Rivalsa

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Dopo quella sera ci limitammo a parlarci solo in caso di necessità, come quando poneva una domanda alla classe e io, in qualità di allievo diligente, gli rispondevo alzando la mano; oppure quando, durante una prova del nostro spettacolo, mi correggeva una battuta.

Diventava sempre più difficile seguire le sue lezioni soprattutto per questo nostro rapporto forzato, e nonostante fosse causa mia sapevo di aver fatto la scelta giusta.

-Smettila di pensarci, Alec!- mi sgridò mia sorella.

-Non ci sto pensando- le risposi automaticamente.

-Allora come hai fatto a capire di cosa stavo parlando?- mi chiese con un ghigno.

La fulminai con lo sguardo e continuai il mio pranzo (una mela) cercando di non considerarla.

-Se proprio vuoi ignorarmi almeno mangia qualcosa in più di una semplice mela!-

-Oggi non ho fame- le comunicai.

-È da quando hai chiuso con Magnus che non mangi e ti alleni solo! Non voglio vederti svenire di nuovo- concluse con le lacrime agli occhi e io l'abbracciai di slancio.

Mi dispiaceva molto per lei. Non volevo farla preoccupare, ma avevo un blocco allo stomaco che ogni volta che provavo a mangiare qualcosa mi faceva passare la fame. All'inizio i miei fratelli facevano finta di non notare che mi stavo auto-distruggendo, ma dopo quell'allenamento particolarmente faticoso che mi ha fatto svenire hanno deciso di controllarmi e di cercare di tirarmi su di morale proponendo delle uscite ogni giorno libero, che io, ovviamente, ho rifiutato quasi tutte.

-Andiamo in classe?- proposi sentendo la campanella suonare e la vidi annuire sul mio petto. Sciolsi l'abbraccio e porgendole la mano la feci alzare. Seguiti da Jace, che aveva un braccio attorno alle spalle di Clary, arrivammo davanti alla mia aula e ci dovemmo separare.

Presi un respiro profondo ed entrai. Il professore, Magnus, era come al solito in centro alla classe che finiva di sistemare la sceneggiatura e senza girarsi disse -Vieni ad aiutarmi che non riesco a fare tutto da solo- mi avvicinai trattenendo il respiro e presi il cartellone che mi stava porgendo senza osservarmi.

Quando le nostre mani si sfiorarono lui alzò lo sguardo e notando chi fossi disse -Alexander? Non pensavo fossi tu-

-Sì ehm... l'avevo notato- balbettai.

-Okay...- commentò sovrappensiero per poi rimanere in silenzio fino all'arrivo degli altri studenti -Bene ragazzi- disse rivolgendosi a tutta la classe -volevo iniziare a dirvi che siete stati la classe migliore a cui io abbia mai insegnato-

-Siamo l'unica classe a cui ha mai insegnato!- commentò un ragazzo dal fondo dell'aula.

-Sì beh, quelli sono solo dettagli- rispose provocando l'ilarità generale -in ogni caso... ho deciso che non ha senso prolungare questo corso fino alla fine della scuola, dato che sicuramente in quel periodo avrete gli esami e, con il consenso del preside, la data dello spettacolo è stata stabilita alla prossima settimana. Quindi senza perdere tempo dobbiamo iniziare a provare con la sceneggiatura e gli abiti di scena.-

Quando concluse ci furono dei mormorii di eccitazione per la vicinanza della prima dello spettacolo, ma io non sapevo se rattristarmi o no. Da una parte ero triste perché avrei potuto non vederlo più dopo la fine del corso, dall'altra non vedevo l'ora che lui non fosse più il mio professore, per poter finalmente non andare contro le regole.

-Bene e adesso non perdiamo tempo, iniziate a provare. Dobbiamo sfruttare tutti i minuti che ci separano dallo spettacolo per provare, provare e provare- concluse con enfasi e un luminoso sorriso sul volto.

Malec -- Corso di TeatroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora