GIULIA
Mi svegliò lo squillo di un cellulare. Non era la mia suoneria, quindi non avevo intenzione di alzarmi. Si mosse il materasso e iniziai a sentire freddo. Il corpo caldo che poco prima era di fianco a me non c'era più. Ci misi qualche istante per capire che mi trovavo a casa di Mattew e che era la sua voce calda a parlare al telefono. Era ancora roca per il sonno.
-Sisi, sta dormendo.- parlava di me? -Non lo so, stai tranquilla.- con chi stava parlando? -Aspetta Sophia, esco dalla stanza, non vorrei svegliarla.- Mi stava nascondendo qualcosa?Forse mi sarei dovuta fidare di più.
Mi rigirai nel letto non riuscendo più a prendere sonno. Volevo sapere di cosa stava parlando al telefono e soprattutto con chi. Ero gelosa, nonostante non fosse ancora niente di ufficiale il nostro rapporto. Non volevo rischiare di rovinare tutto. Tutto cosa? Non lo sapevo, ma a lui ci tenevo e non volevo perderlo.
Tornò dopo circa mezz'ora con la colazione. -Piccola, sei sveglia?- Mi sciolsi. Ero così patetica. Annuii. Aveva i capelli scompigliati e gli occhi ancora assonnati, mi faceva sentire bene. -Che ore sono?- chiesi addentando il muffin al cioccolato che mi aveva portato insieme al caffè. -Le sette e mezza.- Ero ancora in tempo per la prima lezione, ma dovevo assolutamente passare da casa. Lo guardai da sotto le ciglia sbattendo le palpebre per supplicarlo con lo sguardo. -Ti accompagno a casa?- chiese, senza che dovessi aggiungere altro. Mi sorrise, era così dolce. Ricambiai. -Grazie.- mi baciò sulla fronte e mi lasciò finire la colazione con calma. Mi rivestii e scesi dal letto, ero carica per iniziare una nuova giornata.
A casa mi cambiai e feci una doccia veloce, anche se non volevo togliermi il suo odore da dosso. Mattew mi aspettò, era deciso ad accompagnami a lezione, non voleva scuse. Continuava a dire che era libero dal lavoro e che si sarebbe dedicato completamente a me. Mi venne voglia di saltare un altro giorno di università, ma non potevo permettermelo.
Così, a malincuore, entrai. Mi baciò. Era un bacio dolce, che poi divenne passionale, fin troppo intimo. Non volevo staccarmi da lui. Mi mangiava con gli occhi. -A dopo.- dissi dispiaciuta. -A dopo, cucciola.- mi baciò sulla fronte e rientrò in macchina.
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Faceva freddo e stavo tornando a casa dopo l'ultima lezione. Mi ero rifiutata di chiamare Mattew, anche se lui aveva insistito per riaccompagnarmi. Gli avevo lasciato un messaggio dicendogli che ci saremmo visti quella sera. Controllai le notifiche, Emma mi aveva scritto: Incontriamoci alle 14 da Starbucks. Sarai molto contenta, ho delle novità. Odiavo il fatto che fosse sempre così vaga. Risposi con un semplice okay seguito da una faccina sorridente.
Erano le 14.03 quando entrai e stranamente Emma era già lì. Non era sola, stava parlando animatamente con un ragazzo. Avevano entrambi un'espressione incredula, ero curiosissima e ignara di tutto.
-Ciao!- baciai Emma e mi presentai al ragazzo. -Piacere sono Giulia.- mi strinse la mano. -Lo so, io invece sono Gabriel.- Era un ragazzo alto, slanciato. Non aveva di certo i muscoli di Mattew, ma non si poteva definire uno stecco. Capelli scuri come gli occhi, molto affascinante. Ti rapiva con lo sguardo. Diverso da chi solitamente frequentava Emma, forse stava cambiando gusti. Era in giacca e cravatta, un completo elegantissimo. Sicuramente i soldi non gli mancavano. Aveva un aspetto familiare. Per un momento mi ricordò Jack, il mio ex datore di lavoro. -Siediti.- mi fece cenno, indicando un posto vuoto. Mi accomodai.
