ZAYN'S POV
Erano già passate due ore da quando ero arrivato all'aereoporto di Londra, e di Liam e Niall nessuno traccia. Louis, in piedi accanto a me, cercava di darmi coraggio, ma io stavo perdendo a poco a poco la pazienza e di lì a minuti avrei sicuramente iniziato a dare i numeri, cosa che non volevo accadesse.
"Tu pensi che verrà?" Chiesi per l'ennesima volta al mio migliore amico, che mi sorrise per poi darmi una pacca sulla spalla.
Ciò che mi faceva più paura non era non vedere Liam per quel Natale, ma il fatto che mi ero ripromesso che se non fosse venuto avrei tagliato i ponti con lui per sempre e sinceramente non sapevo se ci sarei riuscito. Insomma, era una persona che conoscevo relativamente, non l'avevo mai visto di persona, nè sentito il suo profumo, nè sfiorato, eppure sentivo che mi appartenesse dal primo momento in cui ci avevo parlato. Ed era strano, per uno come me.
E se da vicino non avrei sentito lo stesso? A quel punto sarebbe stato meglio non parlarci più, dimenticarlo, non vederlo scendere da quel maledetto aereo.
Oddio, stavo dando i numeri. Scossi la testa e cominciai a vagare per l'area recupero bagagli come un dannato, sperando di trovare la risposta alle mie domande, qualcosa che mi calmasse, che mi riuscisse a spiegare perché quel ragazzino era così importante per me.
Poi lo vidi. Liam camminava con aria distratta, affiancato da Niall che invece sorrideva e parlava al castano nonostante fosse palese che la testa del mio Piccolo Payne fosse altrove.
Nel frattempo Louis, che mi aveva raggiunto, mi diede una gomitata, sussurrando un 'Va' da lui' che non afferrai subito.
Rimasi interdetto per qualche secondo, ma quando i miei occhi incrociarono quelli del castano le mie gambe si mossero verso di lui senza che potessi controllarlo.
"Ciao" sussurró, quando mi ritrovai a pochi centimetri da lui. Non risposi, ma feci la cosa che avevo desiderato per quasi tre mesi, afferrando il suo viso e baciandolo con tutta la dolcezza del mondo.
Liam strinse le braccia attorno al mio collo, diminuendo maggiormente la distanza fra noi due, ed io lo spinsi indietro fino a quando la sua schiena si poggió ad una parete.
Non so per quanto rimanemmo così, possono essere stati secondi oppure ore, ma so che quella fu una delle sensazioni migliori che io abbia mai provato.
"Ciao" ripetè, quando gli diedi modo di parlare. La sua espressione non sembrava più intimidita, ma piuttosto felice.
"Piccolo Payne, pensavo non arrivassi più" risposi sincero, guardandolo negli occhi. Lui mi tiró a sè, abbracciandomi.
"Te l'avevo promesso, Zay. Adesso andiamo dagli altri."
Mentre mi incammino avanti e sorrido al biondo, che ne frattempo è impegnato a discutere di qualcosa col mio migliore amico, sento un tonfo dietro di me che mi costringe a girarmi.
È Liam. Sdraiato per terra. Con tutte le valigie addosso. Rideva, ma era diventato un peperone per l'imbarazzo.
"Ti sei fatto male?" Mi precipitai accanto a lui, ma la mia espressione apprensiva sparì, contagiato dalla sua risata.
"Sto bene! Aiutami ad alzarmi e ti prego, dimenticati questa grandissima figura di merda" mi implora, continuando a ridere.
"Questo non posso promettertelo!"