. Giulia era entrata nel palazzo e ci stava guardando con quei suoi grandi occhioni verdi.
Braccia incrociate, sul volto un'espressione delusa, ma anche arrabbiata. Era indecisa se andare o rimanere. Si mordeva il labbro inferiore a disagio. Cercai di concentrarmi su Emma, che era ancora davanti a me in attesa di spiegazioni. Il mio cuore mi tradì e guardai Giulia che stava venendo verso di noi.
Quando Emma la vide abbassò lo sguardo e si diresse verso le scale. Non la fermai, sparì dopo la prima rampa.
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L'amore è una malattia
ChickLitUna storia d'amore come le altre, o forse no. Giulia è una ragazza normalissima che va all'università e per mantenersi fa qualche lavoretto, un giorno incontra per caso Mattew. Sembra quasi un film, Mattew è fin troppo perfetto e la loro storia ini...