Tutti Meritano Un Lieto Fine

Capitolo 13: Adattamento

6 mesi dopo

Colin POV

Ogni giorno che passava, Colin si sentiva sempre più realizzato nella sua vita. Aveva il lavoro dei suoi sogni, tantissimi amici e la donna della sua vita sempre al suo fianco. Lui e Jen avevano deciso di trasferirsi e ormai vivevano insieme da qualche mese. I genitori di Jen, suo fratello e sua sorella erano al corrente della sua relazione con Colin e ne erano entusiasti. Lo avevano conosciuto durante una cena a Vancouver e ne erano rimasti tutti piacevolmente impressionati. Anche Colin, dal canto suo, aveva parlato ai suoi di Jennifer ma pensava che fosse ancora presto per presentargliela. Temeva che, essendo loro estremamente tradizionalisti, ci avrebbero messo un bel po' per accettarla e, per il momento aveva deciso di lasciar perdere la questione. Ciò che, invece, premeva di più era Evan. Colin credeva che fosse giunto il momento di farlo conoscere a Jen e di valutare se c'era affiatamento. Ormai il piccolo aveva quasi tre anni; prima lo avrebbe saputo, prima ci si sarebbe abituato.

Helen era arrivata a Vancouver il giorno prima con Evan e un'amica. Avrebbe lasciato il figlio da Colin per un paio di giorni prima di ripartire. Era l'occasione perfetta.

L'indomani

Jennifer POV

Era semplicemente terrorizzata. Non aveva la minima idea di cosa fare o cosa dire. Aveva paura di rovinare tutto..Ma aveva Colin al suo fianco e sapeva che lui avrebbe capito.

"Non serve" le disse, mentre lei si guardava allo specchio, pensierosa. "Cosa?" chiese lei, perplessa. "Che ti preoccupi" continuò Colin avvicinandosi e cingendole i fianchi, guardando il loro riflesso nello specchio. "Andrà tutto benissimo, vedrai." Jennifer fece un sorriso, più per rincuorare se stessa che non per Colin.

Si sentirono dei passi lungo il vialetto e Jen capì che era arrivato il momento così si sciolse dall'abbraccio. "Vi aspetto in salotto" disse, voltandosi. Ma Colin la trattenne e la baciò velocemente. "Arrivo subito" le disse, sorridendo.

Colin POV

Quando suonarono alla porta lui era già pronto per aprire. Non fece nemmeno in tempo a toccare la maniglia della porta che Evan gli era già saltato in braccio gridando "Papààà!!!" Colin sorrise e, abbracciandolo, gli disse "Ciao campione!" Poi lo mise a terra e guardò Helen. "Ciao". "Ciao Helen". Erano entrambi un po' imbarazzati. "Come stai?" chiese Colin. "Me la cavo". Ci fu una lunga pausa, poi Helen riprese a parlare porgendo a Colin una borsa. "Qui ci sono i suoi vestiti, i giocattoli e anche delle medicine, in caso ne avesse bisogno." ""Grazie" rispose lui, prendendo la borsa. "Allora ci vediamo dopodomani" concluse Helen. "Certo". Mentre lei si allontanava si scambiarono un timido saluto.

Dopo essersi chiuso la porta alle spalle, Colin si inginocchiò e guardò Evan. "Ehi ometto, ascolta. Oggi papà ti vuole presentare una persona speciale, che mi piacerebbe diventasse tua amica, ok?". "Mmm mmm" fece Evan, annuendo. "Lei è molto brava e simpatica e sono certo che ti piacerà un sacco. È in salotto, ti va di accompagnarmi a salutarla?". "Sì" rispose Evan.

Jennifer POV

Aveva sentito le loro voci ed era ancora più nervosa in quel momento. Continuava ad asciugarsi le mani sudate sui jeans e a guardarsi intorno. Poi, all'improvviso sentì dei passi verso il salotto e d'istinto si alzò. Stavano arrivando. La porta si aprì e lei rimase a bocca aperta. Evan gli somigliava così tanto. Era il bambino più dolce che avesse mai visto.

"Evan, lei si chiama Jennifer ed è un'amica un po' speciale di papà. Avanti, dille ciao". Evan non era per niente timido quindi le si avvicinò e la salutò con la mano. "Ciao!" Poi guardò Colin indicando il divano. "Andiamo lì". "Vuoi andare sul divano? Ok scricciolo, eccoci qua". Colin lo prese in braccio e lo sistemò sul divano, dove poi si sedettero anche lui e Jennifer. Colin le aveva detto che suo figlio soffriva molto il solletico così, per rompere un pò il ghiaccio, Jen disse "Allora Evan, il tuo papà mi ha detto che soffri da morire il solletico ma io non ci credo quindi per fare una prova inizierò a farti così" gli pizzicò piano la pancia e lui iniziò a ridere "Mmm, proviamo con due mani". Adesso Evan rideva a crepapelle mentre cercava di scappare. "Aaaaah ma allora è vero che lo soffri".

Jen ora era più tranquilla che mai e stare con Evan le piaceva tantissimo. Giocarono insieme per tutto il pomeriggio e verso sera andarono tutti in cucina a bersi una limonata. Jen la stava giusto preparando quando Evan chiese a suo padre "Perché lei è speciale?". Colin all'inizio non capiva ma Jennifer aveva subito inteso a cosa si riferiva il bambino e si era bloccata. Le stavano salendo le lacrime ma restò girata in modo tale da nasconderlo. Colin tentò di spiegare "Beh lei è speciale perché è stata tanto vicina a papà quando era lontano". "Quindi è più speciale della mamma?". Jennifer sentì un tuffo al cuore e non resistette. "Torno subito". Posò il limone che aveva in mano e andò spedita verso la camera da letto. Colin guardò suo figlio. "Tesoro, ti dispiace aspettare qui un attimo mentre parlo con Jennifer?". "Va bene". "Bravo piccolo" rispose Colin, scompigliandogli i capelli.

Aveva il viso rigato di lacrime mentre guardava il sole, fuori dalla finestra. Lo sentì entrare ma non si voltò. "Ehi..Jen.." Ora era a fianco a lei e le accarezzava la schiena. "È soltanto un bambino, non capisce ancora tutta questa situazione. Non dare peso a quello che ha detto." "Questo lo so Colin". Si voltò verso di lui e i loro sguardi si incrociarono. "Il problema sono io". Prese a camminare per la stanza mentre continuava a parlare e a piangere. "È che non so se sono pronta per tutto questo..Ho paura che crescendo lui mi possa vedere come quella che ha preso il posto di sua madre e che non riuscirà mai a volermi bene". Colin le si era avvicinato di nuovo e la teneva per le spalle. "Ascoltami Jennifer, io non permetterò che questo accada. Evan comincia già a volerti bene e si vede che andate d'accordo.E questo mi rende l'uomo più felice del mondo." Si abbracciarono e Jennifer si asciugò le lacrime. "Se pensi che sia la cosa giusta allora sono con te" disse, e tornarono a preparare la limonata.