21. Sensi di colpa.

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MATTEW

L'amico di Giulia mi aveva visto uscire dal locale per mano con Sophia. Ero davvero un coglione, un coglione di prima categoria.

Volevo sapere perché aveva rimandato l'appuntamento. Avevo voglia di vederla. Continuavo a chiamarla, ma aveva il telefono spento e quando l'ho vista nel bar sono andato su tutte le furie. Perché non mi ha detto la verità? Adesso non importa più. Non dovevo uscire per mano con Sophia.

L'accompagnai a casa, poi provai a richiamare Giulia, ma continuava a inserirsi la segreteria telefonica. Avevo bisogno di parlarle, di spiegarle tutto. Non volevo che fosse fraintesa la situazione tra noi. Dovevo farle capire quanto tenessi a lei. Era stato un gesto imperdonabile, ma doveva permettermi di dare delle motivazioni. Ero geloso. Potevo lasciarle mille messaggi in segreteria, ma volevo parlarle a voce. Guardarla negli occhi.

Mi diressi verso il suo palazzo, non sapendo se fosse o meno la cosa giusta da fare. Appena fui davanti al suo appartamento mi bloccai, per qualche secondo, a fissare la porta. Magari lei non vuole spiegazioni, magari non le importa. Bussai, ormai ero lì. Dovevo fare un tentativo. Nessuna risposta. Riprovai qualche volta. Destino. Era stata una pessima idea. Sarei dovuto tornare a casa o a dormire da Sophia.

Ma era tardi e il mio cervello non ragionava a pieno, come avrebbe dovuto. L'avrei aspettata, anche tutta la notte se necessario. Mi accasciai con la schiena appoggiata alla parete davanti all'entrata. Dov'era Giulia? Cosa stava facendo? Ma soprattutto con chi? Tentai di nuovo di chiamarla e a quel punto le lasciai un messaggio. -Mi dispiace, ma non è come sembra. Ho bisogno di parlarti. Ti aspetto dal tuo appartamento.- Ero stanco e sfinito, dopo poco mi addormentai, con il cellulare scarico.

GIULIA

Ero nuda nel suo letto e due lacrime mi scesero sulle guance. La vendetta faceva male. La mia mente continuava a ricordarmi che lui era con un'altra, che non pensava a me, ma non bastava. Negli occhi di Ethan quella sera vedevo solo dolcezza e amore. Non si meritava tutto questo.

Mi baciava dolcemente le lacrime, mi sentivo a mio agio con lui. Ma i sensi di colpa mi stavano uccidendo. Se non avessi saputo che era innamorato di me non ci avrei pensato due volte. Lo volevo, era un bel ragazzo e preferivo andare a letto con lui che con il primo che capitava, magari da ubriaca. Non è giusto. Continuavo a ripetermelo, mentre Ethan si spogliava davanti a me.

Ero immobile, non riuscivo a fare niente per impedire l'inevitabile. Quando fu sopra di me il suo volto si trasformò in quello di Mattew. Questo è troppo perfino per me. -Mi dispiace.- sussurrai, baciandolo con trasporto. -Stai tranquilla.- mi accarezzò il viso. -Non credo sia la cosa giusta. Per te.- dissi, ma lui sorrise. -Per me? Scherzi? È la cosa più bella che mi potesse capitare. Ti desidero dalla prima volta che ti ho vista.- un brivido mi percorse la schiena.

Non era la cosa giusta, ormai ne ero certa, ma non riuscivo più a controllare il mio corpo. Lo strinsi a me lasciandogli dei segni sulla schiena. Lo graffiai, assaporai la sua bocca. Non aveva intenzione di cedere alla mia foga. Faceva movimenti dolci, mi accarezzava, osservava il mio corpo e scrutava la mia espressione. Per la seconda volta in tutta la mia vita mi sentivo amata, lui stava facendo l'amore con me.

-Ethan..Ti prego.- devo stare calma. -Così mi farai impazzire.- rimase sospeso su di me per minuti che sembrarono eterni. La tensione era svanita e tra di noi c'era un'attrazione mai provata prima. Avevo bisogno di lui, mi sarei abbandonata a lui, sarei stata sua per tutta la notte. Era quello che volevamo entrambi.

-È un'occasione che non mi capiterà mai più, voglio godermela a pieno.- non risposi, non sapevo cosa dire. Fece l'amore con me e io mi lasciai amare, egoisticamente.

Ethan dormiva accanto a me, sorrideva nel sonno. Non ero riuscita a chiudere occhio, ormai erano quasi le 6 a.m. Mi rivestii e andai direttamente al bar, dopo aver fatto una doccia veloce. Non sarei mai riuscita a seguire una lezione all'università in quello stato. Sperai con tutta me stessa che non ci fosse Sophia. Non avevo le forze per affrontarla.

Quando vidi Andrew che stava aprendo feci un gran respiro di sollievo. Andai ad abbracciarlo. Subito ricambiò, poi mi scansò guardandomi negli occhi. -Tesoro hai due occhiaie che non si possono guardare!- era sempre molto diretto, per questo lo amavo. -Non hai chiuso occhio, vero? Vieni! Ti preparo due tazze di caffè extra forte, così mi racconti tutto.- mi prese per mano e mi trascinò nel bar ancora buio.

Mi sfogai, ma non servì a molto. Mi sentivo uno straccio, almeno il caffè aveva alleviato il sonno. Andrew non mi giudicò, annuiva seguendo ogni singolo passaggio del mio racconto. Partii da quel bacio in discoteca, fino a ciò che era successo poche ore prima. -E Mattew?- fu tutto ciò che disse. -Ha Sophia!- lo guardai perplessa. Stava scherzando?! Si mise a ridere.

Ero furiosa. Andai nel retro e misi la divisa. Prima di lasciare la borsa controllai il cellulare. Venti chiamate perse, tre di Ethan, una di Emma e sedici di Mattew. Tre messaggi in segreteria. Cinque chiamate da parte di Mattew risalivano a prima di cena, quando avevo rimandato il suo invito, le restanti andavano da mezzanotte alle tre di stamattina. Emma voleva vedermi per chiarire la situazione. Ethan chiedeva dove fossi andata così di corsa, senza nemmeno salutare e diceva che era stato bene con me, riferendosi a ciò che era successo tra noi. Il messaggio di Mattew non lo ascoltai, non avevo voglia di sentire la sua voce.

-Non fare la permalosa!- gridò Andrew per farsi sentire. Lo raggiunsi senza dire una parola, poi la curiosità prevalse. -Cosa sai?- chiesi, certa che avesse delle novità che mi sarebbero piaciute. -Sai che voglio qualcosa in cambio. Non dò mai informazioni senza una ricompensa!- si mise davanti a me con le braccia incrociate.

Lo abbracciai forte, sapendo che avrebbe ceduto. -Sei il migliore!- fu il colpo di grazia e cantò come un uccellino.

L'amore è una malattiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora