Capitolo 14

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All I know at the end of the day
is you love who you love,
there ain't no other way.

If there's something I've learnt
from a million mistakes,
you're the one that I want
at the end of the day.

END OF THE DAY – ONE DIRECTION



ISA

Domenica. Il giorno x  è arrivato.

Sono nella mia auto, diretta agli studi dove quotidianamente va in onda il Good Morning America.

Questa mattina Liam si era offerto di darmi un passaggio dal momento che dobbiamo andare tutti dalla stessa parte, ma Harry gli ha subito fatto notare che non sarebbe stata una buona idea.

"Saremo bombardati di scatti e lei non è una persona da paparazzi." Ha detto, riferendosi a me. Il suo commento mi ha lasciata spaesata e arrabbiata. Io non sono una persona da paparazzi? Che vuol dire? Che non vuole che gli altri mi associno a lui e ai suoi amici? Ci sono rimasta davvero male, soprattutto perché dopo la nostra chiacchierata in salotto è stato sempre freddo e scostante. Non siamo più rimasti soli da quella sera e ogni volta che era costretto a stare in una stanza in cui c'ero anch'io sembrava non vedere l'ora di andarsene. Ieri, per esempio, non è neanche rimasto a dormire a casa di Sophia. È uscito dopo che i due innamorati ci avevano lasciati soli per andare al party di Pharrell Williams. Quando mi ha vista raggiungerlo in salotto per guardare la tv, si è alzato e con un semplice : "Io esco" ha lasciato l'appartamento ed è tornato solo questa mattina per il caffè. Dove sarà stato? Non ho pensato di chiedergli dove avesse passato la notte perché ... non sono affari miei, giusto?

Io ed Harry apparteniamo a mondi diversi e non c'è modo di trovare un compromesso fra di essi. Credo che si riferisse a questo quando ha detto quella frase a Liam. Io non faccio parte del suo mondo e non c'è motivo per cui debba apparire al suo fianco.

Arrivata agli studi presento il tesserino e l'uomo davanti al parcheggio sotterraneo mi lascia passare. Sistemo l'auto e trovo subito un'altra guardia che mi scorta al piano superiore dove ci sono i camerini. Su di una porta trovo scritto il mio nome. Il mio nome?

«Ho un camerino?» Chiedo sorpresa all'uomo che torreggia vicino alla mia spalla. Sono ferma, imbambolata. Non pensavo che mi venisse riservato un trattamento simile.

«Certo.» Risponde lui in tono ovvio. «Qui potrà prepararsi per l'intervista.» Continua. «Ora devo lasciarla. Per qualsiasi cosa siamo a sua completa disposizione signorina Bracchi.» E facendomi un segno cordiale con il capo, accompagnato da un flebile sorriso, si allontana.

A sua completa disposizione? Wow! Mi sento quasi una principessa oggi!

Euforica per la nuova situazione apro la porta. Beth mi si fionda addosso strillando come una pazza. «Sei arrivata finalmente! Hai anche il camerino, ormai sei famosa.»

«Beth calmati.» Sophia si fa avanti con in mano una fodera grigia.

«E quella cos'è?» Chiedo.

«Una sorpresa.» Squittiscono in coro le mie amiche. «Ci vediamo tra cinque minuti nel camerino dei ragazzi.» Dice Soph, strizzandomi l'occhio.

«Non metterci molto, mi trovi con quelli della produzione.» Mi fa sapere invece la mia assistente.

Io le guardo interrogativa e loro, tutte eccitate, mi lasciano da sola mentre mi avvicino alla misteriosa custodia. Che diavolo ci sarà dentro?

Aprila se sei così curiosa!  Mi incoraggia il mio subconscio.

Così faccio come comanda la mia vocina interiore e resto strabiliata. Un vestito. Un altro. L'avevo detto a Sophia di smetterla con questi regali, ma lei niente! È più testarda di un mulo!

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