Capitolo nove.

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«Una bambina?» chiese Dinah non capendo.

«Sì, ma non so dirti... Non ricordo.» si grattò il capo.

Era tardi e sarebbero dovute tornare tutte e tre per pranzo. «Mi accompagnate?» chiese Dinah a Camila e ad Ally.
«Va bene.» dissero all'unisono ed accompagnarono la più alta.

Ci fu un silenzio, Camila stava pensavo, troppo.

I suoi pensieri erano fissi su quella bambina, sui palloncini, su tutto.

Inciampò ad un tratto su una mattonella fuori posto del marciapiede e cadde di ginocchio.

«Ahia, cazzo...» disse mentre si metteva seduta.

«Tutto bene?» disse Ally aiutandola ad alzarsi cercando di trattenere la risata.
«Eh, circa.» disse sbuffando, toccandosi le natiche.

«Sei impedita pure a camminare...» disse Dinah passandosi una mano sulla sua folta chioma chiara.

Accompagnarono alla fine Dinah a casa sua, Ally intanto decise di accompagnare Camila.
Il cammino fu silenzioso, ma fu la piccola a romperlo.

«Camila, scusa per prima. Insomma, per aver rifiutato di rispondere a quella tua curiosità.» disse lei giocando con le sue stesse mani, si sentì una merda per aver risposto in quel modo alla nuova arrivata.

«Oh, no vabbè... Se non te la senti, tranquilla.» disse la minore sorridendo.

«Voglio che sappia pure tu, ma ti prego di non dirlo a nessuno.» disse lei cedendo.

Notò Camila annuire annuire piano, concentrata.

«Io mi faccio di eroina.» disse lei trattenendo un groppo alla gola. «L'anno scorso persi mia madre e da lì conobbi l'inferno, dovetti subire mio padre, lui iniziò ad alcolizzarsi, di conseguenza a picchiarmi ed a buttarmi merda addosso.» disse spiegando. «Vorrei solo andarmene.» sospirò.

«Ally, hai me e Dinah. Se dovesse succedere qualcosa, vieni a casa mia o vai da Dinah.» disse per poi abbracciarla forte, era così dolce.

Annuì e ricambiò l'abbraccio.

«Ti aiuteremo ad uscire da questa situazione.» le sussurrò e Allyson versò una lacrima.

Si sentì così capita ed anche molto aiutata, faceva bene a fidarsi di Camila e Dinah.

Arrivarono finalmente a casa.

Prima che aprisse bocca, Ally le parlò sopra. «Sabato con Dinah andremo sicuramente in discoteca visto che ci sarà serata, ti va di venire?» le chiese dolcemente.

«Non saprei...» disse Cabello, anche se in effetti le sarebbe piaciuto, ma non sapeva come l'avrebbe presa sua madre. Sarebbe stata la sua prima volta ad andare lì. «Vedrò di chiedere.» disse mordendosi il labbro.

«Sabato è dopodomani eh, entro domani facci sapere.» le sorrise facendole l'occhiolino.

«Certo.» rispose lei sorridendo, era di parola.

«A domani, o chissà a stasera.» disse la piccola amica e la strinse forte.

Ricambiò l'abbraccio e finalmente entrò in casa, con un sacco di pensieri per la testa. Camila si tolse il parka, si mise il cellulare nella tasca posteriore del pantalone e andò in cucina.

C'era mia madre, con un accogliente sorriso la salutò. «Ciao Mila.» disse lei.

«Ciao mamma.» sorrise e si sedette a tavola aspettando il pranzo.

Ebbe finalmente il suo pasto ed iniziò a mangiare.

«Mamma, posso farti una domanda?» chiese con il boccone pieno.
La donna la guardò. «Dimmi, cara.» disse Sinuhe con la sua solita tranquillità.

«Mi hanno invitata ad andare in discoteca, il sabato.» disse mentre con la forchetta afferrò un pezzo di carne. «Posso andarci?» le chiese.

«Con chi?» chiese lei incrociando le braccia.

«Con Ally e Dinah, le mie due amiche.» disse la giovane piano, sapeva che le avrebbe detto di no.
«Va bene, ma stai attenta.» disse lei lasciandola sorpresa, non se l'aspettava.

«Su quello non ci sono dubbi.» disse lei alzando le mani, ridacchiò mentre riempì il bicchiere d'acqua. «Sai che sono molto attenta su certi aspetti.» disse portandosi il bicchiere sulle labbra per poi buttare giù quel liquido fresco.

«Sì, lo so piccola. Ma dovresti fare attenzione più del dovuto, questa volta.» disse lei.

Annuì.

Dopo aver pulito il suo piatto e il bicchiere, andò subito in camera a mettersi sotto con lo studio.

Studiate le venti pagine di italiano, cercò nel cassetto della scrivania un foglio bianco, spostò gli oggetti sopra di esso e notò una fotografia, era lei, con quella bambina dagli occhi galattici con in mano un palloncino.

Prese la foto e la guardò.

Erano entrambe sorridenti, lontani da loro, si potevano vedere altri due bambini, decise di girare la foto sperando ci fosse scritto qualcosa, non si sbagliò.

08-10-2002.

Nella foto, le due migliori amiche: Lauren Jauregui e Camila Cabello.

Era stata sicuramente scattata al vecchio parco di Cojimar, la mente di Camila iniziò a vagare.

INIZIO DI UN FLASHBACK...

«Camila! Vieni qui, non ti trovo.» disse la bambina.

Era semplicemente lei, all'innocente età di cinque anni, era piccola, impacciata, maldestra... Una combinaguai, però aveva il mio punto di riferimento, la sua migliore amica, Lauren Jauregui.

«Dai Camila!» urlò lei, cercandola.

Era una giornata serena di autunno, erano al parco, a giocare a nascondino, le foglie color arancio, marrone oppure gialle, giacevano a terra ormai morte.

Il rumore di quelle foglie ormai secche era piuttosto divertente, lo era eccome.

Camila era nascosta, dietro un semplice muretto in pietra, ormai quasi raso al suolo.
Ridacchiò tra sé e sé, vedendo Lauren così in difficoltà a cercarla.

Lolo – questo era il suo soprannome –, aveva un anno in più di lei, quindi sei, i suoi capelli erano lisci e scuri, e gli occhi verdi, erano i suoi preferiti.

Ogni tanto Camila si affacciava, cercando con lo sguardo Lauren, non la vide, ma riuscì a sentire il rumore dei suoi passi, cercò di andare a fare "tana", solo che per colpa delle foglie, si ritrovò rincorsa da Lauren.

La inseguiva, Camila urlò disperata, poi ovviamente, stupida come sempre, inciampò e cadde tra quell'ammasso di foglie colorate.

Lauren si buttò sopra della più piccola, iniziando a farle il solletico da tutte le parti.

FINE DEL FLASHBACK...

Quel ricordo era l'ultimo, da quel giorno, Camila non vide più Lauren, senza sapere per quali motivi, non lo sapeva proprio, anche se l'avrebbe voluta vedere ad ogni costo, anche per una volta.

Si ricordava che Lolo l'aveva abbandonata, questo le fece venire un grosso peso al cuore e la rabbia prese il sopravvento.

Camila dal nervoso, prese la foto e la strappò, facendo cadere i pezzi per terra, lentamente. Guardò davanti a sé, il vuoto più assoluto.

Non ci poteva credere.

Lauren.

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