30.

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“Non hai aperto bocca da... venti biscotti fa” ridacchiò Louis che stava, dopo essere corso in bagno d'urgenza, mangiando l'ennesimo biscotto fatto in casa che gli stavo offrendo.

Ma per me andava benissimo. Avrei rifatto quei biscotti milioni e milioni di volte solo per far felice Louis, ovvero tutte le volte che ho perso un battito del cuore quando il liscio mi guardava negli occhi o mi sorrideva.

“Scusami” sussurrai non smettendo di sorridere e guardare -no, scusate, ammirare- Louis.

“Beh, comunque grazie per questi... cosini che mi hai dato” disse ed entrambi abbassammo la testa per guardare i miei piedi coperti da quel paio di orribili calze di lana facendoci ridacchiare.

“Non c'è di che” sussurrai tenendo lo sguardo basso, muovendo avanti ed indietro i piedi con fare nervoso e trattenendo il respiro perché la sola presenza di Louis mi faceva mancare il fiato.

“Chiedi pure” disse all'improvviso facendomi alzare lo sguardo su di lui e sorridere leggermente nel vedere che qualche briciola gli era caduta tra la sua barba incolta.

“Cosa?” chiesi confuso.

“So che hai mille domande da chiedermi quindi, non farti problemi nel chiedere” disse sorridendomi.

Vedendo, però, la mia faccia confusa e leggermente sorpresa alzò gli occhi al cielo, buttando il biscotto quasi finito sul piatto e pulendosi le mani facendo briciole dappertutto, per poi girarsi verso di me.

“Muoio dalla voglia di raccontarti tutto, okay? Beh, è che il mio migliore amico ha preso questo biglietto per l'Inghilterra ma non l'ha fatto apposta, infatti doveva prendere uno per l'Irlanda ma, idiota com'è, ha sbagliato prendendone un altro. Voleva riportarlo indietro ma io l'ho fermato in tempo dicendogli che lo prendevo io e bla bla bla, eccomi qui. Con te” disse sorridendo come non mai, quasi entusiasta di raccontare la sua piccola avventura facendomi ridacchiare per quanto bambino sembrasse.

“E come sapevi il mio indirizzo?” chiesi assottigliando le sopracciglia, ma sempre con un sorriso sulle labbra.

“Semplice. Okay, semplice un corno. Ho dovuto chiedere ad ogni vecchietta che mi passava vicino se conosceva un certo Harry Styles, ragazzo riccio e con guancie a criceto dove ha delle fossette ed occhi verdi, anche se nessuno guarda gli occhi ma per sicurezza l'ho chiesto” disse facendomi scoppiare a ridere.

Stava per aprire bocca quando sentì la porta di casa sbattere ed un rumore di buste di plastica cadere a terra. Sgranai gli occhi mentre il cuore cominciava velocemente a battere in maniera disumana, un fischio partiva nelle mie orecchie e la testa cominciava a pulsare. Mia madre. Lei, che ero sicuro dovesse arrivare stanotte, come ogni giorno, ma che ora era qui, che stava per entrare in cucina, che mi avrebbe chiesto milioni di domande una volta che fossimo stati solo io e lei, ed io non ero pronto a questo. Non ero pronto a confidarmi con lei, o con nessun'altro.

Sentii i passi lenti e delicati avvicinarsi a noi due. Noi due, me e Louis, lui, che si era girato verso di me con sguardo confuso, come per chiedermi con lo sguardo chi fosse, ma per poi girare la testa di scatto e sorridere quando mia madre apparse.

Lo sguardo di lei cadde immediatamente su Louis, come se quest'ultimo fosse stato una calamita. La sua espressione urlava Confusione ed io volevo solo sciogliermi per terra e restare lì finché non mi fossi seccato e sparito per sempre. Non si aspettava, proprio come me, di avere un ospite in casa propria. Un ospite, devo dire, piuttosto inaspettato. E piuttosto bello.

“Ciao!” esclamò Louis facendo quasi saltare in aria me e mia madre, alzandosi di scatto dalla sedia ed avvicinandosi a lei per poi porgerle la mano, “Sono Louis”

Lou98tom || Larry Stylinson (Chat) (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora