Capitolo sei.

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Ci fu un po' di disagio al ritorno, Camila inciampò su una mattonella messa male del marciapiede. Alla fine, dopo svariate risate, essersi fatte domande per conoscersi bene e farsi delle foto, Camila, arrivò a casa con un sorriso stampato sulle labbra.

Finalmente aveva conosciuto due ragazze e sicuramente con il tempo sarebbero diventate amiche. Camila non vedeva l'ora che questo momento sarebbe arrivato. Aveva proprio bisogno di avere delle amiche.

«Oh, bentornata Mila.» disse la madre sorridendo con fare accogliente, la giovane si sentì sempre bene quando le sorrideva in quel modo.

«Ciao mamma, non hai capito, è andata benissimo.» sorrise lei compiaciuta. «Mi sono divertita un sacco.» informò tutta dondolante.

«Oh, e come sono?» le chiese la donna un po' turbata ma lei negò con la testa e sorrise.

«Simpatiche!» esclamò Camila, prese subito il suo telefono e le mostrò una foto. «Lei è Dinah,» disse indicando la più alta. «Mentre lei è Ally.» indicò poi la bassa, che nella foto era al suo fianco.

«Oh, ma sono bellissime! Sono fiera di te, Mila.» disse baciandole il capo dolcemente. Camila amava sua madre, era sempre pronta a supportarla in tutto, avevano tante cose in comune e lei era grata di questo.

Aiutò sua madre ad apparecchiare, intanto la piccola Sofi stava giocando con il suo iPad. Dopo aver finito di mettere i bicchieri per loro quattro, Camila si sedette sul divano e guardò un po' di TV, come sempre.

Non c'era niente di interessante, oltre ai soliti telegiornali che parlavano di politica, solo che delle volte si soffermò sui discorsi di Obama.

L'iPhone di Camila vibrò, lo prese da sopra il suo grembo e se lo portò davanti al viso per vedere cosa le fosse arrivato di interessante.

Era così, un messaggio da Dinah che mostrava il suo numero di telefono. Se lo salvò, la cercò nei contatti di Whatsapp e le scrisse che era lei, da quel momento in poi, iniziarono a chattare.

Poi ad un tratto arrivò a Camila una notifica, sempre di Whatsapp: "sei stato aggiunto...".

Era un gruppo, creato da Dinah, c'era un numero non salvato, era sicuramente quello di Ally, quindi la Cabello decise di salvare anche lei.

Fu una conversazione abbastanza lunga e divertente, solo che la cubana dovette avvisare le due che stava andando a mangiare e che si sarebbero sentite più tardi. Era così felice, al settimo cielo.

Dopo essersi seduta a tavola, suo padre poggiò i cartoni di pizza ed iniziò a distribuire quella prelibatezza ad ognuna di loro.

La pizza era davvero buona, Camila amava la pizza più di qualunque altra cosa.

«Com'è?» chiese suo padre ancora sporco di terra su ogni parte del corpo, avevano appena iniziato a mangiare.

«Buonissima!» dissero in coro con Sofi.

Era vero, era qualcosa di buonissimo... Non osava immaginare in Italia. Sicuramente era il top del top.

Dopo aver mangiato, Camila si alzò, buttò il suo cartone di pizza e lavò le sue posate, per poi metterle al loro posto, andò al piano superiore, si stese sul letto ed impugnò il cellulare, decise di scrivere di nuovo sul gruppo con quelle due, ci fu nuovamente una conversazione, nuovamente strampalata.

Camila era tranquilla, fino a quando non arrivò un peso sul suo corpo, si girò e notò che era Sofia sempre sorridente.

Le accarezzò la testa, e sorrise.

«Che fai, Mila?» le chiese dandole un bacio a stampo sulla guancia, Camila la guardò dolcemente.

«Nulla di che, sto sentendo due nuove ragazze che ho conosciuto oggi, insomma sono piuttosto simpatiche.» le spiegò la grande a grandi linee.
«Ah sì? Sono tue amiche?» chiese lei nella sua ingenuità, era così carina.
La Cabello alzò le spalle. «No, ancora no... Solo conoscenti.» spiegò lei con calma.

«Ah, capisco. Come si chiamano?» domandò ancora una volta, sua sorella era proprio curiosa in tutto.

«Ally e Dinah.» spiegò gesticolando. «Dovresti vederle, sembrano Davide e Golia.» disse, ridendo all'esempio appena fatto.

«Perché?» chiese ancora una volta e Camila negò con la testa, mordendosi il labbro. Le sue domande erano assillanti ma la tenerezza che le faceva, la portava a non incazzarsi con lei.

«Perché una è alta mentre l'altra è bassa, figurati, è più bassa di me.» disse lei dolcemente accarezzandole il capo. Vide che i suoi capelli erano pieni di doppie punte, come quelli di Camila, tra l'altro. Era una cosa che non sopportava.

«Oh, una nanetta quindi?» chiese arrivandoci.

«Sì! Esatto.» disse lei con un sorriso tra le labbra.

Risero.

«Puoi fare un messaggio vocale?» chiese la bambina con tono divertito.
«Va bene.» acconsentì lei e pigiò sul pulsante per mandare un vocale, la bambina avvicinò il viso e salutò le future amiche della sorella.

«Ciao! Io sono la sorella di Camila!» disse Sofia.

Il messaggio arrivò ad entrambe subito.

Entrambe si misero a registrare.

«Ciao! Io sono Dinah!» rispose la polinesiana.

«Ciao bimba, io sono Allyson.» disse Ally.

Le sorelle risero nuovamente, fino a quando Sofi non si fermò e le porse una domanda. «Camila, posso dormire con te oggi?»

«No.» disse duramente e la guardò seriamente.

Dalle sue labbra uscì un semplice "ah", era così tenera però, faceva davvero tenerezza, non avrebbe mai detto di no a sua sorella, insomma, lei l'aiutava in tutto e per tutto, anche se aveva solo otto anni.

«Certo che puoi dormire con me, piccola mia.» disse al suo orecchio, si allontanò e le fece l'occhiolino, Camila si riavvicinò per poi fare delle pernacchie sull'incavo del suo collo.

Sofi iniziò a ridere fortissimo, la grande iniziò a farle il solletico ovunque le capitava, rideva come non mai, intanto Camila passò le sue mani sul suo corpo piccolo e delicato, muovendo le dita in modo agile e veloce, solleticandola tutta

Rideva più che mai, era il suono che Camila amava, vedere sua sorella felice grazie a lei, rendeva il suo ego orgoglioso delle sue azioni.

Dopo un po' Camila si fermò e guardò la minore con dolcezza, sorridendole dolcemente, le baciò la guancia. «Dovresti tagliare le punte dei capelli. Sei piena di doppie punte.» disse e la piccola si toccò i capelli e la guardò con sguardo triste.

«Non lo farò mai!» disse e Camila rise dolcemente.
«Lo so! Ora vai a metterti il pigiama, io ti aspetto qui.» concluse infine la grande.

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