Capitolo 6

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ISA

«In salotto metti in ordine tu?» Chiedo a Sophia ancora intontita dal sonno mentre infilo in bocca una fetta biscottata ricolma di marmellata. Dovresti smetterla di inserire tutti questi zuccheri nel tuo organismo se un giorno vorrai indossare un completino simile al suo. Mi fa notare la mia coscienza.

«Si tranquilla, è tutto sotto controllo.» Lei continua a prepararsi il suo centrifugato mentre si strofina gli occhi.

Dopo il commento della mio subconscio non posso fare a meno di osservare il "pigiama" di Sophia. È un completino intimo nero con qualche inserto in pizzo, immagino Liam quando la vedrà così. Non ho nulla controllo quell'indumento, è molto sexy e a lei sta benissimo, ma preferisco concedermi qualche stravizio e avere qualche rotondità in più che bere strani frullati già alle sette del mattino.

«Allora io vado, sono in ritardo.» La informo mentre prendo il borsone nero contenente tutto il mio materiale per fare magie e finisco di bere il mio succo all'arancia.

«Cos'hai da fare stamattina?» Mi chiede Sophia indicando la pesante e gigantesca borsa che penzola dalla mia spalla.

«Devo truccare Sasha per il suo matrimonio, si sposa oggi. Poi devo fare un salto in redazione per dire a Ben dell'intervista.» E mi precipito alla porta lasciando frettolosamente la casa.

Da quando sono qui a New York, oltre a lavorare al NYJ, ho iniziato a fare diverse esperienze lavorative. Proprio per questo ho messo su un sito web nel quale raccolgo tutte le mie creazioni e attraverso il quale mi organizzo per fare servizio trucco a domicilio : principalmente per i matrimoni. Insomma, cosa dire ... non posso di certo lamentarmi!

Quando finalmente arrivo nel quartiere in cui vive Sasha, parcheggio l'auto e mi avvicino al portone. Suono il campanello guardandomi intorno. Il cielo non promette nulla di buono ed io come una stupida, con tutte le cose che mi frullavano in testa appena sveglia, non mi sono ricordata di mettere in macchina l'ombrello. Incrociamo le dita.

La porta si apre e la madre della sposa mi accoglie all'entrata con sguardo triste. Accidenti! Questo non dovrebbe essere il giorno in cui si sprizza felicità da tutti i pori? 

«C'è qualcosa che non va?» Chiedo spaventata.

La donna mi fa cenno di seguirla senza proferire parola e mi guida nel piccolo corridoio, tappezzato di carta da parati. Vengo condotta nella stanza della sposa, dove la suddetta giace supina sul letto con le mani giunte all'altezza del petto e gli occhi che fissano il soffitto.

«Oh mio Dio! Sta bene?» Chiedo allarmata. Ma che diavolo sta succedendo qui?

Sasha fa uno scatto fulmineo e alza il busto, poi gira la testa verso di me. «No che non sto bene!» Sbraita, ma più che arrabbiata, mi sembra sconsolata, afflitta. Mi domando di nuovo cosa possa mai essere successo per rovinarle il giorno più bello della sua vita. «Guarda qui!» E mi indica un punto in mezzo alla fronte e poi un altro all'angolo del mento. «Non andrò all'altare con questi!» Termina, decisa più che mani a non far celebrare le nozze a causa di due brufoletti, da lei impropriamente definiti giganteschi.

Sasha è una ragazza dalla pelle scura, testimonianza delle sue radici africane e per questo la sua pelle non è soggetta, come per esempio la mia, ad incursioni di questo genere tanto spesso. Ora, sappiamo benissimo quanto stressata e sotto pressione possa essere una sposa durante tutto il periodo che anticipa il matrimonio per cui è comprensibile che le sue ansie e soprattutto, la pazza festa di addio al nubilato, siano sfociate in due normali brufoli.

«Calmati Sasha. Sei bellissima, questo ... è un problemino da nulla.» Le dico avvicinandomi e posizionando la mia "valigetta magica" sul letto mentre lei grida alla madre che il matrimonio deve essere annullato. Mi metto le mani in viso e penso che non mi sposerò mai! Non posso ridurmi in questo modo un giorno. «Ma cosa ti salta in mente!» E le do uno schiaffo sulla mano che regge il telefono. Ditemi che non sta chiamando davvero lo sposo per dirgli che è andato tutto in fumo! Questo marasma per cosa poi? Per un brufolo! Sono due. Mi corregge il mio subconscio. «Devi stare tranquilla. Ti fidi di me?» Le chiedo, prendendole il viso tra le mani e guardandola dritta negli occhi. Lei, forse spaventata dalla mia irruenza degli ultimi minuti, non risponde ma muove soltanto la testa in assenso. «Perfetto!» Esclamo, provando a trasmetterle un po' di entusiasmo, quello che dovrebbe assolutamente avere questa mattina. «Qui ho il rimedio che fa per te e presto neanche tu ti accorgerai che quei brufoli sono lì.» Sentenzio, poggiando teatralmente le mani sul mio borsone.

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