Capitolo 15

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ISA

Intervista finita.

L'inizio è stato terribile! Per quanto mi sforzassi di non sembrare agitata, sentivo la mia voce tremare e credo proprio che lo stessero facendo anche le mie mani. Fortunatamente i ragazzi hanno subito provato a mettermi a mio agio e ci sono riusciti, soprattutto Louis e le sue battute imbarazzanti nei confronti di Niall.

Dietro le quinte, la mia assistente Beth, trascrive velocemente le risposte alle mie domande così da facilitarmi poi il lavoro di creazione dell'articolo per il NYJ. «Ecco fatto.» Esclama quando la raggiungo.

«Ottimo lavoro.» Le sorrido.

«Non ho fatto nulla, il merito è tutto tuo.» E mi passa i fogli che stava scrivendo.

Saluto Liam, Niall, Louis e Sophia e poi con passo deciso e sempre seguita da Beth, mi dirigo al parcheggio. Saliamo in auto e sfrecciamo verso la nostra prossima destinazione. Fifth Avenue. The Plaza Hotel.

Dobbiamo occuparci di Tiffany.

Tiffany.

Non posso credere di starlo facendo davvero. Credevo che quello al bar sarebbe stato il nostro ultimo incontro e invece mi sbagliavo di grosso.

Arrivate a destinazione, impiego una vita a cercare un parcheggio.

«Ce ne avete messo di tempo.» Ci richiama Ashton non appena varchiamo la porta dell'hotel.

«Oh sta zitto Ash!» Lo rimprovero.

Mi guardo intorno a bocca aperta. Questo è senza ombra di dubbio un signor hotel. Tutto lo staff si muove in sincronia per cercare di soddisfare al meglio le esigenze di ogni singolo cliente. C'è molta gente, ma è tutto così ordinato da darmi l'impressione che ciascuno stia seguendo un disegno prestabilito. Sono rapita dalla magia che si respira qui. Il lampadario che pende sulla mia testa è di dimensioni spropositate e luccica così tanto da sembrarmi quello che c'è all'Opéra de Paris. Gli inserti in oro degli arredamenti che mi circondano, mi fanno sembrare una gazza ladra; non riesco a togliergli gli occhi di dosso. Il pavimento in marmo è così splendete che se volessi, potrei specchiarmi sulla superficie. Chissà se è stata Cenerentola a pulire?  Si chiede il mio subconscio mentre io invece mi aspetto l'entrata a sorpresa di Zac & Cody.

Ad un certo punto un uomo dalla carnagione scura e dall'aspetto asciutto, si avvicina a noi. Non ci credo! Sembra il Signor Moseby! «Siete del New York Journal?» Ci chiede ed annuiamo silenziosi. «Bene. Vi stavamo aspettando. Seguitemi.» L'uomo ci scorta fino alla hall dove firmiamo una marea di scartoffie. «La camera della signorina Miller è al primo piano, stanza 8.»

Ashton resta al piano terra a sorseggiare del pregiato champagne offertoci dall'hotel mentre io e Beth ci incamminiamo per raggiungere la biondina snob. «Ti facciamo salire appena Tiffany sarà pronta.» Dico al nostro collega.

Una volta davanti alla porta, busso. Andrà tutto bene. Prova a tranquillizzarmi il mio subconscio. Nessuno sembra avermi sentita così riprovo. «Le hai fatto sapere l'ora dell'appuntamento?» Chiedo a Beth. Ci manca solo che sia andata a fare shopping!

«Si. Ho mandato personalmente una mail al suo agente.»

Così provo di nuovo.

«Arrivo.» Odo una vocetta stridula in lontananza e dopo qualche secondo la porta si apre. «Oh eccoti qui finalmente!» Esclama, fingendo di essere felice di vedermi. «Accomodatevi prego.» Ci accoglie come una perfetta padrona di casa ed io alzo gli occhi al cielo. Che nervi! Quant'è falsa! Qualcuno corra a salvarmi! «Tiffany Miller.» Squittisce porgendo la mano a Beth che a sua volta si presenta. «Io e te senza che ci presentiamo, giusto?» Si rivolge a me con un occhiolino. Perfida! Penso.

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