m i c h a e l---
Non ho mai avuto molto successo.
La mia arte non avrebbe mai avuto gara contro un pigmento di Cezanne o i colori di Monet. Assolutamente.
Non l'ho mai accettato. Non che non ne fossi capace, di dipingere. Ero anche abbastanza bravo. Ma lei. Dopo di lei, non riuscii mai più a completare un quadro. Dopo di lei, persi interesse in qualunque cosa. Sentivo che senza la mia musa, nulla avrebbe attirato il mio interesse. I colori sembravano sbiadire e i cieli di cui una volta ammiravo la sempiterna bellezza, mi opprimevano.
Avevo bisogno di fuggire da quest'appunto senso di oppressione, eppure non ero abbastanza intrepido da lasciare la fredda Berlino. Ne soffrivo. Prendevo la linea 100 da Alexanderplatz, per poi scendere alla Zoologischer Garten Station, il capolinea, e ricominciare da capo.
Mai avrei immaginato che i bus notturni si sarebbero riempiti quasi completamente quella sera. E mai avrei immaginato che un drogato mi si sedesse proprio accanto.
"Buonasera" biascicò. Strinsi a me il mio blocco da disegno e feci un cenno col capo.
Nonostante le occhiaie, i suoi occhi erano sovraeccitati. Come se avesse avuto uno scontro la morte e ci avesse scopato subito dopo.
I suoi vestiti, che consistevano in un paio di pantaloni molto stretti e una giacca di pelle anch'essa scura, erano sgualciti, come se fossero stati gettati via per poi essere stati ripresi frettolosamente dal pavimento. Mi inquietava, ma allo stesso tempo non riuscivo a scostare il mio sguardo da quell'effimera creatura della notte. Studiai i suoi movimenti.
Un piede continuava a tamburellare insistentemente, mentre procedeva nel rosicchiarsi le dita fino a farle sanguinare, con un'espressione preoccupata e stanca in viso.
"Fanno 50 culo, 20 bocca. 70 bocca e culo, se sei così interessato alla merce" mi osservò con la mia stessa incerta curiosità di come si guarda per la prima volta uno sconosciuto, rivolgendomi un sorrisetto sghembo, per poi prendere a sghignazzare.
Arrossii di colpo.
"Credo abbiate frainteso le mie intenzioni" borbottai. Non che non fosse esteticamente di bell'aspetto, aveva dei bei sogni azzurri e un fisico ammirabile nonostante fosse molto, troppo a mio parere, esile. I folti capelli biondi erano tirati indietro con della gelatina, e sfoggiava un sorriso perfettamente diritto e bianco. Ma la mia mente non era perversa, e trovai il tutto terribilmente sconveniente.
Feci per alzarmi, avevo bisogno di scendere, l'aria si stava facendo bizzarra e non avrei avuto a che fare con un gigolò mezzo fatto quella notte.
Tuttavia, prima di accendermi una sigaretta e lasciare il mezzo, la sua vocetta immatura stuzzicò le mie orecchie.
"Sei molto solo, non è vero?"

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bad poetry―muke
Fiksi Penggemar"sei molto solo, non è vero?" dove michael soffre di depressione e riesce finalmente a parlare con il biondo che gli siede sempre accanto sul bus di mezzanotte. ©naturalvblue MMXXVI