Emma mi spiegò che Gabriel era un suo amico, ovviamente non le credevo. Avrei potuto scommettere che erano qualcosa di più. Gabriel era miliardario, grazie alla sua famiglia. Suo padre aveva una grande, anzi grandissima, impresa. Se avevo capito bene era uno degli uomini più ricchi di New York. Le sue foto e quelle della sua famiglia erano apparse su molte riviste specializzate, ma non era solo per quello che mi ricordavo di lui. Era lo stesso ragazzo a cui era stata avvinghiata sabato sera e quello con cui parlava sotto casa mia prima dell'acquazzone. Non erano semplici amici sicuramente. Gabriel doveva un favore a Emma, non mi spiegarono il motivo, ma aveva ingaggiato un investigatore privato per scoprire chi si nascondesse dietro ai miei messaggi anonimi.
-Si chiama Ethan Scott e Emma mi stava dicendo che lo conosci.- non potevo credere a quello che avevo appena sentito. -Ma siete sicuri che sia lui?- annuirono.
-Stasera ci parlerò, ma è sempre stato innamorato di te.- disse con voce tesa Emma. -Ero convinta che foste una coppia perfetta, non ci posso credere.- Gabriel ci lasciò da sole, lo ringraziai tantissimo per quello che aveva fatto.
-Giulia, il vero problema in tutti questi anni non ero io. Mi è sempre piaciuto Ethan, per molto tempo ne sono stata innamorata, ma lui ha sempre avuto occhi solo per te.- mi sembrava tutto così assurdo. Come potevo non essermene mai accorta? -Non te l'ho mai detto perché mi trovavo in mezzo ai due miei migliori amici e sai che non è la prima volta.- aveva la voce rotta e gli occhi lucidi. -Mi dispiace, avevo paura che se l'avessi scoperto vi sareste messi insieme e io avrei sofferto. Era un pensiero egoista. Non volevo mi abbandonaste. Non volevo ricapitasse.- la abbracciai, piangeva. -Avresti dovuto dirmelo, ma non giudico la tua decisione, capisco che è sempre stato difficile per te. Avrei solo voluto che ti confidassi con la tua migliore amica, dovevi dirmi cosa stavi passando.- cercai di consolarla come potevo, ma ero confusa e in testa avevo il susseguirsi di molti ricordi.
Adesso era tutto più chiaro. Sabato sera quando eravamo uscite, nel tentativo di farle dimenticare Nate, l'avevamo incontrato. Ci eravamo ubriacati insieme, fino a qui niente di nuovo.
Emma e Ethan continuavano a discutere su qualcosa, ma appena arrivavo vicino a loro si interrompevano. Parlavano di qualcuno che lui amava, solo adesso mi rendevo conto di essere io. Lei non voleva che lui si dichiarasse, diceva che avrebbe rovinato tutto. Emma esausta per la discussione ci lasciò soli e andò in bagno. Sicuramente Ethan non sapeva che Emma era innamorata di lui. Si era confidato con la persona sbagliata. Ethan mi invitò a ballare. Non era la prima volta, ma forse per colpa dell'alcol, della musica o della troppa gente sulla pista, il ballo era diventato molto sensuale. Da parte mia non c'era malizia, ma ci strusciavamo l'una sull'altro. Intravidi Emma, che ci fulminò con lo sguardo, ma ignara di tutto e troppo ubriaca per collegare le cose continuai a ballare. Mi stavo divertendo. Ethan mi prese i fianchi stringendomi di più a lui, per me era solo un gioco. Non volevo fare del male a nessuno. Quando vidi quegli occhi blu nella sala andai in tilt. Gli misi le mani dietro al collo dimenando i fianchi. Non sapevo dei sentimenti che Emma provava per lui e di quello che lui provava per me. Prima mi baciò il collo e un brivido mi percorse il corpo. Non posso negare che Ethan sia un bellissimo ragazzo. Mi lasciò una scia di baci fino all'angolo della bocca. Esitò. A quel punto, eccitata, sudata e in preda all'alcol lo strattonai per i capelli e lo baciai. Fu un bacio passionale e intenso.
I giorni seguenti risi sopra quel bacio, di cui ricordavo ben poco. Nessuno ne parlò mai, tanto che credevo di averlo sognato.-Ecco perché mi ha baciata.- Emma annuì. Aveva un'espressione tristissima. -Lo ami ancora?- chiesi, sapendo già la risposta.
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L'amore è una malattia
Chick-LitUna storia d'amore come le altre, o forse no. Giulia è una ragazza normalissima che va all'università e per mantenersi fa qualche lavoretto, un giorno incontra per caso Mattew. Sembra quasi un film, Mattew è fin troppo perfetto e la loro storia ini...