Dubbi

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Quando suonò la sveglia le tirai un pugno per farla tacere e mi rigirai dall'altra parte per poter dormire altri cinque minuti, ma purtroppo come tutte le mattine una furia aprì la mia porta con un calcio e buttandosi sopra la mia povera schiena mi urlò in un orecchio: -Sveglia dormiglione, dobbiamo andare a scuola!-

Stranamente questa volta l'arpia non era la stessa, infatti...

-Jace che stai facendo?!- chiedi sorpreso e scioccato.

-Alec muoviti altrimenti arriviamo in ritardo- disse mentre mi tolse la coperta e si diresse velocemente verso la sedia dove prese i vestiti che avevo già preparato ieri sera. Me li lanciò sul letto a mi disse: -ti vesti tu o devo pensarci io?-

Scattai sull'attenti, presi i miei vestiti e mi diressi verso il bagno per prepararmi sentendo le guance andarmi a fuoco.

Quando fui vestito andai in cucina dove presi una mela e con i miei fratelli mi incamminai verso scuola.

-Che materie avete oggi?- chiese Isabelle mentre si ritoccava il rossetto.

-Arte la prima- disse con distacco Jace.

-Ecco perché oggi avevi fretta!- constatai dopo aver buttato il torsolo della mela -Non vedi l'ora di incontrare Clary, vero?-

-Chi? Intendi la rossa? Nah, non mi piacciono le carote nane. Invece tu, fratello, hai teatro oggi?- cercò di cambiare il discorso ammiccandomi.

-No, lo avrò domani- risposi sicuro, visto che avevo già imparato a memoria l'orario.

-Meno male, quel professore mi sta già sul ca... ehm, antipatico- si corresse mentre schivava un mio pugno -Non l'ho detto, quindi sono ancora in gara!-

-Quanto deve durare ancora questa scommessa?- mi chiede Izzy.

-Due settimane- risposi senza esitazione, infatti era già passata una settimana da quando avevamo deciso di metterci alla prova.

Io ero stufo di sentire sempre le sue espressioni da scaricatore di porto e lui che io non accettassi neanche un flirt, così dopo l'ennesima discussione abbiamo deciso di scommettere: lui non avrebbe dovuto dire neanche un insulto o bestemmia per tre settimane, mentre io dovevo accettare le lusinghe delle ragazze senza sembrare una marionetta.

Se uno dei due avesse rotto il patto e quindi avesse perso, avrebbe dovuto subire una penitenza. Se avessi perso io sarei dovuto andare nei locali tutti i sabati sera per un mese, invece se avesse perso lui non avrebbe dovuto accettare nessun flirt per un mese.

Ovviamente entrambi ci stiamo impegnando a non perdere la scommessa e anche se Jace si lamenta di essere l'unico a soffrire tra i due, anche per me non è facile mantenere il gioco di tutte quelle ragazze.

Varcammo il cancello della scuola e vidi Katie e Richard venirci incontro mano nella mano.

-Come va ragazzi?- chiese Katie dopo averci salutato.

-Bene- rispose distrattamente Jace, infatti era troppo occupato a cercare qualcuno tra la folla, infatti appena trovò il suo obbiettivo si scusò e se ne andò velocemente, scomparendo subito dopo.

-Sicuri che stia bene? Sembra un po' strano- chiese Richard.

-Sì sì non ti preoccupare, ma credo sia per la...- cercai di spiegargli, ma mi interruppi quando sentii un grido.

Ci dirigemmo verso la causa dell'accerchiamento di tutti i ragazzi della scuola e vidi al centro della scena Jace in piedi con le braccia incrociate al petto e un'espressione scocciata sul viso, accanto ad una ragazza molto minuta e dai capelli ricci e rossi, la quale era inginocchiata accanto ad un altro ragazzo che si teneva una mano sul naso sanguinante.

Malec -- Corso di TeatroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora