Capitolo 10: Quando L'Amore Non Basta

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Jennifer P.O.V.

Un altro Natale era passato e Jennifer era tornata di nuovo a Vancouver. Aveva di nuovo pensato a Colin. Troppo. Credeva che per lui quello che era successo tra di loro fosse soltanto uno sbaglio. Beh doveva esserlo. E anche se Colin si fosse innamorato di lei, Jen non aveva alcuna intenzione di essere la sua amante. Non era quel tipo di donna. E Helen era sua amica, non avrebbe mai potuto farle una cosa simile.
Mentre disfava le valigie promise a se stessa di mantenere un rapporto professionale con Colin. Sperava di riuscire a guardare quegli splendidi occhi blu e accarezzare quei bellissimi capelli scuri senza cedere. DOVEVA riuscirci. Forse non sempre la storia che le aveva raccontato suo padre era vera.. Forse lui aveva avuto fortuna e con lei non avrebbe mai funzionato..
Per togliersi la confusione dalla testa, Jennifer decise di fare un po' di yoga. Una delle poche cose che riuscivano a farla rilassare completamente.

~ 2 ore dopo ~

Ora stava decisamente meglio. Yoga e bagno caldo erano stati la combinazione perfetta quella sera.
Era appena uscita dalla vasca quando sentí il suono di un messaggio e corse verso la cucina.
Era sua madre che le chiedeva come stava. Aveva appena finito di rispondere quando qualcuno suonó al campanello. Chi poteva essere alle otto di sera? Posó il cellulare e quando aprí la porta per poco non svenne. Colin era lì. Fuori dalla sua porta di casa. E lei indossava solo un accappatoio. Si coprí in fretta incrociando le braccia sul ventre.
"Colin che..che cosa ci fai qui?"
"Se non vuoi congelare, dovresti farmi entrare." disse lui.
Prima che qualche paparazzo potesse immortalare il momento, Jennifer si spostó e lo lasció entrare nell'ingresso. Appena ebbe chiuso la porta lo guardó e disse: "Perché sei qui?"
"Dobbiamo parlare."
"Di cosa?"
"Di noi."
Erano uno di fronte all'altro ed erano molto vicini.
"Non c'é nessun noi Colin. Non puó esserci e lo sai anche tu."
Jennifer non riusciva a guardarlo negli occhi e si voltó facendo qualche passo in avanti.
"Su questo ti sbagli." le disse Colin. "In queste settimane ho avuto modo di passare del tempo insieme ad Helen e sai cosa ho provato?" fece una piccola pausa "Ho realizzato che mi sento piú vivo nei momenti in cui stringo Emma nei panni di Killian che non quando tengo mia moglie tra le braccia."
Jennifer si era voltata verso di lui e lo guardava schiudendo le labbra ma incapace di parlare. Colin riprese: "E allora mi sono chiesto.. che cosa esattamente di Emma Swan ti fa sentire cosi vivo?" Un'altra pausa. Jen voleva davvero fermarlo ma non ce la faceva.
"E poi ho capito.." proseguí lui. "Ho capito che la risposta ce l'avevo lí davanti agli occhi. Ho capito la cosa piú importante di tutte." A questo punto anche Colin alzó lo sguardo e fissó Jennifer negli occhi. "Mi sono innamorato di te."
Rimasero per qualche secondo cosi, a guardarsi senza dire niente. Poi Jennifer chiuse gli occhi e inizió a piangere. Il suo incubo si stava realizzando. Avere per la prima volta l'assoluta conferma che si amavano entrambi ma non potevano stare insieme. Colin fece per avvicinarsi ma lei lo fermó. "No, ti prego" gli disse tra i singhiozzi.
"Jennifer, cosa c'è che non va? Ho detto qualcosa di sbagliato?" le chiese lui. Poi si bloccó e le domandó: "Credevo che tu provassi lo stesso ma mi sbagliavo, vero?".
Jennifer avrebbe voluto dirgli che no, non si sbagliava, che lei era perdutamente innamorata di lui e che avrebbe dato qualsiasi cosa per poter essere sua.
Ma non sarebbe mai riuscita a condividerlo con un'altra donna. Perció, mentre dentro di lei sentiva il suo cuore frantumarsi in mille pezzi, capí cosa doveva fare. Non riusciva a sostenere il suo sguardo quindi abbassó la testa e mentí: "Mi dispiace.."
Tutto quello che fece Colin fu alzarsi e dirigersi verso l'uscita. "Scusa il disturbo" fu l'unica cosa che disse prima di chiudere la porta.
Jennifer aspettó che se ne fosse andato per scoppiare di nuovo a piangere, questa volta in modo incontrollato. Tra i singhiozzi pronunciava il suo nome e il dolore sembrava insopportabile. Si diresse verso il frigorifero e tiró fuori una bottiglia di vino rosso. La stappó e andó a stendersi sul divano. Era un continuo sgorgare di lacrime e Ava, sentendo che c'era qualcosa di strano nella sua padrona, le si rannicchió contro sperando di darle un po' di conforto.
Tra un bicchiere e l'altro, mentre la sua mente diventava sempre piú offuscata dall'alcol, Jennifer pensó a quello che aveva appena fatto. Aveva mentito all'uomo che amava e l'aveva perso. Probabilmente per sempre. Non era sola e sapeva che sarebbe andata avanti in qualche modo ma non avrebbe mai superato quel momento. Finito il vino aprì la credenza e trovó del cognac. Prese un bucchierino e inizió a versare. Dopo averlo riempito per tre volte si accorse di non stare bene per niente e le venne in mente Lana. Non voleva stare da sola quella notte e ,anche se le dispiaceva disturbarla dato che era mezzanotte passata, decise di fare un tentativo. Trovó il cellulare dove l'aveva lasciato, sul tavolo della cucina, e cercó il numero in rubrica. Squillava. Aspettó qualche istante e finalmente Lana rispose.
"Pronto?". C'erano delle voci di sottofondo.
"Oh Lana tu mi stai salvando..mi..mi stai salvando la vita sai?" Ormai aveva smesso di piangere ma era palesemente ubriaca e non lo poteva nascondere.
"Jennifer ma cosa..Che cos'hai? Stai bene? Sei a casa?"
Jen non aveva voglia di rispondere.
"Si ma..senti io non voglio..Colin..io..io lo..lo amo capisci?" farfugliava frasi senza senso e Lana capí.
"Aspetta un secondo. Tu sei ubriaca. Non muoverti, sto arrivando."
Jen provó a dire qualcosa ma Lana aveva giá riattaccato.
Voleva fumare. Cercó la sua borsa perchè li dentro c'era il suo pacchetto di sigarette. Non le trovava.
"Cazzo! Dove sono finite?" Era arrabbiata e rovesció tutto il contenuto della borsa. Le trovó e se ne accese una, senza preoccuparsi di raccogliere il resto. Era riuscita a mettersi addosso soltanto un maglione e dei leggings neri che aveva trovato in giro per casa.

Lana P.O.V.

Lana suonó al campanello e quando Jen le aprí, per poco non le precipitó addosso da quanto era sbronza. Cercó di sorreggerla mentre la accompagnava dentro e si chiudeva la porta alle spalle. Le prese la sigaretta dalla mano e disse: "Questa la buttiamo via e ora ti accompagno a letto. Domani mi parlerai di quello che è successo."
"Ma io non voglio dormire..io voglio..dov'è il vino?" replicó Jen, che aveva completamente perso il senno. Lana non le rispose e in qualche modo riuscí a portarla in camera da letto e a metterla a dormire. Era cosí stanca che non dovette insistere per farla addormentare.
Chiamó Fred e gli disse di stare tranquillo e che sarebbe rimasta da Jennifer quella notte. Quindi si sistemó sul divano con una coperta e cercó di prendere sonno.

~ il mattino seguente ~

Jennifer P.O.V.

Aprí gli occhi. La prima cosa di cui si accorse era che aveva un gran mal di testa. Cercó di alzarsi e notó che aveva un maglione addosso e non il suo pigiama. Strano. Si mise in piedi e pensó che doveva mangiare qualcosa prima di poter prendere un antidolorifico. Appena scese in cucina sentí dei rumori e si nascose dietro la porta. Poi vide Lana con una tazza di latte e cereali in mano cosi uscí dal suo nascondiglio.
"Lana, che ci fai tu qui?" le chiese.
Lana si voltó e posó la tazza sul tavolo, guardando Jennifer.
"Oh Jen, ti sei svegliata. Come ti senti?" le domandó.
"Ho mal di testa. Ma perché tu sei qui?"
Era confusa.
"Non ti ricordi proprio niente di ieri notte vero?" provó a chiederle Lana. Jennifer prese una fetta di pane e la addentó.
"In effetti mi sono accorta di avere un sapore strano in bocca quando mi sono svegliata e.." Si era bloccata. Aveva appena visto la bottiglia di vino vuota sul tavolo e le era tornato in mente tutto. Si lasció cadere su una sedia.
"Ommioddio.. che cosa ho fatto.." si prese la testa tra le mani e inizió di nuovo a piangere.

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