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m i c h a e l

Dopo quel pomeriggio presi ad aspettarlo ogni sera dopo i suoi mille part-times, comprese le notti ai club.
Era in quei momenti che prendevo ad ammirare la perfezione dei suoi tratti e della sua muscolatura sotto le accecanti luci colorate.
Ispirazione.
Mi sedevo in un angolo relativamente tranquillo e stendevo bozze sul mio blocco da disegno.
Ogni tanto passava qualcuno che mi offrisse da bere, ma rifiutavo sommessamente. I miei occhi erano per lui.
La mia mano si muoveva da sola, letteralmente.
Una volta a casa, stendevo la pittura sulla tela, ma solo dopo averlo visto danzare tutta la notte, a volte fino al mattino dopo.
Sedevo, disegnavo e fumavo.
Ogni tanto Melanie, la barista, mi proponeva uno di quei suoi drink superalcolici che ti stendevano in due sorsi, ma diamine, ne avevo davvero bisogno e con lei potevo star tranquillo che non mi ci rifilassero qualcos'altro dentro.
Per la maggior parte del tempo qualche vecchio decrepito gli si avvicinava e tentava di corromperlo.
Mi avvicinavo e lo spingevo via, pagando il doppio.
Il triplo a volte. Altre finivo addirittura in qualche rissa.
Non riuscivo a concepire che svendesse tanta bellezza al primo che capitasse.
Dopotutto, era la mia musa.
"Non posso accettare tutti i tuoi soldi, Mikey" mi guardava con i suoi occhi grandi e azzurri.
"Non importa"
"A me sì"  tentò più volte di restituirmi il denaro che dissipavo per lui, ma a me non importava.
"Come potrò mai ripagarti?" chiese con espressione supplicante.
"Smetti di lavorare al club" affermai sicuro.
"Ne ho bisogno per pagare la retta" si morse il labbro roseo.
"Verresti a vivere da me"

bad poetry―mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora