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l u k e

Non avrei mai immaginato che uno sconosciuto conosciuto in pullman diventasse la mia casa. Era semplicemente che Michael aveva quel modo di guardarti, come vetro, metterti a nudo e capirti. Era un artista, un poeta, e la sua arte, le sue parole riusciva a tirarle fuori dal meglio della gente, persino da me.
Non saprei dire come stesse venendo fuori la mia poesia, probabilmente in stile Bukowski con alcohol, miseria e sesso tra le righe, una brutta poesia. Ma dalle sue labbra suonava così dolce.
Le sue labbra rosse e gonfie, da cui fiori avrebbero trovato tenero riposo. Ecco, mentre mi guardava divertito sotto la pioggia, stava trasformando anche me in un poeta. Eravamo ormai fradici ma andare a ripararci era fuori discussione.
"Ho sempre amato la pioggia" iniziò con un'altra prosa delle sue, lo fermai.
Gli carezzai la gote e feci collidere le nostre labbra, impaziente di mostrargli quanto avessi atteso per quel bacio.
E dio, dio solo sa quanto le sue labbra fossero soffici, e quanta arte fosse Michael Clifford.

bad poetry―mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora